Perché il sistema attuale sarebbe davvero sfavorevole agli Usa, stando all'economista ex-Onu Heiner Flassbeck, ma ci sarebbero misure più efficaci
ZURIGO - Li vuole Donald Trump: dazi per 200 miliardi di dollari sui prodotti Cinesi importati negli Usa, ok, ma perché? La risposta è una sola: riportare posti di lavoro negli Stati Uniti.
Se non conviene più importare, allora bisogna acquistare il locale: «Magari è un po' più caro per il consumatore», spiega Heiner Flassbeck – ex-capoeconomista all'Onu – a 20 Minuten «ma così si genera un circolo virtuoso che porta un aumento dei posti di lavoro».
Quella voluta dal presidente americano, quindi non è tanto una crociata contro l'estero ma, piuttosto, a favore dell'interno: «Gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale import molto importante, e questo è motivo di attriti con l'Organizzazione mondiale del commercio. Il sistema attualmente in vigore è ingiusto? Nel caso americano possiamo dire di sì e che Trump non ha poi tutti i torti».
Potrebbero bastare da soli per capovolgere la situazione? Ha i suoi dubbi Flassbeck: «Il rischio è che misure come queste siano come una goccia nel mare, più utile potrebbe essere il deprezzamento del dollaro. Una buona approssimazione potrebbe essere circa del 20%».