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PRIME IMPRESSIONIHonda Jazz, con il “millecinque” è più vivace… sia fuori che al volante!

13.03.18 - 16:33
Con il nuovo motore da 130 cv accelerazione e dinamismo sono ben più marcati, ma al prezzo di una certa rombosità. Sempre molto versatile l’abitacolo della monospazio giapponese.
Honda Jazz, con il “millecinque” è più vivace… sia fuori che al volante!
Con il nuovo motore da 130 cv accelerazione e dinamismo sono ben più marcati, ma al prezzo di una certa rombosità. Sempre molto versatile l’abitacolo della monospazio giapponese.

La Jazz raddoppia le motorizzazioni a completamento di un piccolo restyling, operato con modifiche appena accennate: gli interventi estetici, nuovo 1.5 i-VTEC a parte, riguardano mascherina ridisegnata, paraurti di nuova foggia ed aggiunta di leggere minigonne laterali.

Con 28 cavalli in più e maggior elasticità, la Jazz 1.5 è davvero più grintosa?
La nuova motorizzazione, grazie ai 130 cv ed ai 155 Nm erogati a 4’500 giri, conferisce ben più “respiro” alla compatta monospazio giapponese, in special modo se la si guida con un piglio appena un po’ brillante; avendo insomma cura di mantenere il 1.5 nella zona medio-alta del contagiri, dove offre il meglio di sé. Sotto, infatti, il funzionamento è comunque regolare e ci si può anche “dimenticare” di scalare una marcia, restando con un rapporto alto; tuttavia, in questo caso la risposta è lenta poiché coppia e cavalli divengono apprezzabili solo a partire dai 4’000 giri in su. Oltre questa soglia – serve dunque un po’ d’occhio al contagiri – la Jazz 1.5 è invece brillante e traguarda i 100 km con partenza da fermo in poco tempo, impiegando solo 8,7 secondi. Altrettanto elevata anche la velocità massima, pari a 190 km/h, mentre in tema di consumi la Casa annuncia 5,9 l/100 km nel ciclo misto. Ottimo pure il cambio, rapido e dotato di rapporti intermedi parecchio vicini tra loro, dunque in sintonia con il tono brillante di questa versione. È però piuttosto corta pure la sesta marcia (a 130 km/h il motore gira già a 3’800 giri circa) e questo limita un po’ il comfort acustico, poiché ad andatura autostradale il rombo meccanico nell’abitacolo appare già particolarmente evidente. In alternativa al sei marce manuale, è disponibile in ogni caso un automatico a variazione continua CVT dalla rapportatura più versatile, pur se non altrettanto brillante nello scatto (in questo caso nel passaggio 0-100 km/h servono 10 secondi netti). Tra le curve la Jazz si conferma godibile, grazie al rollio ridotto ed alla buona agilità nei cambi di direzione; è piacevole anche lo sterzo, seppur il volante sia di diametro un po’ grande, ed in complesso l’auto si conduce con piacevole leggerezza.

Cambia qualcos’altro, oppure per il resto non ci sono novità?
È tutto nuovo anche l’allestimento Dynamic, dedicato specificatamente alla versione 1.5 i-VTEC (da 23’900 CHF): esternamente, la vettura si distingue infatti per l’introduzione di filetti rossi nella zona inferiore dei paracolpi, combinati alla presenza di un discreto spoiler posteriore ed ai cerchi in lega di colore nero. Debutta inoltre la nuova tinta azzurro SkyRide. L’abitacolo è invece invariato nell’arredo e negli altri dettagli. L’accoglienza è perciò quella conosciuta, apprezzabile specie per l’intelligente ed originale organizzazione degli spazi, che permette di incrementare considerevolmente la praticità e la versatilità di bordo. Specie nell’uso quotidiano. I sedili posteriori (Magic Seats, per la Honda) hanno infatti la particolarità di offrire un ampio spazio vuoto sotto il piano di seduta, impiegabile per gli oggetti personali; inoltre, quest’ultimo è anche rialzabile in verticale permettendo di ottenere un volume di carico a tutta altezza, dal pavimento al tetto dell’auto (1,28 metri): è molto comodo per caricare ad esempio oggetti alti.
Davanti, i sedili conservano la conformazione turistica delle altre versioni e non offrono un gran contenimento laterale; la posizione di guida è ad ogni modo comoda e ariosa, un filo rialzata. Sistemazione piacevole anche per il passeggero anteriore, ma in questo caso la poltrona, pur totalmente arretrata, risulta comunque un po’ più avanzata del consueto: probabilmente per non ridurre involontariamente lo spazio per le gambe di chi siede dietro, in effetti arioso. L’allestimento di bordo è piacevole nel disegno, pur utilizzando materiali plastici economici. La strumentazione è tradizionale, mentre il display centrale dell’Honda Connect ha una diagonale da 7 pollici con interfaccia utente basata su “app” e comandi stile smartphone. Questi ultimi interfacciabili tramite Bluetooth, Wifi, HDMI e MirrorLink. Il bagagliaio offre una discreta cubatura (354/897 litri) con soglia di carico piuttosto bassa e dunque comoda (61 cm da terra).

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