Gli studi più recenti assicurano che andare oltre le 39 a settimana «può uccidere». Ma la media elvetica supera le 41. In agricoltura, si arriva perfino a 66
LUGANO - Hanno provato a farci credere davvero di tutto. Che dovremmo lavorare un po' di più, che dovremmo lavorare un po' di meno; che siamo stakanovisti, che siamo pigri.
Addirittura, un anno esatto fa, qualcuno è giunto a individuare il numero perfetto: 39 ore a settimana secondo i ricercatori australiani e la rivista Social Science & Medicine, media fra 34 per le donne e 47 degli uomini. Cifra ribadita di recente dagli economisti, secondo cui «andare oltre può ucciderti», ha un po' provocatoriamente dichiarato in un'intervista a The World Peter Flemming dell'Università di Londra, alludendo a patologie associate allo stress.
Sciocchezze, rispondeva già all'epoca a 20minuti/tio.ch Franco Denti, presidente dell'Ordine dei medici del Canton Ticino, sintetizzando: «Conta la qualità, non la quantità». Ecco spiegato, allora, il perché dell'«accordo storico» di settimana scorsa in Germania, dove i metalmeccanici potranno lavorare 28 ora a settimana: un lavoro pesante lo merita.
E non lo è forse anche quello dei contadini, là come qua? Eppure, in Svizzera la media di settore è di cinque ore e mezza più elevata di quella generale, 46 ore e 40 minuti contro 41 e 10 minuti, già la più alta in Europa dopo l'Islanda. Nel canton San Gallo, in questi giorni, si prova a ragionare e scendere sotto le 55 locali: invano. In fondo, c'è chi sta peggio. Di cantone in cantone, fra campi e bestiame si arriva perfino a 66 ore (vedi Glarona). E in questo caso, pare, non c'è nessun Paese che ci batte.