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CANTONE/SVIZZERAI lavoratori di PostFinance non salvano se stessi

09.08.18 - 06:00
Hanno proposto soluzioni alternative ai 500 tagli - ecco quali - ma l'azienda conferma i numeri. In Ticino saranno 17, tutti a Bellinzona e nel 2019
I lavoratori di PostFinance non salvano se stessi
Hanno proposto soluzioni alternative ai 500 tagli - ecco quali - ma l'azienda conferma i numeri. In Ticino saranno 17, tutti a Bellinzona e nel 2019

BELLINZONA - C'è chi ha suggerito di incentivare il tempo parziale; chi di ricorrere con maggior frequenza al lavoro flessibile. Chi di ridurre i gradi di occupazione, oppure di riorganizzare le sedi, per consolidarle e mantenerle tutte in essere. O ancora, prepensionare, dare priorità ai lavoratori interni. Questi i temi in linea di massima giunti sui tavoli di PostFinance tra il 18 giugno e il 13 luglio, declinati ciascuno poi secondo le sensibilità di chi li ha scelti per sottoporli all'attenzione dei capi, confidando di convincerli. 

Quattro settimane di idee messe nero su bianco - C'è anche chi ha portato il suo caso personale, provando a individuare una soluzione che andasse bene all'azienda e meglio a se stesso. Quattro settimane di proposte e idee inviate per iscritto da singoli dipendenti o dai rappresentanti sindacali, allo scopo di ridurre i 500 tagli entro il 2020 annunciati all'inizio di giugno; che invece ieri sono stati semplicemente confermati.

«Qualcosa di buono c'è: prepensionamenti e lavoro flessibile» - Fine delle consultazioni; nulla di nuovo. Non cambiano i numeri, non cambiano le date. Anche se «alcune di queste idee saranno recepite e portate avanti, come la possibilità di andare in pensione anticipatamente o il ricorso più frequente al lavoro flessibile», garantisce il portavoce Johannes Möri a tio.ch/20minuti, ribadendo che i ticinesi interessati saranno 17: «Tutti a Bellinzona e tutti nel 2019 – dice – Con quali modalità, sarà deciso nelle prossime due settimane, esaminando caso per caso e discutendo anche qui le opzioni della flessibilità e dei prepensionamenti».

Ma finisce qui. Ora si discute solo il piano sociale - Un faccia a faccia mancato finora, rivela a tio.ch David Roth del segretariato nazionale Syndicom. «Non ci sono stati incontri, sono state solo inoltrate diverse alternative utili a ridimensionare i numeri. Per esempio, ridurre di un poco i tempi di lavoro di tutti, oppure ottimizzarli; o ancora, abbassare i compensi dei top manager. Ora ci troveremo a discutere il piano sociale, ma non le proposte fatte».

Sì ai soldi, no alla salvaguardia dei posti - Ecco perché, alla fine, ci si aspetta poco di davvero buono, alla luce dell'accoglienza finora riservata alla voce dei più deboli. «Sono state accettate solo richieste di indennità maggiori in caso di prepensionamenti e tempi parziali», dice Marco Forte, segretario regionale Syndicom. Soldi, insomma, mentre «non si è pensato alla salvaguardia dei posti di lavoro. Siamo in attesa di capire quali persone e in che posti».

Salve Lugano, Locarno, Mendrisio - Dalle dichiarazioni di ieri, qualcosa sembrerebbe però già deciso. Salve Lugano, Locarno e Mendrisio, dove sono occupate nell'ordine  10, 7 e 5 persone su un complessivo ticinese di 153; Bellinzona perderebbe invece, in percentuale, il 13% del personale, 131 persone. 

Venti franchi di spese in più ai clienti: «Falso, per ora» - Sul fronte clienti, invece, nessuna conferma ufficiale all'incremento di 20 franchi per le spese di gestione dei conti, che porterebbe l'azienda a recuperare un importo circa 50 milioni. «Ci vediamo costretti ad aumentare le spese», aveva dichiarato il presidente della direzione Hansruedi Köng due mesi fa, in un'intervista al Tages-Anzeiger, senza offrire dettagli precisi.  «Nessuna misura in tal senso è stata adottata – conclude Möri – Se accadrà, sarà nostra premura comunicarlo». 

 

 

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COMMENTI
 

francox 5 anni fa su tio
Il titolo corretto sarebbe: Ai boss di postfinance non frega niente salvare i propri lavoratori.
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