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CANTONE/CONFINEÈ fatto qui, ma in Italia lo paghi meno

07.03.17 - 06:03
Cioccolato, caffè, ovomaltine: oltreconfine i prodotti elvetici hanno prezzi più bassi. Perché?
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È fatto qui, ma in Italia lo paghi meno
Cioccolato, caffè, ovomaltine: oltreconfine i prodotti elvetici hanno prezzi più bassi. Perché?

LUGANO - Si chiama "iniziativa per prezzi equi", raccolta firme cominciata il 20 settembre scorso: e mira a contrastare la presunta e discutibile prassi, da parte di importatori e fornitori stranieri, di alzare i prezzi delle merci destinate al "ricco" mercato elvetico. Giunti a questo punto, la domanda sorge spontanea. Che cosa accade, di contro, ai prodotti svizzeri che varcano il confine? Nessun incremento, ma nemmeno pari trattamento: spesso il costo addirittura scende. E il vantaggio, per il produttore, è materia di dibattito.

La tentazione dell'andata-ritorno - Così, per chi vive a ridosso della frontiera, la tentazione è forte. Comprare di là quello che viene di qua, in un paradossale andata-ritorno di alimenti che vengono realizzati e confezionati in Svizzera, arrivano in Italia e tornano in Ticino, dopo essere stati pagati meno di quanto sarebbe accaduto qui.

Non la solita spesa - Questa volta non si tratta infatti della generica spesa oltre confine, ma di marchi svizzeri che, fuori, costano meno che in patria. Un'anomalia inspiegabile? No, a dar retta ai responsabili, che aprono scenari molto più sofisticati. Osserva Alessandra Alberti, direttrice di Chocolat Stella di Giubiasco, che «la produzione di alta qualità e la distribuzione, in Svizzera, hanno costi più elevati. Anche i margini sono diversi».

Dal Ticino, ecco Stella: 90 centesimi in più - Fatto sta che una tavoletta di cioccolato al latte Stella senza zuccheri aggiunti, tariffa e-commerce, viene 2.50 franchi mentreall'Esselunga di Como si paga 1.49 euro, circa 1.60 franchi. I brand concorrenti non fanno eccezione. Lindt al latte o fondente classico, 100 grammi: 2.40 franchi contro 1.46 euro (1.56 franchi); Toblerone, 100 grammi: 2.20 franchi, 1.78 euro (1.90 franchi). «Qui tutto è più caro, non è una sorpresa - riflette Aberti - Se vogliamo vendere all'estero dobbiamo aggiustare il prezzo, che varia anche a seconda dei quantitativi ordinati».

Attenti, a volte cambiano gli ingredienti - Il lavoro è minuzioso, richiede buon senso e calcolatrice. «Ci sono prodotti su cui si guadagna, altri su cui si perde: bisogna fare una valutazione attenta dell'assortimento, per tenersi il cliente - conclude - A volte, poi, gli ingredienti non sono gli stessi. Cambiano a seconda dei gusti del mercato cui si rivolgono». 

Il gusto - proibito - del caffè macinato - Vietato farsi ingannare dall'apparenza: da Balerna lo dice anche Valerio Cimiotti, responsabile vendita e marketing per Caffè Chicco d'Oro. «Noi suggeriamo un prezzo di listino, ma è il negozio che poi decide», precisa anzitutto. Così, 250 grammi di macinato Tradition vengono 5.70 franchi qui; in Italia, si trova la confezione pacco doppio, 500 grammi totali a 6.39 euro (6.85 franchi). Una conferma, peraltro, di quanto già anticipato dalla Alberti: le proposte cambiano, anche a pochi chilometri di distanza. Vedi il semplice sottovuoto, caro all'Italia e spregiato in Ticino.

È il consumatore che decide il prezzo - «Il pacco da 250 grammi da noi si vende poco: e sono i consumi a determinare poi la decisione sul prezzo – continua Cimiotti – In Svizzera va più il caffè in grani in pacco da 500 grammi o un chilo». Mezzo chilo 10.30 franchi, con 12.90 euro (13.80 franchi) in Italia te ne porti a casa il doppio (16.50 franchi il chilo acquistato in Svizzera).

«Ma il frontaliere compra qui» - «Ma qui ci sono più offerte e promozioni che consentono di acquistarlo a prezzi inferiori, tanto che perfino i frontalieri lo comprano in Ticino – garantisce Cimiotti –: perché trovano prezzi più vantaggiosi». Da non sottovalutare, fa appello, neppure l'etica che sta dietro a prezzi apparentemente più penalizzanti. «Siamo un'azienda familiare, che occupa personale elvetico per il 90% e fa grandi sforzi per restare sul mercato senza dislocare altrove, dove il costo del lavoro è più modesto. Anche questa è una scelta».  

Lo zucchero dice la sua - Ecco le Ricola, 2 x 50 grammi: 4.20 franchi o 3.49 euro (3.75 franchi). Ma attenti alle versioni con o senza zucchero, qui come in altri casi meno evidenti. Per esempio, Ovomaltine. La solfa non cambia, né nel prezzo - 9.30 franchi o 5.14 euro (5.50 franchi) - né nelle spiegazioni. «L'Ovomaltine è diversa dall'Ovomaltine in Italia - svela la portavoce Helena Meier - Mentre qui non ha zuccheri aggiunti, la ricetta destinata all'Europa e al mondo prevede l'utilizzo di un po' di zucchero, per compiacere i gusti locali».

La confezione fa la sua parte - e il negoziante pure - Inoltre, «i materiali e la grandezza del packaging non sono i medesimi. Anche questo incide sui costi. Così come gli affitti degli spazi, i salari ai dipendenti, la pubblicità: in Svizzera sono più salati e vanno coperti anche con il prezzo di mercato». Last but not least, «è il venditore al dettaglio partner che stabilisce i prezzi, non il produttore». 

 

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COMMENTI
 

falcodellarupe 7 anni fa su tio
Buongiorno ragazzi, mi sembra che si faccia lana , nel senso che non ci si ricorda la più elementare delle regole dell'economia mondiale, cioè "la legge della domanda e dell'offerta". Inoltre se la materia prima non si produce in Svizzera ma la si compra, magari anche da industrie concorrenti o dall'estero tutto poi dipende dalla quantità della vendita. E mettiamo pure senza il gap della qualità che ormai è livellata in tutto l'occidente e quindi condizionata dalla filiera commerciale. Ergo, il costo in Svizzera è più alto.

Don Quijote 7 anni fa su tio
Risposta a falcodellarupe
Ognuno è libero di fare i prezzi che vuole per una marea di ragioni indiscutibili, ma non è corretto e nemmeno ammissibile che qualcuno esprima dissenso se il cliente va a comprare per svariate ragioni dove meglio gli conviene.

falcodellarupe 7 anni fa su tio
Risposta a Don Quijote
assolutamente d 'accordo sul senso del tuo discorso, il mio era un tentativo di rispondere ai perchè.

pontsort 7 anni fa su tio
Puo darsi che sulla base di contratti stipulati con i singoli distributori nel caso di vendite di grandi quantitativi si facciano dei prezzi piu bassi.Cosa sicuramente possibile nel caso di grandi distributori esteri che possono contare su un bacino ben piu grande di quello svizzero. Ma poi si deve anche considerare che i prezzi finali sono fatti dai distributori e non dai produttori, e quindi ci si deve anche aggiungere il salario dei dipendenti e altri costi che in svizzera sono piu alti. È possibile che i distributori ci mangiano sopra, soprattutto nel caso di alcuni prodotti importati dove la cosa é palese, ma la cosa necessita un analisi un po piu approfondita che il semplice confronto dei prezzi, che oltretutto a parte un paio di caso non hanno nemmeno una grande differenza

santo 7 anni fa su tio
Risposta a pontsort
sento stridere i vetri a causa della sua arrampicata...

bledsoe 7 anni fa su tio
Basta continuare solo a lamentarsi e basta, senza minimamente cercare di capire. Le logiche dietro i prezzi al consumo di beni come quelli specificati sono molteplici: si va dai costi fissi (quindi per alcuni è forse meglio avere salari da Italia in ogni settore per poi pagare meno, bel ragionamento) alle logiche di richiamo (alcuni prodotti vengono venduti a perdita per richiamare i clienti che comprano anche altro) alla (giusta) marginalità. Poi parliamoci chiaro: è mai possibile che ci si lamenta del prezzo dei beni alimentari, quando nessuno (a mia conoscenza) si lamenta mai dei prezzi ingiustificati ed esorbitanti degli smart-phone, delle cuffie audio ed altri prodotti tecnologici? Un minimo di coerenza

pontsort 7 anni fa su tio
Risposta a bledsoe
Quoto in pieno, mi sembra che la gente voglia sempre la botte piena e la moglie ubriaca. Capisco che ö difficile avere sempre una visione d'insieme, ma a volte non ci si prova nemmeno

santo 7 anni fa su tio
Risposta a pontsort
invece io non quoto un bel c...avolo. I prezzi calcolati alla maniera del commerciante (operante in Svizzera, notoriamente avvantaggiato) creano solo situazioni assurde, e da tantissimo tempo ormai non compro quasi più nulla da noi, ogni WE c'è la "calata oltre ramina"

bledsoe 7 anni fa su tio
Risposta a santo
Poi lamentiamoci anche che il lavoro cala, le tasse aumentano, i frontalieri aumentano,etc... Complimenti

santo 7 anni fa su tio
Risposta a bledsoe
capisco la sua spiccia morale... a me interessa che negli ultimi 2 anni mi hanno diminuito lo stipendio di 500 franchetti al mese. Quindi per me il Ticino e i suoi commercianti possono andare a quel paese, anzi, appunto, ci vado io ogni WE

pontsort 7 anni fa su tio
Risposta a santo
Libero di fare quello che vuoi, ma mi chiedo come tu possa reclamare che i salari scendono (sono pur sempre molto piu alti che in italia) e allo stesso pretendere che i prezzi diminuiscano al livello italiano

santo 7 anni fa su tio
Risposta a pontsort
si trova la spiegazione al mio comportamento dal corso di economia alle superiori (massimo primo anno di università). Proprio per questo non mi lamento, agisco, come hanno agito nei miei confronti. Resta assodato che posso (devo, in realtà) fare come voglio

francox 7 anni fa su tio
Risposta a santo
risposta perfetta.

navy 7 anni fa su tio
Ennesima conferma che, questo cantone, ha totalmente perso il controllo! Ci si vanta dello Swiss-made, Swiss attitude, Swiss with pride ed altre bufale del genere per sdoganare produzioni totalmente in mano dei soliti furbetti che fanno lavorare tutti tranne che i residenti. Non contenti di questo, ai residenti, si fa pagare al prezzo pieno mentre, appena aldilà della dogana, si fanno i prezzi pro-italy!Ciliegina sulla torta, le autorità chiedono senso di responsabilità e senso civico per fare la spesa qui.

pontsort 7 anni fa su tio
Risposta a navy
Quindi di sicura non ti fara niente adattare i nostri stipendi alla media italiana in modo da poter pagare meno i prodotti, giusto?

navy 7 anni fa su tio
Risposta a pontsort
Adattare gli stipendi è sicuramente una buona cosa ed io sarei senza dubbio d'accordo. Il problema è che con costi della vita (affitto e cassa malati per citare solo questi) che incidono per la quasi metà del budget di tanti residenti che cosa vuoi adattare? Ho citato il cantone ma potrei citare la Svizzera tutta e la sua ZERO anticipazione rispetto ad un mondo che cambia e cambia in peggio. Andiamo avanti a pagare l'aria che respiriamo ed esportare "facendo regali" ai nostri vicini e, prestissimo, il fondo schiena ci farà tanto ma tanto male...... spero averti risposto caro pontsort! Saluti.

Bacaude 7 anni fa su tio
Purtroppo questa è la logica perversa che regola molti commerci. Noi consumatori tendiamo a pensare che il prezzo di un prodotto sia dato dalla qualità/trasporto ecc. E' vero solo in minima parte. Il prezzo è quasi sempre dato dalla predisposizione che il consumatore ha a comprare tale prodotto. Io svizzero avendo maggiore disponibilità sono più propenso di un italiano a comprare quella merce? se sì il gioco è fatto. Tempo fa la borsa della spesa indicava che alcuni articoli Migros/Coop hanno prezzi diversi a seconda del Cantone. In Italia per es. sucede con l'abbigliamento di marca. Lo stesso articolo (identico, nuova collezione e bla bla bla...) in Germania o in GB costa mediamente il 10-15 per cento in meno (al netto IVA ovviamente). Perchè? Perchè malgrado la minore disponibilità l'italiano da maggior valore aggiunto all'abbigliamento. Un caro amico mi dice che questo es. arriva all'eccesso in Cina o India dove il risparmio raddoppia. Certo l'azienda avrà margini più bassi ma il mercato indiano e cinese sono enormi...

camos 7 anni fa su tio
Risposta a Bacaude
alnalisi perfetta...

Siebenäsch 7 anni fa su tio
Quindi la soluzione qual è? Aumentare le regolamentazioni e il protezionismo o APRIRE l’economia alla concorrenza e abbattere, per esempio, i dazi in entrata? Spesso ho l’impressione che il commentatore ticinese medio abbia una sorta di disturbo bipolare: si lamenta del prezzo alto in Svizzera ma contemporaneamente esige ulteriori regolamentazioni (una regolamentazione in più = il prezzo sale) e ulteriori restrizioni al mercato. O uno o l’altro.

Salbra 7 anni fa su tio
Ma che strano..... il contrario no però? I prodotti svizzeri all'estero costano meno...... mentre i prodotti esteri importati in Svizzera costano di più !! Ma che strana logica...... ! Cmq di solito i prodotti svizzeri all'estero e sto parlando del famoso formaggio con i buchi..... è nettamente migliore quello comperato in Italia che in Patria..... a prezzi più bassi ! Secondo me è ora di finirla con le lobbie mangiasoldi svizzere !!! Vogliono proprio che i nostri negozi nella fascia di confine chiudano tutti ??? Sembrerebbe..........

santo 7 anni fa su tio
Risposta a Salbra
per me non sono solo le lobbies, ogni commerciante in Ticino o Svizzera è abbastanza furbo da aver capito il funzionamento del mercato interno, tutto OK, fin quando ci sarà ancora un mercato interno

interceptors 7 anni fa su tio
Questa storia è vecchia come me, già 20 anni orsono l'Emmental tci conveniva comprarlo in ITA. Per non parlare dei farmaci....solo un esempio: Aspirina C effervescente, acquistabile senza ricetta. In CH il pacco da 16 pasticche, 14.-, in ITA, il pacco con 30 pasticche, 12 euro...

Lore62 7 anni fa su tio
Haha...è una vita che scrivo di quanto ci prendono in giro, perfino i medicinali fabbricati da noi all'estero costano la metà...ma non succede niente! L'unica cosa che funziona senza ostacoli è l'impoverimento del potere di acquisto dei cittadini, si specula sui salari ma il costo della vita guai a ritoccarlo verso il basso, poi predicano addirittura di spendere qui ! hihihi XD

miba 7 anni fa su tio
Risposta a Lore62
Concordo con quanto hai scritto e se permetti aggiungo anche che qui sembra il muro del pianto di Gerusalemme ma che comunque acquisti in Italia o no le multinazionali farmaceutiche e le catene di supermercati qui fanno comunque affari d'oro e con cifre d'affari continuamente al rialzo

sedelin 7 anni fa su tio
che complicazioni, si leggono solo i lati perversi di questo strano commercio!

cf. 7 anni fa su tio
"grandezza del packaging" ma scrivere imballaggio era troppo difficile?

87 7 anni fa su tio
Risposta a cf.
yes<=-)

elvicity 7 anni fa su tio
Interessante... mi sono sempre chiesta come mai un articolo in CH costa 100 e la stessa cosa in italia/Austria/Germani costa 70-80... comunque trovo sbagliata questa manovra... secondo me la credibilità di una ditta subisce uno smacco e comunque si trova il modo di andare a comperare oltre frontiera.
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