Ticino location strategica per il gruppo, che scommette sul nostro territorio. Le illazioni sull'incidente di Cadenazzo? «Leggete quel che dicono polizia e magistratura»
MELIDE - È vero che, dice il sindaco Angelo Geninazzi, è stata anzitutto Melide ad aver voluto Tesla. «I contatti sono cominciati circa un anno fa. Tesla non è solo un'auto, è un'opportunità per il turismo. Il pretesto per far fermare qui la gente di passaggio. Può dare molto al territorio». È anche vero, però, che la stima è reciproca. Tesla non avrebbe mai inaugurato una seconda stazione di super-ricarica, che oggi si aggiunge agli altri e meno noti venti "punti a destinazione" presso alberghi o ristoranti del Ticino, in preda al compiacimento davanti alle belle parole e le lusinghe.
Un nuovo punto di ricarica: come noi, nessuno - L'ha fatto a ragion veduta, spiega piuttosto a tio.ch/20minuti il portavoce elvetico, giunto da Zurigo in occasione dell'inaugurazione delle dieci colonnine posizionate dinnanzi alla Swissminiatur. «Tesla esamina costantemente lo stato del suo network di ricarica e valuta dove abbia un senso strategico aprire una nuova stazione. In questo senso, il Ticino è un territorio importante per Tesla in Svizzera ed è anche un importante collegamento verso l'Italia, il resto del Paese e l'Europa centrale. Il Supercharger a Melide, assieme a quello sul Monte Ceneri e le altre 20 location, dà al Ticino la palma di regione con la più alta densità di punti di ricarica Tesla».
L'incidente di Cadenazzo e il «post rimosso» - Un motivo ci sarà, è il messaggio implicito, e neanche più di tanto. Non resta dunque che continuare a crederci, scantonando sospetti e illazioni. L'ultima, cattiva pubblicità è un'auto che va in fiamme a Cadenazzo; un uomo che muore in autostrada. «È una Tesla, la batteria ha scatenato l'incendio», si scriverà su Facebook poche ore dopo. «Il post è stato rimosso», replica secco il portavoce, fornendo riprova dei primi riscontri di polizia e magistratura che, al momento, smentiscono la responsabilità. «Anche noi siamo curiosi di sapere che cosa sia accaduto».
Si prova a "dialogare" con l'auto distrutta - Nessuna possibilità di ricevere informazioni utili dalla scatola nera, bruciata nel rogo; si tenta, proprio in questi giorni, la via dei dati inviati su satellite. «Siamo profondamente dispiaciuti e stiamo lavorando per ristabilire i fatti, offrendo la nostra piena collaborazione alle autorità locali. Tesla non ha ancora ricevuto dati dall'auto e dunque non può ancora dire com'è andata, anche se la spiegazione più probabile è una collisione ad alta velocità».
E se la gente si facesse prendere dalla paura? - E adesso? La gente comincerà ad avere paura dell'elettrico? C'è il rischio? «No comment», ma un fatto: «Model S e Model C sono fra le auto più sicure mai costruite e hanno ricevuto i punteggi migliori nei più importanti crash test negli Usa e in Europa. Sono le vetture con la minor probabilità di lesioni in caso di incidenti, secondo le autorità americane».
«Non c'è concorrenza, ma un'unica missione» - Che i detrattori siano dunque i competitor? Troppa concorrenza e magari un po' sleale? Tesla glissa. «La nostra missione è accelerare la transizione verso l'energia e il trasporto sostenibile. Più produttori abbracciano la causa, meglio è per il pianeta».
«Model S, Model X: l'ideale per molti ticinesi» - Intanto, si continua a lavorare in Ticino, location fondamentale e «punto strategico sulle rotte di viaggio». I numeri «incrementano di anno in anno», come anche nel resto del Paese. «Dopotutto, qui le persone sono molto dedite all'ambiente, la sicurezza e la tecnologia avanzata. Grazie alle distanze ravvicinate e il network di ricarica, veicoli elettrici come Model S o Model X sono l'ideale per molte persone in Ticino».