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TEST DRIVEArteon: Volkswagen ci riprova con l’ammiraglia

31.07.18 - 16:44
Per acquistarla bisogna superare solo un blocco psicologico: spendere una cifra ‘importante’ per una Volkswagen. Anche se poi, tirate le somme, si rivela quasi un affare.
Arteon: Volkswagen ci riprova con l’ammiraglia
Per acquistarla bisogna superare solo un blocco psicologico: spendere una cifra ‘importante’ per una Volkswagen. Anche se poi, tirate le somme, si rivela quasi un affare.

Come mai Volkswagen ha deciso di proporre nuovamente una grande berlina?
Perché ci sono molti mercati in cui queste, comunque, sono sempre ancora molto richieste. Certo l’Europa e la Svizzera non rappresenteranno certo i Paesi in cui la Arteon avrà più successo, ma già che la si produce per qualche altra nazione sarebbe stato davvero un peccato non proporla anche alle nostre latitudini. Certo è che il produrla in una fabbrica (quella di Embden) praticamente annessa ad un porto internazionale fa già intuire che la Arteon si dirigerà prevalentemente verso altri lidi.

Però hanno perlomeno cercato di renderla accattivante, stilisticamente parlando.
Su questo non c’è dubbio. Quando la vedi non puoi non voltarti, soprattutto le prime volte. La linea è elegante, specialmente se vista di profilo con il padiglione che si protrae verso la zona posteriore a mo’ di coupé. Ed è proprio la sezione posteriore, con le sue spalle muscolose e i passaruota ben profilati, a riunire quegli elementi capaci di conferirle una certa sportività. A non raccogliere l’unanimità è semmai la sezione frontale di nuova interpretazione, con i gruppi ottici a LED che si uniscono alla calandra. Ma d’altro canto, se vista nel suo complesso, la lunghezza di oltre cinque metri e il grande portellone fanno già intuire lo spazio disponibile al suo interno.

Offre uno spazio da vera ammiraglia?
Assolutamente si. Già all’apertura del portellone automatico ti si presenta davanti un bagagliaio molto ampio e ben sfruttabile, la cui capienza parte da 563 litri. E anche per i passeggeri posteriori lo spazio è davvero sovrabbondante: con un passo di oltre 2,8 metri era impossibile aspettarsi dell’altro. Pur essendo stata concepita con un posizionamento ovviamente superiore alla Passat, è un peccato che l’ambiente interno non si discosti molto da quest’ultima. Tuttavia l’abitacolo propone tutte le tecnologie più avanzate presenti negli scaffali di casa Volkswagen, tra cui Active Info Display ed infotainment con schermo da 9,2 pollici e controllo gestuali. Non mancano poi alcune chicche in ottica sicurezza: basandosi sui dati stradali forniti dal GPS e dal sistema di navigazione, le nuove luci di svolta dinamiche con regolazione predittiva sono in grado di rilevare l’imminente presenza di una curva e illuminarla prima ancora che il guidatore la affronti.

Al volante: ammiraglia o gran turismo?
Iniziando ad esplorare le sue qualità stradali nella modalità “Comfort” emerge lo spirito da grande viaggiatrice, che privilegia la comodità; selezionando la modalità “Sport” la Arteon si rivela valida e prevedibile, privilegiando uno stile di guida fluido e mai esasperato. La sintesi di ciò è quindi condensato nella modalità “Normal” che viene automaticamente selezionata all’accensione. La nuova ammiraglia di casa Volkswagen è insomma molto piacevole tra le curve, pur con i limiti fisici di una vettura che non nasce per le lunghe distanze: la notevole massa concentrata all’avantreno tende ad un certo sottosterzo tra le curve più strette, ma nel veloce piace per la stabilità e per le correzioni millimetriche che si possono attuare con uno sterzo che, pur non prontissimo, è sensibile e preciso, risultando adeguato alla tipologia di vettura. E in effetti l’equilibrio è il più grande pregio della Arteon, che dalla sua vanta pure interventi ordinati del controllo di stabilità, un impianto frenante vigoroso e una trazione integrale efficace capace di ripartire alla perfezione la potenza tra avantreno e retrotreno. Operazione non sempre facile quando nel vano motore alloggia un 2 litri Bi-turbodisel da 240 cavalli e ben 500 Newtonemtri di coppia. Abbinato ad un cambio doppia frizione a sette rapporti, in fase di accelerazione non incolla al sedile (lo scatto da 0 a 100 km/h viene coperto in 6,5 secondi) ma piace per la corposità ai regimi medi, per l’allungo che porta l’ago del contagiri senza incertezza fino a 4'500 giri al minuto, nonché per come accumula velocità una volta superanti i canonici 100 km/h, raggiungendo la punta massima di 245 orari senza difficoltà. Il tutto con un consumo medio, nell’impiego più civile, di circa 7 litri ogni 100 chilometri percorsi.

Vale i soldi che costa?
Come detto in apertura, su questo non v’è alcun dubbio. Il prezzo di partenza, fissato poco sotto i 45'000 franchi svizzeri, è molto attrattivo per la categoria d’appartenenza. E pure un esemplare come il nostro, decisamente ben motorizzato, richiede un esborso di 61'000 CHF cui va aggiunto qualche accessorio di prammatica. Certo non sono pochi spiccioli in termini assoluti, specie se relazionati ad un marchio generalista come Volkswagen, ma per la stessa cifra è molto difficile acquistare qualcosa di altrettanto completo. A patto che non ci si rivolga alla concorrenza interna che risponde al nome di Skoda Superb, anche se in quel caso parliamo di una vettura che si presenta in una veste decisamente più classica…

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