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TEST DRIVEPajero, addio con onore: stop in Europa per la capace 4x4 Mitsubishi

13.08.18 - 06:00
La popolare fuoristrada si appresta ad abbandonare i listini nei Paesi del Vecchio Continente, pur conservando invidiabili doti di versatilità ed accoglienza. Con una guida equilibrata e godibile.
Pajero, addio con onore: stop in Europa per la capace 4x4 Mitsubishi
La popolare fuoristrada si appresta ad abbandonare i listini nei Paesi del Vecchio Continente, pur conservando invidiabili doti di versatilità ed accoglienza. Con una guida equilibrata e godibile.

Si può ben dire che questa classica 4x4 è tra le pietre miliari della storia moderna di Mitsubishi.
È proprio in questi termini. La Pajero è stata una figura storica del fuoristrada impegnato, in seguito anche mezzo di culto per tutti gli anni Novanta ed oltre, quando abbinò design accattivante a interni ricercati; di lì in poi, facendo seguire una lunga carriera con tante evoluzioni ed un costante equilibrio tra i suoi vari aspetti ed elementi, capaci di ampliarne ulteriormente versatilità e godibilità. Le stesse qualità che accompagnano ora il modello ancora in splendida forma – nonostante gli anni – verso la porta di uscita dall’Europa, dato che Mitsubishi ne sta progressivamente terminando l’importazione. I motivi sono diversi e tutti comprensibili – vendite schiacciate da SUV e crossover, difficoltà crescenti con i livelli di consumi ed emissioni – ma certamente c’è un certo dispiacere che lascia un po’ di “vuoto”; è pur vero che la marca giapponese non sarebbe dov’è ora senza successo e longevità di questa classica fuoristrada. La ritroviamo dunque per un test di commiato, nella solida e capace versione a cinque porte ed equipaggiata con la meccanica ormai unica del suo listino (più che abbordabile, spaziando da 42'400 a 58'900 CHF), ad ogni modo apprezzabile: sotto il cofano pulsa il consueto quattro cilindri 3.2 DID turbodiesel common rail da 190 cavalli, combinato ad una classica trasmissione automatica a cinque rapporti con convertitore di coppia ed alla trazione integrale versatile quanto completa, potendo combinare le diverse esigenze di strada e off-road.

In che stato di forma si presenta dunque “in uscita” la popolare Pajero?
A bordo mancano le “magie” più moderne come la frenata automatica d’emergenza o il regolatore di velocità adattivo, per citarne due dei più popolari. Tuttavia, la vettura mostra qualità anche dinamiche che tutt’ora ne fanno una delle 4x4 classiche più piacevoli sullo stesso asfalto. Aiuta certamente il passo lungo, fonte di equilibrio e stabilità nelle curve e nelle eventuali manovre brusche, ma la Pajero 5P affianca in ogni caso tanta compostezza con una tenuta in curva superiore alle aspettative, complici movimenti sempre ridotti della carrozzeria che, di fatto, non oscilla praticamente mai; al massimo, appoggiandosi con discrezione verso le ruote d’appoggio. Il tutto senza assetti regolabili, facendo unicamente conto sulla regolazione standard: in verità leggermente “consistente” su asperità lievi, seppur in complesso ben tarata. Con queste caratteristiche, l’agilità di azione tra le curve è superiore a quanto annuncino massa e caratteristiche tecniche della vettura; si perdonano volentieri uno sterzo piuttosto lento e demoltiplicato ed una tendenza ad allargare la traiettoria in curva sempre ben avvertibile non appena si dimentica la natura di 4x4 “vera” dell’auto, approcciando le volte della strada con troppa “allegria”.

Sulla Pajero, uno dei vanti resta la versatilità della trazione integrale.
Senza dubbio. Trazione e motricità sono da sempre fiori all’occhiello della gamma Pajero, affidate ad una meccanica davvero versatile: due sole ruote motrici (posteriori) oppure la soluzione integrale permanente a distribuzione di coppia variabile tra gli assali accontentano le esigenze della moderna mobilità su asfalto; blocchi dei differenziali centrale e posteriore con marce ridotte ampliano gli spazi di avventura alla ricerca di libertà. Con il consueto corredo di una scocca debitamente irrobustita, seppur dotata di sospensioni indipendenti sui due assali in luogo del più tradizionale ponte rigido posteriore. Si fa apprezzare anche il turbodiesel di oltre tre litri: allunga anche oltre il livello di potenza massima (3500 giri) se serve per sorpassi o ad esempio in montagna, vanta un’erogazione elastica ma con un pizzico di brio in più al crescere del regime e muove con buona agilità la massa del veicolo (2385 kg) senza dover mai spingere troppo sul gas. Più che accettabile la stessa accelerazione da fermo (11,4 secondi fino ai 100 km/h); non rapido, ma in definitiva godibile, il cambio automatico. Semmai, è sul fronte dei consumi che si paga qualcosa; in media, nel corso del test, abbiamo registrato con maggior frequenza 12,5 l/100 km guidando però con attenzione, pena un ulteriore incremento verso i 14 km/l. Valido il comfort di marcia, con rombosità del motore evidente in accelerazione ma ben incapsulata ad andatura costante (torna a farsi sentire, molto sommessamente, dai 130 km orari) e fruscii aerodinamici assai contenuti.

Che ambiente riserva la vettura a bordo?
Abituati all’egemonia di grandi display digitali, nell’abitacolo della Pajero 5P si torna a respirare un’atmosfera dai toni classici, anche se a centro plancia non manca anche qui lo schermo tattile per infotainment e navigazione. L’ambiente è ad ogni modo gradevole e moderno – siamo a bordo della Style, versione completa –, con plancia di notevole presenza grazie allo sviluppo verticale insieme a comandi di facile individuazione. Le finiture sono di buona qualità, con plancia e fianchi superiori delle portiere dotati di superfici imbottite, mentre rivestimento interno del tetto e coperture dei montanti appaiono più economici. Tanto lo spazio a bordo, in ogni direzione, come ci si aspetta su una fuoristrada di grandi dimensioni come questa; peccato giusto che nella personalizzazione del posto di guida manchi la possibilità di registrare in profondità il piantone di sterzo. Molto comoda e versatile la sistemazione sul divano posteriore, completata tra l’altro da schienali regolabili e servita da quattro bocchette di aerazione, a scomparsa la terza fila coi due posti aggiuntivi, di serie; da notare che le sistemazioni delle file posteriori possono essere smontate agevolmente dal veicolo per ottenere un vano di carico particolarmente ampio, adatto anche a mountain bike non smontate. Importante inoltre la capacità di traino: 3500 kg.

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