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PROVA SU STRADASkoda Octavia Scout - Wagon con gli stivali

19.05.15 - 11:47
Provata a fondo l’Octavia dedicata a chi non si accontenta delle strade asfaltate
Skoda Octavia Scout - Wagon con gli stivali
Provata a fondo l’Octavia dedicata a chi non si accontenta delle strade asfaltate

È già in commercio la versione Scout della nuova Skoda Octavia Combi 4x4: disponibile col motore a benzina 1.8 TSI da 180 cavalli e col Diesel 2.0 TDI in due declinazioni di potenza (150 e 184 cavalli), è la variante con ambizioni fuoristradistiche della gamma Octavia. Per rivestire tale ruolo la Scout ha una altezza da terra superiore di 31 millimetri rispetto alla versione standard: questo si traduce in un angolo di attacco pari a 16.7 gradi, sufficiente per permetterle di avventurarsi su terreni accidentati non troppo impegnativi. La trazione integrale è orchestrata dalla frizione Haldex di quinta generazione che si occupa della distribuzione della coppia tra i due assi, coadiuvata dal bloccaggio elettronico del differenziale EDS che, agendo sui singoli freni, simula l’effetto di un differenziale autobloccante. Nel sottoscocca sono inoltre state installate delle coperture aggiuntive per garantire maggior protezione agli elementi meccanici.

Numerosi dettagli la rendono anche esteticamente distinguibile dalle versioni prettamente stradali: paraurti, gusci degli specchietti, battitacco e passaruota presentano dettagli e colorazioni specifiche; sono inoltre di serie i cerchi in lega da 17 pollici con pneumatici 225/50. Pure all’interno dell’abitacolo vi sono diverse caratterizzazioni: le scritte “Scout” sono presenti sui sedili anteriori, sui battitacco, sul pomello del cambio e sul volante, mentre la presenza di altri dettagli quali le modanature sulle portiere o le specifiche combinazioni di colori della plancia e dei sedili completano l’opera.

La protagonista della nostra prova era dotata del motore Diesel da 184 cavalli accoppiata al cambio automatico DSG a 6 rapporti. Il 4 cilindri si conferma una buona unità motrice e garantisce alla vettura delle prestazioni più che sufficienti per l’utenza a cui è destinata; già a 1750 giri la spinta è corposa grazie ai 380 Newtonmetri di coppia, ma nel caso non dovessero bastare ci pensa il doppia frizione a venire in soccorso del piede destro, scalando una o più marce con rapidità. La rapportatura del cambio è azzeccata, con una prima e seconda marcia corte e adatte per le lente andature su percorsi sterrati e una sesta marcia che permette di tenere il motore a bassi regimi nei viaggi autostradali.

Su strada pare di guidare una Octavia non “rialzata”: rollio e beccheggio sono presenti ma decisamente meno di quanto ci si aspetterebbe da un’automobile con assetto tutt’altro che sportivo. La motricità è esemplare, tanto che su asfalto asciutto è impossibile percepire delle perdite di trazione anche in uscita dalle curve più strette. La sensazione è comunque quella di essere “tirati” dall’avantreno piuttosto che “spinti” dal retrotreno, ovvero il classico temperamento di un’auto a trazione anteriore: infatti, quando il ritmo di guida cresce il comportamento della Scout passa dal neutro al sottosterzante (anche se mai in modo spropositato), chiamando in soccorso il controllo di stabilità che interviene solo quando è necessario.

Come se la cava in fuoristrada? Discretamente. L’abbondante altezza da terra permette di districarsi con disinvoltura tra dossi, buche e piccoli ostacoli, mentre la trazione integrale aiuta a togliersi d’impaccio quando le ruote poggiano su fondi scivolosi. Il limite però è dato dall’assenza di un vero differenziale autobloccante: quando la pendenza si fa particolarmente insidiosa e il terreno molto sdrucciolevole, l’EDS non basta per gestire gli slittamenti delle singole ruote e una volta “piantati” non rimane che fare retromarcia e ritentare… prendendo la rincorsa.

Si può quindi dire che questa Octavia Scout sia un po’ più “Octavia” che “Scout”, anche perché rispetto alle altre versioni non perde niente in termini di fruibilità quotidiana. L’abbondante volume di carico del bagagliaio (610 litri) rimane invariato, così come l’elevata qualità percepita a bordo e nel complesso della vettura. I consumi sono influenzati dal maggiore peso e dalla trazione integrale ma rimangono comunque contenuti a circa 6.5 litri per 100 km. I contenuti ormai da categoria premium si riflettono sul prezzo di acquisto che, aggiungendo qualche altro optional, arriva a sfiorare i 50 mila franchi. E noi pensiamo che li valga.

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