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Troppe distrazioni, 2'617 consultazioni in media al giorno: i capi li bandiscono. E i lavoratori "ripiegano" sull'orologio
SAN JOSE - E chissà cosa accadrà quando arriverà watch OS5, presentato ieri un po' a margine di una conferenza che si è concentrata sulle nuove opportunità di iOS12.
Sarà per questo che Apple ci crede - Ma c'era anche lui, fra i protagonisti a San Jose, sede dell'annuale meeting degli sviluppatori di Apple. L'orologio della Mela, il primo prodotto della categoria in termini di soddisfazione da parte degli utenti, +60% nel 2017, ha dichiarato Tim Cook prima di lasciare il palco. Non c'è bisogno di entrare nei dettagli: le opzioni aumenteranno, ovvio, sfiorando prevedibilmente l'inutilità. E le distrazioni dei lavoratori pure.
Due ore e 25 minuti rubati - Perché, più discreto e difficile da bandire dalle riunioni in ufficio, lo smartwatch sta ormai prendendo il posto dello smartphone. Che ruba, secondo le stime della società di ricerca di app mobile Dscout, due ore e 25 minuti al giorno, per lo più al lavoro; 2¦617 in media le volte in cui si appoggiano le dita sullo schermo, in svogliata ricerca di una nuova notifica da un minuto a questa parte; si picchiettano e aprono le app a caso; si scrollano le pagine per curiosità che sfiora la noia.
«Niente telefono in riunione» - Stanchi di spartire l'attenzione del proprio team con un telefono, i capi hanno cominciato a vietarli durante i meeting in azienda; qualcuno addirittura ad allontanarli dalle scrivanie, predisponendo aree comuni e dedicate dove consultarli. Ed ecco che hanno iniziato a fare capolino loro, gli orologi: perfetti sostituti ed escamotage per aggirare il divieto.
... ma è stato un fallimento - William Hoopes, Shane Wooten, Mat Ishbia, Jason Brown, Bryan Lee: solo alcuni nomi dei capitani coraggiosi che, dagli Usa, hanno detto no allo smartphone in ogni dove, a discapito della produttività. Intervistato dal Wall Street Journal come il precursore, Brown però sospira. «Ho perso», dice.
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