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CANTONETurismo, trimestre invernale positivo per la Svizzera ma non per il Ticino

06.04.18 - 10:09
Il calo maggiore è stato registrato nella regione del Lago Maggiore e Valli
Tipress
Turismo, trimestre invernale positivo per la Svizzera ma non per il Ticino
Il calo maggiore è stato registrato nella regione del Lago Maggiore e Valli

BELLINZONA - I dati sul turismo dell’Ufficio federale di statistica confermano quanto già era nell’aria. Il trimestre (dicembre-febbraio) ha registrato un calo del numero di presenze dei turisti (-4,4%). In diminuzione, anche se dello 0,6%, gli arrivi alberghieri. Sono stati registrati 108’545 arrivi e 193’673 pernottamenti alberghieri.

Le presenze confederate sono state 99’144, in diminuzione del 7,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, mentre quelle internazionali sono state 94'529, in calo dell’1.1%.

Regioni - L’unico risultato positivo è stato quello registrato dalla regione Bellinzonese e Alto Ticino: 25mila presenze (+4%) e 15mila arrivi (+14%). Stabile la situazione nel Mendrisiotto e Basso Ceresio (presenze calate dell’1,4%).

La regione del Lago Maggiore e Valli ha subito il calo maggiore (-6,4%), mentre i pernottamenti nel Luganese sono scesi del 5,5%.

Categorie di alloggio - Gli arrivi sono cresciuti per le basse categorie di alloggio (+4.8%) e per i 4 stelle (+5.2%). I 3 stelle sono calati del 7,2%, mentre i 5 stelle sono diminuiti dell’8,2%.

Turisti stranieri - Degno di nota è il calo dei turisti provenienti dalla Francia e Regno Unito, che hanno fatto registrare un calo di pernottamenti del 10,7% e rispettivamente del 26,6%. Positivi gli altri Paesi, con l’Italia che si piazza al primo posto, seguita dalla Germania.

Il resto della Svizzera - Come rileva anche l’Osservatorio del turismo, il dato ticinese è in controtendenza con quello della stragrande maggioranza delle regioni turistiche. In Svizzera gli arrivi nel trimestre invernale sono stati oltre 3 milioni e 600mila, per una crescita pari al 5.6%, mentre le presenze sono state oltre 8 milioni e 600mila, pari ad un aumento del 5.5%. «La discrepanza fra l’andamento osservato in Ticino e quello registrato a livello nazionale è in larga parte da imputare alla diversa stagionalità intrinseca esistente fra regioni come i Grigioni, il Vallese o l’Oberland Bernese ed il Ticino. Situazione ancor più accentuata dalle specifiche condizioni meteo che, nei mesi in questione, dal lato ticinese sono state poco favorevoli mentre nel resto della Svizzera sono state ottimali soprattutto per la pratica degli sport invernali in montagna».

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