L'edizione numero 67, che si è chiusa ieri, conferma la svolta. In Svizzera, però, le vetture elettriche segnano un calo nelle immatricolazioni
CAMORINO/FRANCOFORTE - Era chiaro che la 67ª edizione del Salone dell'auto l'avrebbe avuta come sua parola chiave. Elettrico, anzi elettrica, declinazione femminile del medesimo aggettivo che così si accompagna al sostantivo "svolta": perché, anche se da tempo se ne parla e se ne vedono, è solo quest'anno che le case automobilistiche, spinte dai bandi diesel/benzina che si moltiplicano nel mondo, sembrano essersi mosse tutte insieme verso le vetture che vanno a batteria, in un'avvicendarsi ad annnunciare investimenti importanti, nuovi modelli e date in cui sbarcheranno sul mercato. La kermesse, conclusasi ieri, non poteva che registrare questa moderna sfida, che spiazza solo davanti all'ancora carente infrastruttura.
«Il motore a combustione è morto» - C'è ancora tempo, però, per adeguarsi. Intanto cala il sipario su quello che passerà alla storia come il "Salone elettrico", secondo la definizione prediletta dall'opinione pubblicaa nel tentativo di segnalare una tendenza. In effetti, l’Economist lo scriveva già in agosto: il motore a combustione interna è morto. Tanto più se è vero che, come ha previsto Ubs, nel 2018 si raggiungerà il pareggio dei costi auto elettrica-tradizionale, fra acquisto e successiva gestione. Secondo gli analisti, nel 2030 il 65% delle vendite sarà ibrido ed elettrico. I dati recenti sembrano confermare le ipotesi: nel quarto trimestre 2016 le due tipologie messe insieme sono cresciute del 168% rispetto al primo trimestre 2015, in Europa, dove hanno raggiunto l'1% del totale.
Il Ticino (2%) doppia l'Europa (1%) - Ebbene. La Svizzera sa fare di meglio: la quota arriva all'1,5%, anno 2016. Nel 2015 era l'1,2% e solo cinque anni prima, nel 2010, non era neanche lo 0,5%. Nel suo piccolo, il Ticino fa anche di più: è al 2% del parco auto 2016, mentre se si considerano solo le nuove immatricolazioni dell'anno 2017, fino alla fine di luglio, sfoggia addirittura un 5%. Dove sta, a questo punto, l'anomalia degna di rilievo? Sta nel fatto che ad aumentare non è l'elettrico, neanche se si considerano solo gli ultimi mesi. È l'ibrido.
Ticino, luglio 2017: 545 nuovi ibridi, 67 elettrici - Come se la gente elvetica, così chiaramente attratta da vetture non inquinanti, non si fidasse però totalmente e volesse riservarsi l'opzione di tornare, all'occorrenza, ad alimentazioni che conosce meglio e che non l'hanno tradita in passato; o per le quali autonomia/possibilità di rifornimento offrono maggiori garanzie. Sul totale dei veicoli in circolazione nel 2016 (4'524'029), l'elettrico rappresenta solo lo 0,2%, in Svizzera (10'724) come il Ticino (518 su 228'709); l'ibrido l'1,25 in Svizzera (57'439) e quasi l'1,8% in Ticino (4'085). Ma sono le nuove immatricolazioni a dire di più. Mentre l'ibrido è il costante crescita (1,4% nel 2010, 2,7% nel 2015, 3,3% nel 2016 in Svizzera; addirittura 4,4% nei primi sette mesi 2017 in Ticino), l'elettrico è già in ribasso.
L'elettrico cala del 9,2%, l'ibrido sale del 20% - Nel 2015 sono state immatricolate 3'882 vetture in Svizzera, quasi l'1,2%; nel 2016 si era già scesi di trecento unità e di uno 0,1%, con 3'525. E se il calo si calcola non sul parco vetture complessivo ma sulla stessa tipologia in un raffronto da un anno con l'altro, «le immatricolazioni - ammettono i responsabili dell'ufficio federale di statistica riferendosi all'elettrico - hanno subito una diminuzione del 9,22% rispetto all'anno precedente. Per contro, le immatricolazioni di veicoli ibridi sono progredite del 20,5%, sebbene il loro numero rimanga relativamente contenuto rispetto ai veicoli a benzina o diesel».
Il dieselgate incide, ma più nei cantoni tedeschi - I quali scendono, del 3,7% e dell'1,8% rispettivamente. Conseguenza di un venir meno dell'interesse, su cui hanno inciso anche i fatti del dieselgate. Secondo comparis.ch, le ricerche dell'usato in particolare sono state condizionate dalle cattive notizie: mentre prima dello scandalo il diesel era ancora al 67% delle ricerche online, a giugno 2017 rappresentava il 52%. Il Ticino, però, sembra fare caso a sé. «Per quella che è la mia esperienza, qui il diesel è ancora sempre più richiesto - dice Mimmo Capozza di Temauto, Lamone - Certo, c'è chi è contrario per principio. Ma in Ticino piace molto, per via dei consumi». Nessun decremento nemmeno secondo Tecnocars, che trova una spiegazione per così dire "logistica": «È la Svizzera tedesca ad avere un'anima più verde». Steger di mendrisio segnala un ribasso nel nuovo, ma non in misura tale da meritare attenzione.
Usato tra revival della benzina e mobilità elettronica - Insiste fermo sulla sua posizione Harry Meier di comparis.ch, secondo cui c'è «un revival» della benzina, ma «anche la richiesta di motori elettrici ne ha tratto vantaggio. Anche se ci si muove su un livello molto basso, si rivela chiaramente tra gli acquirenti d'auto d'occasione un interesse sempre crescente nei confronti della mobilità elettronica».