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CONFEDERAZIONEFuturo roseo per le aziende elvetiche

22.05.18 - 15:10
Studio Deloitte: i responsabili delle finanze credono in una congiuntura finalmente favorevole nei prossimi dodici mesi. Il 77% scommette su fatturati in aumento
Futuro roseo per le aziende elvetiche
Studio Deloitte: i responsabili delle finanze credono in una congiuntura finalmente favorevole nei prossimi dodici mesi. Il 77% scommette su fatturati in aumento

ZURIGO - Mai stato così roseo il futuro, visto dai piani alti delle grandi aziende svizzere: l'88% di un campione di un centinaio di responsabili delle finanze interrogati dalla società di consulenza Deloitte prevede un andamento positivo della congiuntura elvetica nei prossimi 12 mesi, mentre il 3% pronostica un peggioramento e il 9% non vede cambiamenti all'orizzonte.

Dall'inizio del rilevamento, nel 2009, le prospettive non sono mai state viste in modo così favorevole, si legge in un comunicato odierno. In novembre gli ottimisti erano il 74%.

«Le esportazioni svizzere sono sostenute dall'indebolimento del franco e dal perdurare della ripresa nell'Eurozona», spiega Michael Grampp, capo economista di Deloitte Svizzera, citato nella nota. Nonostante le sfide poste prima dalla crisi finanziaria e poi dallo shock dei tassi di cambio l'export elvetico è riuscito a mantenere o addirittura ad aumentare la sua competitività: ora beneficia del miglioramento del quadro complessivo della congiuntura mondiale e ha un effetto stimolante sul resto dell'economia svizzera.

Il sondaggio ha messo in luce un grande dinamismo sul fronte dei ricavi: il 77% del campione scommette su un aumento del fatturato per la sua azienda, mentre solo il 12% teme l'evoluzione opposta. I margini sono visti in miglioramento dal 46% del campione, contro il 41% rilevato nell'inchiesta precedente.

Anche la situazione finanziaria non dà preoccupazioni: il 68% la prevede positiva, un valore lievemente inferiore al record dell'autunno scorso, ma sempre il secondo migliore dopo l'abolizione della soglia minima di cambio euro/franco da parte della Banca nazionale nel gennaio 2015.

Di conseguenza è aumentata anche la propensione ad operare investimenti: il 48% stima che il loro livello salirà; si tratta del terzo aumento consecutivo. Chi si aspetta che tutto questo potrà tradursi in un'accelerazione della crescita dell'impiego potrebbe però rimanere deluso: gli interrogati che prevedono un aumento dell'organico sono sì superiori a quelli che pronosticano una riduzione (40% contro 23%), ma la loro quota è in flessione rispetto all'ultimo rilevamento (-2 punti).

Al capitolo fattori di incertezza cala l'importanza dei rischi monetari, mentre la Francia ha sostituito la Germania quale Paese considerato più sicuro a livello commerciale. In generale i timori dei CFO sono legati ai problemi geopolitici, mentre sul fronte interno vengono citati la carenza di manodopera qualificata e l'eccessiva regolamentazione.

Per quanto riguarda la situazione globale, l'indagine condotta negli altri 19 Paesi europei ha mostrato prospettive buone, sebbene in lieve calo rispetto ad autunno. Vi sono comunque forti differenze a seconda dei Paesi: in Francia figurano i manager più ottimisti, mentre nel Regno Unito vi sono quelli più pessimisti.
 
 

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