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TEST DRIVEToyota C-HR 2.0L Hybrid, crescono prestazioni e ambizioni

20.11.19 - 06:00
Con il restyling di metà carriera arriva il sistema ibrido da 184 cv, che assicura una bella iniezione di brio insieme ad una guida più fluida e piacevole. Aggiornati anche design e tecnologie.
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Toyota C-HR 2.0L Hybrid, crescono prestazioni e ambizioni
Con il restyling di metà carriera arriva il sistema ibrido da 184 cv, che assicura una bella iniezione di brio insieme ad una guida più fluida e piacevole. Aggiornati anche design e tecnologie.

La C-HR raddoppia e punta con ancor più decisione sull’ibrido, cavallo di battaglia di Toyota per le classi medie della sua produzione: sul crossover giunto al primo restyling di carriera, iniziata nel 2016, l’esistente sistema combinato di propulsione da 122 cv con unità benzina di 1.8 litri – a sua volta aggiornato nella batteria ora al litio, per peso e prestazioni superiori – viene infatti affiancato dalla più recente variante 2.0 litri Dynamic Force, già apparsa a bordo della Corolla ultima generazione, in grado di generare una potenza di sistema ben più performante, da 184 cavalli.

Con l’ibrido più prestante, come cambia la C-HR?
Si tratta di un’iniezione di energia che certamente serviva al modello, contraddistinto com’è dal design particolarmente fresco e sportiveggiante. Tra l’altro, con il “facelift”, CH-R guadagna una buona dose supplementare di attrattiva, grazie a pochi ma riusciti interventi, specie nel frontale, più levigato e distintivo nel taglio dei gruppi ottici. La nuova unità ibrida apporta una significativa iniezione di elasticità e brio alla guida, non soltanto per il netto incremento nei cavalli a disposizione, ma, in special modo, per il differente bilanciamento dell’erogazione di potenza tra motore termico (il due litri, di suo, eroga 152 cv) e unità elettrica da 109 cv; la spinta di quest’ultima è ora molto più preponderante e vigorosa che in precedenza, rendendo ben più piacevole l’accelerazione. In questo modo, infatti, il quattro cilindri termico deve salire meno frequentemente su regimi elevati, a tutto vantaggio del comfort acustico e della piacevolezza di marcia; soltanto nello scatto a pieno gas – comunque brillante, con il passaggio 0-100 km/h coperto in appena 8,2 secondi – resta ancora ben avvertibile (e poco godibile) l’effetto di trascinamento “monomarcia” della trasmissione CVT. La revisione della meccanica ibrida, su questa variante di due litri, conserva la batteria Ni-Mh ma di nuova generazione, mentre grazie alla nuova taratura dei due motori si riesce a viaggiare su percorso misto con una media d’uso vicina al 50% in modalità elettrica, possibile tra l’altro fino ad andature di 120 km orari; imponendo la modalità di marcia EV pura, l’auto riesce a coprire 2-3 km prima di dover avviare anche l’unità a benzina. Nel complesso, la C-HR 2.0L Hybrid, già disponibile con prezzi a partire da 36'500 CHF, vanta una buona economia di esercizio, con la media dichiarata dalla Casa fissata in 5,4-5,3 l/100 km (WLTP).

In marcia: che carattere offre il rinnovato crossover-coupé?
Il crossover-coupé giapponese migliora anche sotto diversi altri aspetti, in particolare nella guidabilità e nel comfort, grazie alle migliorie combinate di assetto ed isolamento acustico. Al volante colpisce subito l’assetto morbido ma senza eccessi, che lascia posto ad un assorbimento eccellente di ogni imperfezione, mentre in città l’auto si muove con la consueta, piacevolissima sveltezza che già possedeva, unita alla maggior prontezza dell’ibrido più potente. Tra le curve, invece, si apprezzano il rollio ridotto ed una buona precisione di traiettoria, che permettono di viaggiare con un bel ritmo dinamico e senza impegno; la C-HR non ha ancora un’anima pienamente sportiva, ma ora offre certamente una bella iniezione di brio per garantire una piacevolezza d’uso più intensa e duratura. Tanto più che, ad andatura autostradale costante, la silenziosità di bordo è gradevole e regala viaggi di buona qualità. Incluso il corredo esteso degli ausili attivi alla guida, che allargano la piacevolezza d’insieme della vettura. In veste di auto familiare, però, la C-HR conserva i limiti del bagagliaio dalla cubatura un po’ limitata, tanto più sulle versioni ibride, che scontano in parte la presenza della batteria nella zona inferiore: 358 litri, ampliabili fino a 1102 litri abbattendo il divano posteriore. In ogni caso, buono lo spazio a bordo per i passeggeri, che tra l’altro può contare su un arredo con materiali di una certa qualità; davanti, le poltrone sono ampie a sufficienza e la posizione di guida piuttosto ben personalizzabile, giusto il volante resta sempre un po’ distante, anche con registro di profondità alla massima estensione; dietro, la sistemazione è solo discreta, perché alla buona libertà di movimento per le gambe si combina una visibilità nettamente ridotta dal taglio rialzato e diagonale delle superfici vetrate. Assenti, inoltre, sia le bocchette di ventilazione, sia le prese di alimentazione. Aggiornato e “hi-tech” il comparto navigazione e multimedialità, con schermo centrale da 8” contornato da pratici pulsanti di richiamo delle funzionalità principali, interfacce smartphone complete e funzionalità aggiuntive tra cui l’integrazione con l’applicazione MyT, che consente, tra l’altro, di ritrovare l’auto dove la si è parcheggiata, così come di inviare il programma di navigazione alla vettura.

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