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TEST DRIVEBMW Serie 2 Acrive Tourer – È una vera BMW?

18.04.16 - 16:22
Nata con lo scopo di rubare clienti alla Mercedes Classe B, si rivela sia un’ottima volume che una vera BMW. Provare per credere!
BMW Serie 2 Acrive Tourer – È una vera BMW?
Nata con lo scopo di rubare clienti alla Mercedes Classe B, si rivela sia un’ottima volume che una vera BMW. Provare per credere!

Questa è una di quelle automobili con le quali, prima di iniziare una prova su strada, senti di dover dare qualcosa in più rispetto al solito. Perché quando la novità è tanto attesa quanto insolita e quando rompe gli schemi di un marchio che nel bene e nel male possiede sempre ancora una volta schiera di tradizionalisti, l’automobile stessa assume le sembianze di un’incognita per la quale cerchi di fornire una risposta che sia più corretta ed esaustiva possibile. Perché, diciamocelo francamente, non è che capita tutti i giorni di dover recensire una monovolume a trazione anteriore marchiata BMW. Ok: il nostro esemplare era dotato della trazione integrale xDrive, ma ci siamo capiti.

Quindi, da dove cominciare? Dalle cose più semplici come l’impatto visivo. Un aspetto che cerco di liquidare il più in fretta possibile perché mi sento più a mio agio a descrivere le sensazioni che si provano alla guida di una vettura che non le forme di un oggetto (altrimenti scriverei di una rivista di arredamento, no?) – oltre al fatto che è estremamente oggettivo. Ma qua dobbiamo farlo: si tratta pur sempre della prima monovolume della casa. E quindi? Nonostante le proporzioni tipiche delle vetture di questa categoria possiede tutti quegli elementi per identificarla immediatamente quale BMW, senza se e senza ma. E dato che il suo obiettivo è – senza mezzi termini – quello di rubare clienti alla Mercedes che qualche anno fa si è inventata la Classe B, possiamo aggiungere che nonostante delle dimensioni pressoché identiche è riuscita a conferirle un maggiore dinamismo, a renderla più giovanile, oltre che spiccatamente sportiva nell’allestimento MSport di cui era dotata la vettura in prova.

Calarsi nel ruolo del monovolume significa anche fare contente tutte quelle famiglie che ricercano la praticità. A Monaco sono stati ovviamente facilitati dal fatto che attingendo dal meglio di ciò che propone la concorrenza non c’è bisogno di inventarsi grandi cose. Così abbiamo tanti vani portaoggetti più o meno capienti, un bagagliaio ampio e regolare (con apertura del portellone elettrica) e sedili scorrevoli individualmente (a pagamento). Di spazio ce n’è davvero tanto, si sta ben comodi anche in quattro e in generale si prova sempre un piacevole sensazioni di ariosità. Ciò non impedisce di sentirsi a casa a chi è abituato a guidare una BMW ritrovando tutti gli elementi e i domandi a cui è abituato, e nemmeno di ricavarsi una posizione di guida che è tipica della casa bavarese, vale a dire che nonostante la posizione di guida un po’ rialzata e il volante leggermente inclinato di fatto non hai quasi la sensazione di trovarti a bordo di una monovolume. Questo, in particolare, anche per le sensazioni che provi quando sei alla guida.

È bizzarro trovarsi agevolmente oltre i 200 chilometri orari con una vettura come questa, che scatta da 0 a 100 chilometri orari nello stesso tempo che una ventina di anni impiegava una Serie 3 con il motore a sei cilindri in linea top di gamma. O ancora che lo sterzo svelto, degno di qualsiasi altra BMW, ti invita a spremerla nelle curve e ad usare l’ottimo cambio a otto rapporti con i paddle al volante. Però è questo quello che succede quando su una monovolume si implementano componenti già visti (e apprezzati) su altre vetture del marchio. Non c’è proprio storia: sul piano dinamico primeggia rispetto a qualsiasi altra concorrente. Restituisce insomma a chi guida un piacere di guida elevatissimo, dato da un’innata agilità e un retrotreno molto collaborativo che la rende divertente in ogni situazione. Questo senza dover necessariamente optare per l’assetto sportivo MSport come in dotazione al nostro esemplare che, quanto a rigidità, non è certo adatto a tutte le famiglie quanto più a quelle per cui la dinamica è una condizione sine qua non per determinarne l’acquisto. E il motore? Il nuovo due litri turbodiesel, realizzato interamente in alluminio, non ha bisogno di presentazioni: le prestazioni le abbiamo descritte sopra, l’allungo è molto spontaneo e i consumi solo leggermente più alti di quelli di una Serie 1 con lo stesso motore – cioè ai vertici della categoria per quanto sono contenuti. E la trazione integrale? Efficacissima e divertente dato che privilegia il retrotreno, da scegliere senza rimpianti.

A scambiare qualche opinione con passanti, altri automobilisti o addirittura colleghi, molti si sono chiesti come abbia fatto BMW a realizzare un prodotto che, pur essendo così diametralmente opposto rispetto a quanto finora prodotto dal marchio, sappia al tempo stesso essere così completo e convincente in tutti gli aspetti che si possano prendere sotto esame. La risposta è semplice: in parte perché come scritto sopra basta osservare la concorrenza, prendere il meglio e implementarlo nel proprio prodotto. In secondo luogo non bisogna trascurare l’esperienza che BMW ha accumulato con Mini da ormai oltre un decennio, tanto che la Serie 2 Active Tourer si basa proprio sul pianale (allungato) di quest’ultima. E così ecco che è riuscita in quello che molti credevano impossibile: calarsi perfettamente sia nel ruolo di monovolume che in quello di BMW. Che non è propriamente un gioco da ragazzi.

SCHEDA TECNICA

Modello, versioneBMW 220d Active Tourer xDrive MSport
Motore4 cilindri in linea, 2 litri, 190 cv, 400 Nm
TrasmissioneCambio automatico 8 rapporti, trazione integrale
Massa a vuoto1'585 kg
Accelerazione 0-100 km/h7,3 secondi
Velocità max.222 km/h
Consumo medio4,6 L/100 km
Prezzo49'710 CHF

 

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