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SVIZZERAAddio carriera: «Per i millennial il lavoro è il male»

27.04.18 - 06:03
A dirlo è un professore di economia aziendale tedesco, secondo cui i ragazzi di oggi sono pigri e pensano solo al tempo libero
Addio carriera: «Per i millennial il lavoro è il male»
A dirlo è un professore di economia aziendale tedesco, secondo cui i ragazzi di oggi sono pigri e pensano solo al tempo libero

ZURIGO - C'erano una volta i sogni di gloria; di successo, di carriera. Oggi, c'è solo il tempo libero, unica vera aspirazione dei nostri ragazzi. Non hanno ancora cominciato a lavorare e già al colloquio di assunzione chiedono come verranno regolamentati gli straordinari, lamenta Evi Hartmann, docente di economia aziendale e autore di un libro dedicato al tema, appena pubblicato in lingua tedesca.

«Un'elite senza ambizioni» - «Un'elite senza ambizioni», riassume nel titolo, raccontando il suo punto di vista: «Il lavoro è considerato da molti a priori come un male che deve essere ridotto al minimo, mentre il tempo libero deve essere massimizzato. Così non si va da nessuna parte».

"Il lavoro è importante, ma bisogna anche vivere" - Come dare torto però a chi ritiene che amici e famiglia vengano prima di tutto, si domandano gli esperti del lavoro elvetici, contestando la tesi certo originale, ma anche troppo severa. Secondo lo psicologo Hartmut Schulze, «i giovani sono sicuramente coinvolti e interessati al lavoro. Quello che fanno di nuovo è mettere in discussione il suo significato, con più forza rispetto a quanto accadeva in passato. Una volta si viveva per il lavoro, ora il credo è: "Il lavoro è importante, ma bisogna anche vivere"». 

Aziende, attente: anche gli hobby sono una risorsa - Sulla stessa lunghezza d'onda Barbara Aeschlimann, direttore della Società zurighese per la gestione delle risorse umane (Zgp), che nega vi sia della pigrizia. «L'impegno c'è, non c'è dubbio», riflette. Accanto alla professione, però, hanno acquisito rilievo attività collaterali, in precedenza considerate appunto accessorie o superflue; anzi, talvolta addirittura come un capriccio per sfaticati o ricchi di famiglia. Da queste, le aziende potrebbero invece addirittura trarre profitto. «Ad esempio, se un dipendente nel tempo libero si dedica a formare ragazzini, svolge un'attività di mentoring che può tornare utile anche in ambito occupazionale». Si tratta, a suo dire, di lungimiranza imprenditoriale: e un modo per reclutare i migliori su piazza.

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COMMENTI
 

francox 5 anni fa su tio
Per le aziende una volta eri un valore, anche se vicino al pensionamento. Oggi ti fanno sentire una nullità se sei giovane, un peso se non lo sei più. Ovvio che l'approccio al lavoro è differente da quello che era un tempo.

chico2017 5 anni fa su tio
E una domanda lecita sbriciolerebbe i " sogni di gloria" ? Penso che, o c' è quakcosa che non va nella signora Hartmann, o l'articolo l'ha scritto un incompetente...
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