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ITALIA/SVIZZERANon uomini, ma ceo: giusto tacere sulla loro salute?

25.07.18 - 06:00
Da Steve Jobs, di cui si seppe tutto, a Marchionne: secondo gli esperti, l'informazione è a discrezione delle aziende, che non sono tenute a dire nulla
Non uomini, ma ceo: giusto tacere sulla loro salute?
Da Steve Jobs, di cui si seppe tutto, a Marchionne: secondo gli esperti, l'informazione è a discrezione delle aziende, che non sono tenute a dire nulla

ZURIGO - La sincerità più rinomata fu la sua. Lo disse subito, ai dipendenti e al mondo, con una mail scritta il primo agosto del 2004 nella stanza d'ospedale dove era appena stato operato. Sulle ginocchia, riportò in calce come a sdrammatizzare, «un PowerBook 17 pollici e un AirPort Express»: Steve Jobs raccontò chiaro di avere un cancro raro, la malattia che non si osa dire per scaramanzia. Perché pronunciarla è come condannarsi a morire, pensiero più tormentoso del destino della propria creatura in Borsa.

«Vorrei condividerlo con voi» - «Ho delle notizie personali che vorrei condividere con voi e vorrei che le conosceste direttamente da me», scrisse, indugiando sui dettagli della malattia spietata. Guance incavate, sguardo stanco e incarnito pallidissimo, l'uomo di Apple morirà sette anni dopo, dopo aver informato puntualmente l'opinione pubblica delle sue condizioni di salute.

Il silenzio della Svizzera e quello di Fca - Atteggiamento atipico, non dovuto, che oggi spicca al confronto del mistero che avvolge quel che è ed è stato di Sergio Marchionne. Ha taciuto lui, che con tutta probabilità sapeva; tace ora la Svizzera, che senza sorpresa ne celebra la privacy; tace anche Fca, che accenna a semplici, e inspiegabili, complicazioni.

Eppure «si è detto anche troppo» - Eppure, non è cosa così deplorevole o ingiusta, spiega sul Washington Post Jason Schloetzer, esperto di successione degli amministratori delegati alla Georgetown University. Anzi, anche in questo caso si è detto «di più di quanto alle società è richiesto di condividere», assicura, riflettendo sul «dilemma dei cda quando di trovano davanti a dover trovare un equilibrio fra la privacy del loro amministratore delegato, la necessità di offrire informazioni agli azionisti e il crescente slancio verso la trasparenza sulla salute dei manager di alto profilo».

La privacy prima del bene dell'azienda, per "legge" - Nessun obbligo nei confronti degli investitori, tantomeno dei media o dell'altra gente: la riservatezza intorno alla salute viene prima di tutto, dice Tom Lin, docente di legge alla Temple University, che rileva come questo possa, però, influire negativamente sull'azienda e sul diritto di intervenire per tempo affinché non precipiti.  

Non tutti contano così tanto. E l'età avanza... - Il fatto è anche che non tutti sono Steve Jobs o Sergio Marchionne. Nei casi meno quotati, un manager non è così fondamentale per il futuro, osserva, specie in una società dove l'età media dei ceo è sempre più elevata e i rischi di malattia, dunque, più accettabili. Ultimamente, però, l'approccio pare cominciare a mutare. Lloyd Blankfein (Goldman Sachs) e Jamie Dimmon (JPMorgan) lo dissero subito, appena ricevuta la diagnosi: «Ho un tumore». 

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COMMENTI
 

Mattiatr 5 anni fa su tio
Non vedo il motivo per la quale dovremmo sapere di cosa e morto e tanto meno non vedo perché dovrebbe interessarci. Diciamocelo chiaramente, se lo dicesse nell'arco di un'ora lo dimenticheremmo come se nulla fosse accaduto.

Tato50 5 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Giusto; sapere di cosa è morto non serve a rimetterlo in vita ma pura macabra curiosità che non porta a nulla ;-(( Qualcuno lo saprà, qualcuno avrà il diritto di saperlo, gli altri pensino ai fatti loro !!!!!

Polifemo 5 anni fa su tio
Ritengo sacrosanto il diritto alla privacy!
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