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PRIME IMPRESSIONI - ESCLUSIVAMercedes Classe G - L’immortale

22.09.15 - 11:37
È produzione dal 1979 ma non è mai stata venduta in così tanti esemplari come oggi. Abbiamo guidato la potente ed esclusiva G63 AMG Edition 463.
Mercedes Classe G - L’immortale
È produzione dal 1979 ma non è mai stata venduta in così tanti esemplari come oggi. Abbiamo guidato la potente ed esclusiva G63 AMG Edition 463.

Sembra davvero essere una delle vetture più immortali della storia dell’automobile. Ma lo è davvero? Apparentemente sembrerebbe proprio di si. “All’interno della nostra azienda si dice sempre che se si vuole avere un posto di lavoro sicuro, allora bisogna lavorare nel reparto che si occupa della Classe G!” afferma ridendo il Dr. Gunnar Güthenke, colui che si occupa di tutti i fuoristrada per il marchio tedesco. Da notare la distinzione, voluta, tra SUV e fuoristrada. In ogni caso non sembrano essere parole al vento. “I piani industriali della nostra azienda hanno un orizzonte di 10 anni e fino ad allora non porremo la parola fine. Anzi: la nostra dirigenza ha proprio dichiarato immortale la Classe G.”

Ma come si fa tenere in produzione per così tanto tempo una vettura nata ormai nel lontano 1979 con questo incessante sorgere di norme e leggi severe nei confronti delle automobili? La Defender, per esempio, l’anno prossimo smetterà di esistere… Risponde sempre Güntheke: “Il nostro segreto è stato quello di aver aggiornato regolarmente il modello sia in base alle normative che ai nostri standard aziendali. Così, con piccoli ma regolari investimenti, siamo riusciti a farla vivere sino ai giorni nostri. Se per esempio ci fossimo fermati e all’improvviso avessimo chiesto orecchio tempo dopo alla dirigenza un budget elevatissimo per un importante aggiornamento, probabilmente ci avrebbero detto di no trattandosi di un modello di nicchia e prodotto in poche unità.” Così facendo ci ritroviamo oggi un’automobile che fuori è rimasta fedele a se stessa, che dentro è lussuosa come si conviene ad una Mercedes, dotata da un lato di motori Euro 6 e parecchi dispositivi di sicurezza e dall’altro sempre ancora con telaio a longheroni, rapporti ridotti e tre differenziali bloccabili manualmente.

Numeri piccoli dicevamo, certo, ma sempre in crescita. Diventata di tendenza nel decennio passato in particolare grazie alla versione curata da AMG, a seguito dell’importante aggiornamento apportato nel 2012 ha conosciuto un vero e proprio boom: se nel 2012 erano stati prodotto poco più di 6’000 esemplari, lo scorso anno dalle linee di produzione interamente manuali ne sono state sfornate poco meno di 14’000. Numeri notevoli per un’automobile di questo tipo, i cui prezzi possono toccare livelli vertiginosi superando anche i 370’000 franchi come nel caso della G65 AMG con motore a 12 cilindri. L’intera gamma di fatto è stata ancora lievemente aggiornata per l’ennesima volta. Poca roba, ma sostanziosa: ritarato l’intero reparto sospensioni che ora gode anche di ammortizzatori regolabili, l’ingresso in gamma della 350d a gasolio - la più efficiente dell’intera storia produttiva - e della nuovissima 500 dotata di un V8 Biturbo da 4 litri nonché leggeri aumenti di potenza per la G63 AMG e G65 AMG, rispettivamente di 27 e 18 cavalli. Senza dimenticare cinque nuove vernici appariscenti denominate “crazy colors” e la versione speciale EDITION 463 basata sulla citata G63 AMG.

 

LA PROVA SU STRADA DELLA G63 AMG

Ed è proprio quest’ultima che abbiamo guidato per qualche ora nei dintorni di Francoforte a margine del salone dell’auto. Tecnicamente non c’è nulla che la distingui dalla G63 AMG da cui deriva: semplicemente l’estetica è ancora più muscolosa, vi sono cerchi forgiati da 21 pollici e un abitacolo con plancia completamente rivestita in pelle nappa e rifiniture in carbonio. Un contrasto molto interessante quello di materiali di lusso e componenti della plancia ripresi dall’attuale produzione Mercedes-Benz ma incastonati in un layout moderno quanto i pantaloni a zampa d’elefante. C’è quella posizione di guida anacronistica, del tutto simile a una sedia, con il volante tutt’altro che verticale e i pedali disassati sulla sinistra, con poco spazio per i movimenti del braccio sinistro. E di primo acchito fai anche fatica a guidarla. Pensi sempre che sia più ingombrante di quello che è in realtà, ti ritrovi tra le mani un volante che così indiretto non le vedevi più da vent’anni, quando chiudi la porta senti quel caro e bel vecchio rumore di solida lamiera teutonica. Però pur essendo assurdo e assolutamente distante da qualsiasi canone moderno è anche irresistibilmente autentico e affascinante. Un po’ come guidare un Wrangler o un Defender, con la differenza che oltre ad essere decisamente più esclusiva e meglio rifinita hai un bel po’ di potenza sotto il piede destro. Basta un minimo richiamo e già da meno di 2’000 giri al minuti i mastodontici 760 Nm di coppia ti portano verso la zona alta del tachimetro accompagnato dal gorgoglio dell’otto cilindri. Quando richiami tutta la potenza va forte, ma non troppo: il peso e l’aerodinamica hanno il effetto - si scatta fino a 100 all’ora in 5,4 secondi, a 210 km/h ci si ferma. In tutta onestà non è nata per le curve, ma provarci ha sempre un che di avventuroso: una volta capito come anticipare qualsiasi movimento dello sterzo e giocando con l’acceleratore molte curve si concludono con la classica e tesa ghignata isterica. D’altro canto non ha nemmeno seppellito il suo talento vero, quello che emerge nel fuoristrada. Lo abbiamo fatto in un percorso assai impegnativo e non è che vi fosse poi molto che potesse fermarla. È anacronistico ma maledettamente efficace dover bloccare manualmente uno, due o tutti e tre i differenziali e arrampicarsi ovunque senza ripartitori di coppia elettronici. Nelle discese ripide è stato altrettanto sorprendente non dover premere nessun bottone per la discesa assistita ma innestare unicamente il primo rapporto ridotto e rilasciare il freno: l’efficacia è esattamente la stessa, se non superiore. È molto rudimentale, ma incredibilmente affascinate, e dopo un po’ di tempo ci si abitua in fretta a conviverci. Non v’è dubbio, come dicono gli stessi uomini che l’hanno progettata, che si tratta di un fuoristrada che si può anche utilizzare tutti i giorni, se si è appassionati. E che, altrettanto giustamente, si può usare in qualsiasi terreno e in qualsiasi condizione. Al giorno d’oggi ci sono SUV che lo sanno fare e rappresentano un migliore compromesso, ma sempre SUV resteranno. Questo, invece, è il fuoristrada più lussuoso, veloce, irrazionale e meraviglioso che sia mai stato creato.

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