Il progresso tecnologico incrementerà non solo il gap generazionale, ma anche quello fra i sessi: e addio parità fra cent'anni...
LUGANO - Di nuovo brutte notizie dal futuro. Forse non basteranno nemmeno quei cent'anni stimati, comunque un'infinità, per raggiungere l'agognata parità dei sessi, che vede la Svizzera solo al ventunesimo posto nella classifica del Wef in tema di emancipazione politica e opportunità economiche, dopo uno scivolone di dieci postazioni in un anno.
Il progresso tecnologico minaccia infatti di allargare non solo il divario tra generazioni, ma anche quello fra uomo e donna, giurano gli studi più recenti. Secondo la società di consulenza PwC, a venir meno saranno più le occupazioni femminili di quelle maschili, quantomeno nei prossimi dieci-dodici anni. Una mera, ma significativa conseguenza della colpevole ripartizione professionale odierna, dove sono le donne, più penalizzate nell'ingresso nel mondo del lavoro, a svolgere gli impieghi meno qualificati e dunque più facilmente rimpiazzabili da un robot.
Il McKinsey Global Institute valuta che ben 375 milioni di persone, soppiantati dalle macchine, saranno chiamati a cambiare lavoro. Ebbene, si tratterà quasi di una donna su quattro, di qui al 2030: il 23%. Dopo quella data, si salirà addirittura al 26%, ma attenzione: saranno, finalmente, i tempi d'oro di droni e guida autonoma. Conseguenza: agli uomini, specializzati in quei settori, cominverà ad andare anche peggio. A dover rivedere la propria quotidianità sarà addirittura il 34%.