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TEST DRIVE“Pieno” di corrente e di sostanza per la Optima Sportswagon PHEV

30.09.19 - 06:00
La grande wagon ibrida ricaricabile, ulteriormente affinata, convince per autonomia e rendimento offrendo buone prestazioni ed un’accoglienza di qualità. Leggermente sottotono il vano di carico.
“Pieno” di corrente e di sostanza per la Optima Sportswagon PHEV
La grande wagon ibrida ricaricabile, ulteriormente affinata, convince per autonomia e rendimento offrendo buone prestazioni ed un’accoglienza di qualità. Leggermente sottotono il vano di carico.

Una familiare “di spessore”: si potrebbe ben definire così la Optima Sportswagon ibrida plug-in (48'450 CHF), modello meno noto rispetto ad altri – in special modo tedeschi premium – ma contraddistinto dal consueto, elevato e ben tangibile contenuto di sostanza che rende un bel punto di riferimento la produzione della coreana Kia. Tanto più alla luce degli aggiornamenti guadagnati con questa edizione 2019, tra cui spicca tra l’altro l’arrivo dell’omologazione Euro 6d-Temp.

Ampia modalità elettrica e batteria grande quanto aiutano i consumi?
Anche il look vuole la sua parte e sotto questo aspetto la spaziosa station wagon Kia, lunga 4,86 metri, guadagna indubbiamente qualche punto in più di carattere grazie al frontale ridisegnato, dalle linee più armoniche e sinuose combinate alla dotazione full-led per i gruppi ottici, fendinebbia inclusi. La coda non resta invariata ma conserva una presenza “scultorea” che non ha bisogno di interventi, per un insieme dallo stile certamente non innovativo ma al tempo stesso moderno, equilibrato e piacevole: non cattura gli sguardi a prima vista ma in grado senz’altro di restare piacevole nel lungo periodo, che è poi l’ambizione del modello stesso. La meccanica ibrida, con trazione sulle ruote anteriori, è senza dubbio interessante proprio in virtù del potenziale di marcia in modalità puramente elettrica, conferito dall’adozione di una grande batteria che si spinge fino alla capacità di 12,3 kWh: secondo la Casa, la più elevata tra i modelli ibridi plug-in del segmento D. Questa scelta consente così di estendere l’autonomia nella marcia a zero emissioni fino a ben 62 km (con punta massima fino a 120 km orari) con consumo medio dichiarato di 1,4 l/100 km partendo dalla piena carica; ad accumulatore sotto la metà della carica, nel corso del nostro test su strade di tipo misto, abbiamo ad ogni modo rilevato medie interessanti attorno ai 6 l/100 km, di tutto rispetto per la mole del veicolo. Il motore di base è un due litri GDi aspirato ad iniezione diretta, ora dotato anche di filtro antiparticolato, capace di erogare 155 cv, mentre l’unità elettrica ad esso abbinata fornisce 68 cv (50 kW). La potenza combinata raggiunge il picco di 205 cv con coppia massima di 375 Nm ad appena 2330 giri (aiutano in questo caso i 205 Nm dell’elettrico, già da zero giri), per un comparto prestazionale di tutto rispetto a dispetto della massa di 1880 kg: lo scatto da fermo richiede 9,7 secondi per raggiungere i 100 km orari, la punta massima tocca quota 192 km/h. Il tutto gestito dalla trasmissione automatica standard, dotata di sei rapporti che permettono una risposta fluida, progressiva e diretta del tutto in linea con i modelli automatici a propulsione convenzionale.

Fluidità ed equilibrio sono le note più evidenti del carattere dinamico…
La Optima Sportswagon PHEV è lontana da ogni attitudine sportiveggiante, peraltro sopra le righe su una vettura dedicata principalmente a convivialità, viaggio ed attenzione all’economia di esercizio: ciò premesso, le qualità di marcia conservano un buon equilibrio tra contenimento dei movimenti della carrozzeria in curva e qualità di assorbimento delle asperità (le sospensioni hanno una regolazione fissa), rendendo la guida docile e piacevole tra le curve – con maneggevolezza valida, nonostante si avverta un certo senso di inerzia dovuto alla massa superiore –, così come rilassante e ben “isolante” nei trasferimenti ad ampio raggio. Risponde bene anche la meccanica, con armonia di integrazione tra elettrico e propulsione convenzionale; al di là della modalità puramente EV, comunque apprezzabile in special modo nel traffico urbano, nella modalità ibrida si viaggia con brio in punta di acceleratore, grazie all’apporto del motore a corrente che permette buone variazioni dell’andatura senza dover cercare i regimi più elevati col due litri a benzina: nella maggior parte delle condizioni di impiego ci si trova dunque a marciare in condizioni di silenziosità evidente. Col contributo attivo di un abitacolo razionale ma ben curato nei dettagli – insieme agli affinamenti portati dall’aggiornamento 2019 –, convincente sul piano del design ma soprattutto ben spazioso ed altrettanto accogliente. Le poltrone anteriori, ampie e dotate di imbottitura “solida”, molto confortevole sulla distanza, possono essere completate anche delle funzionalità di riscaldamento e ventilazione, mentre dietro la libertà di movimento è davvero notevole. Curato anche il comparto multimediale, con schermo centrale da 8” sufficientemente ben visibile e servizi completi. Al pari del corredo di ausili attivi alla guida, corposo di serie e completabile con il pacchetto omnicomprensivo Style Plus. Niente stonature dunque? In verità una c’è ed è il volume del bagagliaio standard un po’ al di sotto della media (440 litri), per via dell’ingombro della sottostante batteria.

Questo test-drive è stato realizzato con la collaborazione di...

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