E uno su quattro per comprare casa attinge dalla Cassa pensione, in Ticino invece lo fa quasi uno su tre
ZURIGO - Gli svizzeri tendono a restare fedeli alla banca a cui richiedono l'ipoteca. Nel 77% dei casi, infatti, non cambiano istituto di credito al momento del rinnovo o della proroga. È quanto mette in evidenza un sondaggio pubblicato oggi dal portale immobiliare homegate.ch.
I più leali sono gli svizzero tedeschi (79%), mentre i ticinesi rimangono con la stessa banca nel 56% dei casi, si legge in una nota. Come motivi della scelta, contano soprattutto i rapporti d'affari in essere (55%), una buona consulenza (36%) e la presenza di filiali in zona (27%).
Il 40% dei residenti in Svizzera è proprietario di una casa o di un appartamento, rivela lo studio rappresentativo condotto su circa un migliaio di persone lo scorso aprile. Il Ticino (58%) supera la media nazionale.
La grande maggioranza (82%) degli intervistati predilige la via del mutuo a tasso fisso per finanziare l'immobile, sistema decisamente più diffuso di quello a tasso Libor (11%) e variabile (2%). La metà dei partecipanti al sondaggio stipula il contratto suddividendo il pagamento in tranches.
Il prestito a tasso fisso è particolarmente in voga a causa della sua durata prestabilita e della sicurezza di pianificazione che ne deriva (58%) e perché tutela da aumenti dei tassi d'interesse (46%). I mutui vengono accesi principalmente per importi compresi tra i 500'000 e i 750'000 franchi, anche se nella Svizzera occidentale e in Ticino le cifre sono leggermente più contenute.
Una persona su quattro impegna nel finanziamento il proprio fondo pensionistico (il 30% in Ticino). Per informarsi su un mutuo, gli svizzeri si fanno consigliare da un istituto bancario o assicurativo (64%), più che da portali comparativi (21%) o tramite contatti con conoscenti anch'essi titolari di immobili (20%), precisa homegate.ch.
Ciò che "sorprende" gli autori dello studio è che - si sottolinea nella nota - nel 42% dei casi prima di stipulare un contratto si considera una sola offerta. Fra gli interpellati ticinesi più di uno su due (53%) richiede un unico preventivo.