Pechino risponde alla nuova rappresaglia Usa con dazi per 50 miliardi sull'importazione di 106 prodotti americani, tra cui soia, auto e aerei. Ma «siamo aperti a negoziati»
PECHINO - Nessuna conciliazione, nessuna voglia di venirsi incontro. Ormai è guerra "fredda" fra gli Stati Uniti e la Cina, combattuta a suon di dazi.
L'ultima decisione giunge di nuovo dalla Cina, che colpirà l'import di 106 prodotti americani, tra cui soia, auto, aerei e prodotti chimici, per altri 50 miliardi di dollari. Lo ha annunciato poco fa la televisione di Stato cinese CCTV, anticipando i contenuti di una conferenza sui «rapporti commerciali sino-americani» in cui Wang Shouwen, viceministro del Commercio, ha però dichiarato che il suo Paese «non vuole una guerra commerciale dalla quale nessuno emergerebbe vincitore: la Cina è aperta, se gli Usa vogliono, a negoziati su basi paritarie e di mutuo rispetto».
Una risposta agli Usa, dove nelle scorse ore è stata pubblicata una lista di circa 1'300 prodotti esportati dalla Cina sui quali imporre tariffe per un valore complessivamente identico. Prodotti chimici industriali, medicinali e metalli aerei nell'elenco che deve ancora essere completato. Usa e Cina non riescono infatti a stare al passo di se stesse: i provvedimenti si replicano e moltiplicano con una rapidità tale da rendere ormai davvero complicato mettere ordine fra gli annunci di rappresaglia reciproca.
Le ostilità erano state aperte la scorsa settimana dagli Usa, a seguito di una presunta violazione della proprietà intellettuale di software, brevetti e tecnologia "made in Usa" che l'amministrazione Trump aveva deciso di punire con dazi su acciaio e alluminio. Lunedì la risposta cinese con tariffe fra il 15% e il 25% su carne, vino, frutta e altri prodotti importati dagli Stati Uniti, 128 in totale, per una cifra di 3 miliardi di dollari.
Adesso la posta si alza a dismisura, nei numeri, negli importi e nelle conseguenze. Il ministero del Commercio cinese aveva promesso interventi di pari portata: «Prepareremo misure uguali per i prodotti americani sulla stessa scala», aveva dichiarato un portavoce in una nota diffusa dall'agenzia Nuova Cina.
A differenza della prima volta, per ora le Borse cinesi hanno però tenuto bene il colpo. Si attende Wall Street, che due giorni fa aveva invece sofferto.