Cerca e trova immobili

CANTONE / SVIZZERANoi che il lavoro lo troviamo su internet

15.09.17 - 07:00
Crowdwork, cioè cercare occupazioni saltuarie sulle piattaforme web. La Svizzera primeggia in Europa: lo fa una persona su cinque. In Ticino una su tre
Noi che il lavoro lo troviamo su internet
Crowdwork, cioè cercare occupazioni saltuarie sulle piattaforme web. La Svizzera primeggia in Europa: lo fa una persona su cinque. In Ticino una su tre

LUGANO - C'è chi traduce testi dal tedesco o dall'inglese; dal cinese e il russo, perché no. Chi taglia i capelli a domicilio. Chi sviluppa software o si dedica a lavori di design. Chi vende i propri manufatti, chi rivende quelli d'altri. Chi fa le pulizie nelle cucine o riordina giardini; si occupa della contabilità aziendale, di un bambino mentre i genitori sono fuori casa. Chi fa consegne conto terzi oppure trasporta passeggeri, affiliato a Uber. E come scordare Airbnb, che promette denaro con l'affitto delle case.

Uno smartphone per aggiudicarsi la commessa - Attività che in apparenza non hanno niente a che vedere l'una con l'altra, ma che dimostrano invece come il Ticino sia all'avanguardia nei modi delle professioni del futuro. Perché, in tutti questi casi qui elencati, si tratta di persone che sbarcano il lunario grazie a internet. Basta uno smartphone, un'app magari e la prontezza di aggiudicarsi una commessa tramite i canali virtuali, per una nuova forma d'occupazione sdoganata la prima volta nel rapporto Eurofound 2015 "New forms of employments", assieme a guadagni stimati in ben 28 miliardi di euro. In gergo si chiamano crowdworker, i "lavoratori della folla": che tirano la fine del mese o arrotondano il proprio stipendio grazie alle piattaforme online, dove cercano - e in oltre un caso su due trovano - lavori su commissione. In Ticino sono il 31,7%, tredici punti oltre la media elvetica e, pare, la più alta percentuale in Europa.

Più uomini che donne... - Oltre un milione di persone in Svizzera (1'090'000 circa) o il 18,2%, frutto di una media fra il 20,8% di uomini e il 15,6% di donne. A internet si rivolge occasionalmente - spesso a margine di un impiego ufficiale e sicuro - ma con costanza: almeno una volta alla settimana (10%), al mese (12,7%) o comunque «spesso» nel corso dell'ultimo anno (17%). I sondaggi condotti dall'università di Hertfordshire in diversi Paesi dell'Europa, in collaborazione con Ipso Mori, Foundation for European Progressive Studies, Uni Europa e Syndicom, svelano come la popolazione elvetica sia fra le più entusiastiche nei confronti di una "economia della rete" destinata a dominare il futuro: al pari con l'Austria e, testimoniano i numeri, molto davanti alla Germania, l'Olanda, la Svezia, il Regno Unito.

... e più di un tipo di lavoro - L'80% circa lavora da casa e basta; un altro 75% lavora fuori casa ma per clienti con cui si è subito relazionato online; poco più del 60% fa servizi di trasporto e consegne. La somma non torna? Torna, invece. Perché ciascun crowdworker, identikit composito di un candidato che non va cercato solo fra i millennial, ma in tutte le fasce d'età e le sfere sociali, molto spesso fa più di un tipo di crowdwork.

Oltre la metà ha già un'entrata sufficiente - Poi, non tutti trovano quello che desiderano; un buon 14% resta anzi a bocca asciutta, vorrebbe ma non riesce. Capita, quando la disponibilità è così elevata e generalizzata. «Tutte le tipologie di individui sono ben rappresentate - spiega a tio.ch Giorgio Pardini, responsabile Syndicom del settore Ict - Uomini e donne, giovani o persone mature. Solo il 12,5% dipende dal crowdwork come principale entrata; per la maggioranza si tratta di secondi o terzi lavori». Il 51,7% ha un impiego a tempo pieno, il 21,2% part-time.

Si arriva anche a 9mila franchi - Professioni più rappresentate? Nessuna. O, per meglio dire, «tutte: si va dai servizi alla vendita, gli acquisti o Airbnb». Anche con i guadagni non ci si fa mancare nulla: «Un terzo è sotto i 3mila franchi, un altro terzo fra i 3 e i 6-7mila, un terzo sopra i 7 e fino ai 9». I più assidui sono certo i ragazzi fino ai 35 anni, per ovvi motivi; ma anche i settantenni o poco meno provano a cimentarsi con le nuove tecnologie, per aggiungere soldini alla pensione.

Non un ripiego, ma una scelta e un plusvalore - Non un ripiego, dunque, ma una scelta. Ecco perché non c'è nessun allarme da lanciare, oggi; casomai qualcosa di cui farsi vanto. A patto che «siano rispettate le norme e vengano pagate le imposte. Altrimenti diventa sfruttamento. Per questo bisogna affrettarsi a stabilire delle regole precise cui attenersi. Servono sistemi di certificazione per le piattaforme, retribuzioni adeguate, assicurazioni sociali. Siamo contro il precariato, il sommerso». Che, per ora almeno sembra, «non c'è. Il crowdwork semplicemente crea plusvalore».

«La vicinanza all'Italia conta» - Perfino qui, in questo Ticino che stavolta ha solo cose da insegnare. Non c'è da lamentarsi, non ancora, sebbene una percentuale così alta trovi spiegazione anche, riflette Pardini, nella «vicinanza all'Italia e nella precarietà salariale». Cantone più attivo, stacca Zurigo di netto, al secondo posto con un 20,9% che messo a confronto dà imbarazzo. Con quale accezione interpretare la distanza? Né positiva, né negativa: come un dato di fatto. «La frontiera pone diverse questioni, dalla formazione alla disciplina. Si fa crowdwork anche perché c'è un problema occupazionale, non c'è dubbio. Ma al momento non si può dire di più. Aspettiamo anzi con ansia i risultati del medesimo studio condotto in Italia per capire se c'è una correlazione e quale». 

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Mag 6 anni fa su tio
Citazione: "a patto che «siano rispettate le norme e vengano pagate le imposte. Altrimenti diventa sfruttamento. Per questo bisogna affrettarsi a stabilire delle regole precise cui attenersi. Servono sistemi di certificazione per le piattaforme, retribuzioni adeguate, assicurazioni sociali. Siamo contro il precariato, il sommerso»". Chi fa queste attività dovrebbe registrarsi e fatturare come indipendente. Non è vietato anche se si è un dipendente.
NOTIZIE PIÙ LETTE