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CANTONE«Ci si appropria della vita della gente. Con quale diritto?»

04.05.18 - 10:00
Obbligare per contratto il lavoratore part-time a essere disponibile al 100%: più colpite le donne e le professioni "femminili"
«Ci si appropria della vita della gente. Con quale diritto?»
Obbligare per contratto il lavoratore part-time a essere disponibile al 100%: più colpite le donne e le professioni "femminili"

LUGANO - Meno lavoro, meno soldi: da un giorno con l'altro, e a prescindere da desideri o bisogni personali, il tempo pieno si trasforma in parziale. Un fenomeno in ascesa in Svizzera come in Ticino, sfruttato dalle imprese per abbattere i costi.

Eppure, l'allarme non è neanche la tendenza a obbligare la gente ad accontentarsi: è piuttosto l'abuso che ha cominciato a trascinarsi dietro. La pretesa di una disponibilità a tempo pieno, comunque, a titolo gratuito. «Le aziende offrono il part-time ma chiedono che il collaboratore sia reperibile al cento per cento. A quel punto, mi chiedo, che parziale è? È un falso».

Economista e ricercatore alla Supsi, esperto in lavoro sociale, Christian Marazzi si è imbattuto in questa «forma di lavoro gratuito» nell'ambito di una ricerca che, attraverso le testimonianze di lavoratori sempre più atipici e meno riconosciuti, voleva documentare l'allargarsi  in Ticino del fenomeno del lavoro gratuito, appunto. 

«Ecco quello che abbiamo riscontrato. Anzitutto, un aumento dei tempi parziali, che hanno raggiunto il 34% in Ticino, il 38% in Svizzera. In secondo luogo, l'aumento dei tempi parziali brevi, dove il tasso di occupazione è inferiore al 50%. In un certo senso ci stiamo avviando verso una economia dei lavoretti, verso la Gig economy. C'è poi, confermo, la tendenza a trasformare il tempo pieno in un tempo parziale, con una riduzione del salario. Ma l'aspetto cruciale, a nostro avviso, è un altro».

Quale?

«Questa riduzione viene spesso accompagnata dalla clausola della disponibilità nel tempo di non lavoro. Si esige la disponibilità ad andare a lavorare fuori dalla fascia oraria contrattualizzata. È una forma non riconosciuta di lavoro gratuito».

Anche il tempo parziale in un certo senso lo è: non di rado serve a fare lo stesso lavoro in meno tempo. Non trova?

«Anche questa è una declinazione della gratuità. Si riduce il tempo di lavoro pagato, ma il lavoro richiesto resta il medesimo, dunque in un certo senso anche il tasso di occupazione. Ma il fenomeno nuovo che abbiamo registrato è una tendenza a lavorare fuori dal tempo contrattualizzato. Si tratta di falsi tempi parziali, che richiedono la disponibilità della persona per l'intera giornata. Su questo occorre riflettere».

Anche in Ticino?

«Soprattutto in Ticino. È qui che si sono concentrati i nostri studi».

È legale?

«Non dovrebbe». 

Perché accettarlo? 

«Perché a volte non c'è altra scelta. Le persone che accettano sono in aumento e sono soprattutto donne. C'è anche chi chiede di lavorare a tempo parziale, per esigenze proprie. Ma in questo modo non si è comunque più liberi».

Perché siamo arrivati a questo punto?

«Perché comporta una riduzione dei costi del lavoro. Si paga meno, ma si dispone della forza lavoro, "mobilizzabile" alla bisogna».

Secondo le aziende, proporre di lavorare meno è invece un'alternativa a non assumere o a licenziare. Ipotesi plausibile?

«Potrebbe essere, in qualche caso. Ma il punto è che non si può pretendere che una persona accetti di lavorare meno, con la clausola di essere disponibile al 100%. Non è ammissibile».

C'è un'azienda che ha addirittura ridotto il tempo pieno di un "vecchio" dipendente adducendo come motivazione il rischio burn out.

«Fantastico. Che i datori di lavoro si preoccupino in questo modo della salute degli altri è una novità assoluta. Non mi si venga a dire che lo si fa a tal fine. Il burn out si ha anche quando si genera uno stato di sofferenza nel dipendente per via di un mancato riconoscimento del lavoro svolto. Le domande che faremmo bene a porci sono tante. Tutto questo è legittimo? Qual è diventato, oggi, il senso del tempo parziale? È solo pagare parzialmente la forza lavoro? Appropriandosi del tempo e della vita delle persone?». 

Marazzi, dove stiamo andando? 

«Anzitutto, non è un buon modo per motivare la gente. Non si offrono condizioni che generano benessere, quindi ci sono in primis ricadute sulla salute. Poi c'è un effetto di impoverimento sociale, a causa della riduzione del salario».

Rischi concreti?

«La conseguenza più macroscopica è una società rancorosa».

È a rischio lo stato sociale?

«È un altro problema, piuttosto serio in prospettiva. Con questa configurazione del lavoro aumenta la difficoltà a finanziare lo stato sociale. Si rischia di accumulare lacune contributive. Davanti alla trasformazione del mondo del lavoro, lo stato sociale si scopre inadeguato.  Non ci sono più i presupposti su cui lo si era costruito. Va ripensato, sempre che lo si voglia salvaguardare: il che non è così evidente».

 

 

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COMMENTI
 

samarcanda 5 anni fa su tio
È criminalità politica ed economica. Occorrono urgentemente le denunce del caso: riduzione in stato di schiavitù di persone bisognose, furto dei salari, danni esistenziali gravissimi, danni economici, sociali, ecc. Con evt. ricorsi alla corte europea dei diritti umani. Ma Marazzi si sveglia solo adesso? Brutte storie iniziate in Ticino con i neo liberisti, seguaci di una dottrina nazista, e propugnate proprio dai politici dittatori e neoliberticidi, che avevano trovato soprattutto all'USI e all'Accademia di architettura (!!!) terreno fertile per derubare della loro esistenza molti collaboratori non ammanicati. Una vergogna che andava stroncata sul nascere. Propongo: denunce e risarcimento dei danni economici, morali ed esistenziali a tutti i lavoratori sfruttati e rovinati da questa dottrina feroce. Che i datori di lavoro ridiano i soldi rubati, con tanto di interessi. Ma nessuno avrà il coraggio di fare un'azione del genere.

Lore62 5 anni fa su tio
Risposta a samarcanda
Figurati sono proprio loro che hanno pianificato l'annientamento del costo del lavoro, proprio sfruttando la "libera circolazione dei disperati" sono riusciti ad annientare il costo del lavoro, concentrando più ricchezza nelle loro tasche! e tu pretendi di denunciare questa strategia che funziona alla grande? Vediamo quanto sopporta il popolo Ticinese prima di reagire....

sedelin 5 anni fa su tio
Risposta a Lore62
sopporta fino a uno sciopero generale, quando la forza lavoro manca l'economia crolla.

samarcanda 5 anni fa su tio
Risposta a Lore62
Perché nessuno li ha mai denunciati, né nessun giudice ha disposto che ridiano i soldi frodati. Vorrei vedere, basterebbe una volta.

francox 5 anni fa su tio
Un frontaliere guadagna 4 volte lo stipendio che guadagnerebbe a casa sua, come se un operaio ticinese portasse a casa 20000 franchi al mese. A queste condizioni è chiaramente disposto a lavorare qualche ora a gratis o a soddisfare altre esigenze del superiore. Il datore di lavoro pretenderà la stessa disponibilità da chiunque e se non la troverà nei ticinesi li definirà nel migliore dei casi persone non flessibili o troppo esigenti. L'introduzione dei salari minimi non migliorerà le cose, servirebbero leggi severe che evidentemente nessuno vuole far rispettare. Ci hanno depredato di tutte le conquiste che i nostri vecchi si sono guadagnati per ingrassare capi, manager e azionisti e a meno di un miracolo, torneremo nella povertà come un secolo fa. E purtroppo io non sono nemmeno credente.

samarcanda 5 anni fa su tio
Risposta a francox
Non dobbiamo più andare a votare governi che ci rovinano. È tutto lì. Sulle prossime schede, votiamo solo noi stessi per essere anche noi fuchi dannosi o asteniamoci dal voto. Votiamo anche evt. ministri frontalieri, che ci costerebbero molto meno degli attuali.

francox 5 anni fa su tio
Risposta a samarcanda
Le votazioni vengono pilotate da chi ha il potere. E se proprio l'esito della votazione non è quello da loro desiderato, semplicemente viene ignorato, negando di fatto costituzione e democrazia. Succede qui da noi, la storia insegna. Pora svizzera e pori svizzeri.

Lonely Cat 5 anni fa su tio
Questo fenomeno non è certo nuovo. È molto difficile da controllare, se non impossibile, ed è quello che rende i salari minimi una misura perfettamente inutile. Anzi, l’introduzione di salari minimi lo farà sicuramente incrementare.

Melek 5 anni fa su tio
Che bella scoperta! Sono trascorsi almeno quindici anni da quando ha iniziato a imporsi questa nuova schiavitù. E tanti ci cascano non trovando di meglio, e forse anche perché il dover essere sempre reperibili li fa sentire importanti... Lavoro ci vuole, creare buoni posti di lavoro, e non tante chiacchiere e studi... ma le aziende statali sono state le prime a smantellare...

sedelin 5 anni fa su tio
fatta l'analisi da parte dell'economista (ma la situazione é nota perché molti la vivono sulla propria pelle) urge che I POLITICI trovino soluzioni. finora siamo spettatori di talk show con tanti blablabla ma, a parte pochissimi nostri rappresentanti responsabili, la maggioranza occupa lo scranno con tanto di laurea e con tanto menefreghismo. bisogna essere svegli e attenti ed eleggere soltanto chi tutela i lavoratori, sennò scheda bianca!

87 5 anni fa su tio
E non si considerano quei dipendenti che lavorano già al 100% e che sono disposti a fare straordinari non retribuiti in serata e al sabato? In genere sono gli stessi dipendenti che qui guadagnano 3/4 volte rispetto allo stesso impiego oltre frontiera, a cui pesa meno fare degli extra per garantirsi il posto di lavoro. Mancano i controlli giusti, altro che leggi farlocche.

SosPettOso 5 anni fa su tio
Più che chiedersi "con quale diritto i datori di lavoro abusino", ci sarebbe da chiedersi "perché lo stato non ci tutela"!

samarcanda 5 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Esatto! Non ci tutela perché c'è CORRUZIONE e di noi se ne infischiano. Ma da quanto dura questa storia?

occhiaperti 5 anni fa su tio
Viva la schiavitù, non c'è un'altra espressione possibile!

GI 5 anni fa su tio
un cambiamento di paradigma "scattato" con l'evoluzione tecnologica e l'avvento di internet......tutto pronto e subito e via... possibilmente pagando il meno possibile.....pretendere di più non si può....così cantava anche il grande Lucio....

Bacaude 5 anni fa su tio
Questo, come altro, è l'ennesima prova che molte aziende (nostrane e non) ad ogni concessione fatta da cittadini e governo ne chiederanno subito un'altra. Sono anni che io ripeto che la soluzione ce l'abbiamo in tasca. Non spendiamo in/da/per aziende che fanno politiche di questo genere. Informiamoci. Lo trovo semplice, eppure quando parlo con conoscenti e amici di questo tipo di scete tutti dicono che è troppo "sbattimento" guardare le etichette, e che fa comodo acquistare nei centri commerciali, che si vogliono cambiare oggetti quando si ha voglia, che tanto lo fanno tutti ma non lo sai, che il fair trade costa troppo ecc. ecc. E' legittimo, ma che si smetta di pensare che queste scelte di acquisto non abbiano poi ripercussioni sul nostro stesso benessere.
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