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TEST DRIVEUn antipasto di M2, farcito (volendo) con la trazione integrale

17.04.18 - 10:35
La BMW Serie 2 Coupé, nella variante M240i, può essere considerata a tutti gli effetti un’automobile unica. Le quattro ruote motrici? Non tolgono sapore alla guida e la differenzia da una M2.
Un antipasto di M2, farcito (volendo) con la trazione integrale
La BMW Serie 2 Coupé, nella variante M240i, può essere considerata a tutti gli effetti un’automobile unica. Le quattro ruote motrici? Non tolgono sapore alla guida e la differenzia da una M2.

Analizzando le pure prestazioni cronometriche, la M2 e la M240i sono pericolosamente vicine. Condividono un motore pressoché identico, a separarle ci sono giusto trenta cavalli, la velocità massima differisce solo se il cliente di una M2 acquista il cosiddetto “M Drivers Package” e a parità di cambio M240i ci mette solo un decimo in meno per toccare i 100 km/h. Prestazioni molto simili separate però da un prezzo di partenza di oltre 15’000 franchi. La domanda quindi sorge spontanea…

Perché dovrei acquistare un M2 anziché una M240i?
Perché la vuoi. Oppure perché cerchi la purezza di guida. Le sensazioni di guida che accompagnano per esempio una passeggiata tra i cordoli sono molto diverse tra le due: benché la M240i sia - come vedremo più avanti - oggettivamente molto capace, nella parte finale della catena cinematica nonché nella metodologia con cui vengono gestite le forze subite dalla vettura (cioè il reparto sospensioni e tutti i suoi derivati) ci sono molte sottigliezze capaci di rendere la M2 un’automobile diversa: se confrontassimo due esemplari entrambi dotati di trazione posteriore e cambio manuale ci ritroveremo tra le mani automobili diverse. Non radicalmente, ma tanto basta da giustificare la differenza di prezzo e di posizionamento. La domanda a questo punto potrebbe invertirsi…

Perché dovrei acquistare una M240i anziché una M2?
Di ragioni ce ne sono tante. Prima di tutto una premessa: per ottenere il meglio e rendere la M240i una scelta pienamente giustificata rispetto ad una M2 occorrerebbe sceglierla con la trazione integrale xDrive, tanto meglio se abbinata al validissimo e arcinoto cambio automatico a otto rapporti. E ve lo dice qualcuno che, in genere, non da questo tipo di consiglio. Questo perché una M240i con cambio manuale e trazione posteriore potrebbe, a lungo termine, darvi una sensazione di relativa incompletezza se paragonata ad una M2, mentre una M240i con cambio automatico e trazione integrale diventa una vettura completamente diversa. Vediamo il perché.

Le qualità dinamiche della M240i xDrive Steptronic
Nel percorso che ci ha condotto al nostro centro di prova la piccola BMW non ha mancato di far notare la relativa rigidità dell’assetto - del resto si tratta pur sempre di una Serie 2 appartenente alla ricca gamma delle ‘M Performance’. Ciò vuol dire motore prestante, assetto e impianto frenante rivisto, caratterizzazione estetica sia dentro che fuori. E le cure del reparto sportivo di casa non necessitano di troppo tempo per venire a galla. Tra tutte le caratteristiche della M240i, una spicca in particolare: l’agilità. O per rendere meglio l’idea: la sua inesauribile agilità. Con il passo corto e un trasferimento di carico pressoché inesistente si muove nel misto stretto come una piccola sportiva la cui massa supera di poco una tonnellata, aiutata da uno sterzo talmente accurato da non aver mai bisogno di alcuna correzione una volta impostata la traiettoria. Le sue qualità vengono ovviamente espresse nelle modalità di guida più sportive, dove il comando acquisisce un bel carico mantenendo un feeling naturale nonostante non sia particolarmente comunicativo. A questa agilità data dalla sua struttura aggiungete ora l’efficacia della trazione integrale xDrive: aggrappandosi con grande determinazione all’asfalto ti spinge ad osare sempre di più con il pedale destro, ponendoti di fronte al dato di fatto che con la M240i arrivi facilmente a ritmi molto, molto veloci. E senza troppi timori. Persino con il controllo di stabilità completamente disinserito, frangente in cui il generoso trasferimento di coppia verso il retrotreno consente uscite di curva applicando un sempre gustoso sovrasterzo. Il merito di questo mix tra limiti elevati e facilmente raggiungibili va sicuramente ai pneumatici, dei Bridgestone Potenza S001, i quali sono più che azzeccati per il tipo di auto e si avvicinano al proprio limite con la giusta porgessività. Il problema è che a lungo andare si finisce col desiderare pneumatici dalle performance ancora maggiori dato che il vero limite dell’automobile sembra risiedere solo nelle sue coperture.

E poi, con quel motore…
In tutto ciò non abbiano ancora minimamente accennato al suo propulsore: un sei cilindri è di per se un’unicità su una vettura come la Serie 1 ma una rarità anche su piccole sportive come la Serie 2, dato che anche concorrenti più blasonate come la Porsche 718 Cayman hanno recentemente adottato unità con due cilindri in meno. Quello della M240i è quanto di più classico si possa trovare in casa BMW: sei cilindri in linea, 3 litri, benzina con turbocompressore TwinScroll, per 340 cavalli di potenza e una coppia di 500 Nm disponibili costantemente tra 1’520 e 4’500 giri/min,; con prestazioni (nel caso dell’esemplare in prova) pari a 4,4 secondi necessari per scoprire lo scatto da fermo fino a 100 km/h e una velocità massima (autolimitata) a 250 km/h. Un propulsore che come si può facilmente evincere dalle sue caratteristiche tecniche tira bene sin dal minimo fino al limitatore, sebbene istintivamente si sia portati a cambiare rapporto già in prossimità del 6’000 giri al minuto. L’accoppiata con il citato cambio è ottima come d’abitudine, restituendo una bella sensazione meccanica ai medi regimi. E anche l’impianto frenante offre le solite ‘garanzie’ che siamo abituati a ritrovare su una BMW: bel feeling, buona potenza, ottimamente dosabile anche nelle condizioni più critiche.

Caratteristiche uniche. Ma per davvero.
Non sono tante le piccole coupé in circolazione, tantomeno quelle dotate di un motore altrettanto gustoso. Aggiungici poi la trazione integrale ed ecco che ottieni un insieme pressoché unico, come dicevamo in apertura. Chi acquista una M240i xDrive spende 62’200 franchi con la certezza di non trovare tutti questi elementi in un’altra automobile ad un prezzo inferiore. Da qui a definirlo un affare c’è di mezzo il mare, ma ci si porta a casa un sacco di contenuti per un prezzo tutto sommato… accettabile. Certo esteticamente resta molto più discreta rispetto ad una M2 dato che, tanto per cominciare, le carreggiate sono molto più strette. Ma forse ad alcuni va bene così, ed il fatto di poter disporre della trazione integrale può rappresentare un vantaggio non da poco, tenendo comunque sempre presente che la M240i xDrive è una vera e propria arma: ha un’agilità sconosciuta alle concorrenti dirette e al contempo è stabile sul veloce, consentendoti di arrivare molto in fretta a ritmi davvero sostenuti. Caratteristiche così assolute che rendono addirittura irrilevante il fatto che l’avantreno sia meno pronto rispetto ad altre BMW, tanto è oggettivamente inappuntabile la sua resa finale. Una resa evidenziata anche dal frontale imponente, dalle prese d’aria pronunciate, dalle appendici aerodinamiche e dal doppio terminale di scarico, da cui fuoriesce una colonna sonora che mette in chiaro il suo potenziale già alle basse velocità. E già che poc'anzi abbiamo accennato ai costi togliamoci anche il dubbio riguardo ai consumi: nonostante ciò che si possa pensare questo sei cilindri si accontenta di 10 litri ogni 100 chilometri percorsi. Non tanti di più, insomma, rispetto ad un ‘quattro’ con la stessa potenza.

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