Il micio percepirebbe il padrone proprio come un suo simile, ma più grosso
BRISTOL – Un suo simile, ma molto molto più grande. Così il gatto percepirebbe il suo padrone, almeno secondo quanto affermato da una ricerca dell’Università inglese di Bristol. Secondo i biologi britannici, infatti, il micio vedrebbe il suo padrone come un gatto, un suo simile, ma di dimensioni maggiori.
Lo studio, durato decenni, parte dalla differenza tra cani e gatti: i primi sono stati addestrati nel corso dei secoli, allontanandosi poco alla volta dai lupi, specie dalla quale discendono; i secondi, invece, sono rimasti uguali a sé stessi da quando hanno iniziato ad avvicinarsi all’uomo, 5mila anni fa. Di conseguenza, i gatti interagiscono con l’uomo con i comportamenti che conoscono in natura: le fusa, ad esempio, servono per chiedere alla madre di restare e dare latte e per fare amicizia con esemplari più grandi.
Quando fanno le fusa agli uomini, dunque, è perché li considerano gatti più grandi che sostituiscono la mamma. Allo stesso modo, alzano la coda per salutarsi tra loro e quel gesto è lo stesso usato per dimostrare affetto verso i padroni. Proprio perché, ai loro occhi, l’uomo non è altro che un gatto più grande, con il quale comunicare con la lingua dei gatti.