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SVIZZERAVietato spiare l'e-mail dei dipendenti

06.09.17 - 07:54
È una violazione della privacy, secondo la Corte di Strasburgo. E qui? In Svizzera la legge è già abbastanza chiara quanto ad ascolto di telefonate, monitoraggio dell'uso del web e videosorveglianza
Vietato spiare l'e-mail dei dipendenti
È una violazione della privacy, secondo la Corte di Strasburgo. E qui? In Svizzera la legge è già abbastanza chiara quanto ad ascolto di telefonate, monitoraggio dell'uso del web e videosorveglianza

LUGANO/STRASBURGO - Bogdan Mihai Barbulescu, ingegnere, nazionalità rumena. Il suo nome, che al momento ha ancora poco da dire, potrebbe essere un giorno famoso. Merito: aver scongiurato una serie di licenziamenti che da oggi diventano abusi.

Scorretta sarà l'azienda, non il lavoratore - Aveva 28 anni all'epoca, era il 2007, quando venne licenziato per aver utilizzato la mail di lavoro a scopo privato. La scorrettezza, però, non era sua, ha deciso oggi la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo dopo una lunga diatriba legale. Era di un'azienda che ha spiato la sua corrispondenza virtuale di nascosto, violandone colpevolmente la privacy.

Trasgredire per punire la trasgressione: un paradosso che non regge - Un precedente importante, che racconta come ogni comportamento di un dipendente che trasgredisca i regolamenti interni non possa essere scoperto in maniera illecita, dunque non utilizzabile ai fini di un provvedimento disciplinare sia pur lieve, oppure grave.  A questo punto la domanda sorge scontata: dove finisce la sfera personale e comincia l'interesse dell'azienda? Quando si smette di essere uomini e ci si riduce a meri dipendenti?

Web e posta elettronica in ufficio: che cosa è consentito e cosa no? - Mai, a ben guardare. Specie in Svizzera dove, senza attendere l'Europa e i suoi pronunciamenti, la legge è già piuttosto chiara, anche in tema di nuove tecnologie. L’articolo 26 della legge sul lavoro, anno 1993, lo dichiara apertamente: «Non è ammessa l'applicazione di sistemi di sorveglianza e di controllo del comportamento dei lavoratori sul posto di lavoro». Vale anche per il web, stabilisce la "Guida alla sorveglianza dell’utilizzazione di internet e della posta elettronica sul posto di lavoro" pubblicata da Ifpdt (Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza).

Lo spionaggio non è ammesso - Il datore di lavoro può certo stabilire «in un regolamento ad hoc le condizioni per l’utilizzazione di internet e della posta elettronica per scopi non professionali», ma poi non può verificarne il rispetto attraverso la spionaggio: «L’impiego di cosiddetti "key-logger" o di altri programmi di sorveglianza che registrano tutte le azioni effettuate dai dipendenti al computer è vietato».

La prima regola: mettere tutto nero su bianco - Ogni regolamento in tal senso, inoltre, «va comunicato ai dipendenti in forma scritta» ed «è consigliabile chiedere al dipendente di confermare per iscritto il ricevimento» del testo. Davanti invece alla constatazione di un abuso, spiega l'Ifpdt, «il datore di lavoro può procedere anche a controlli individuali. Questi ultimi sono comunque consentiti, in primo luogo, solo se esiste un regolamento scritto di sorveglianza che rende attento il collaboratore sulla possibilità di controlli individuali e, in secondo luogo, solo se, in occasione di controlli anonimi o sotto pseudonimo, è stato constatato un abuso». 

Bando alle telecamere. ci rendono meno efficienti - Pur di maggiore attualità, la rete non è però l'unico ambito dove il diritto alla sfera privata viene disciplinato e tutelato con puntualità. Severi anche i limiti alla videosorveglianza, che «può essere impiegata solo se non è possibile raggiungere lo scopo perseguito con misure meno drastiche», per esempio in ristoranti e negozi per proteggere i clienti dai furti o se stessi e il mobilio da atti vandalici. Visto che «gli impianti di videosorveglianza provocano sentimenti negativi nei lavoratori interessati e deteriorano l'ambiente di lavoro in generale, possono pregiudicare il benessere fisico e psicologico e, di conseguenza, l'efficienza del dipendente», è bene provvedere a che siano «configurati e predisposti in maniera tale da non compromettere la salute e la libertà di movimento dei collaboratori». 

Ascoltare le telefonate: un mezzo sopruso - Proibito anche ascoltare le chiamate: «Se l'uso del telefono per scopi privati non viene esplicitamente limitato o proibito, l'impiegato può presumere che sia consentito nei limiti del ragionevole e che non esiste una sorveglianza telefonica. Vanno comunque sempre salvaguardati gli interessi e i mezzi del datore di lavoro». Resta il fatto che «un divieto di conversazioni private deve essere attuato mediante mezzi diversi dalla sorveglianza delle conversazioni telefoniche».

Più liberi in pausa pranzo o dopo le 18 - Il datore di lavoro «può, ad esempio, emanare una disposizione che impone ai lavoratori l'impiego esclusivo del telefono e dell'e-mail per motivi professionali. Limitare la navigazione in internet per scopi privati è possibile bloccando i siti indesiderati o stabilendo un periodo di tempo in cui la navigazione privata sia consentita, per esempio durante le pause o a partire dalle ore 18. Il tutto, però, vale a patto che sia messo nero su bianco. 

Le impronte digitali al posto del "cartellino" - Anche monitorare i tempi di lavoro attraverso i dati biometrici resta una prassi ambigua. Impronte digitali, sagoma della mano, immagine del viso: qualora venissero utilizzate, e solo previo giustificato motivo, non possono essere archiviati e devono essere distrutti, se richiesto dall'interessato.  

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COMMENTI
 

Mag 6 anni fa su tio
Mi chiedo, ma se un dipendente usasse la linea internet (dall'ufficio o da remoto) della ditta dove lavora per navigare e farsi i fatti suoi nel deep-web, come fa il datore di lavoro a scoprirlo e quindi risalire al responsabile per impedirlo (senza violazioni ovviamente)?

Lonely Cat 6 anni fa su tio
Risposta a Mag
È piuttosto semplice. Senza dovere leggere niente di ciò che ha scritto o ricevuto il dipendente, ogni sua connessione viene registrata. Sai che a tal ora di tal giorno il computer x si è connesso a tale indirizzo ip. Alla fine del mese fai un grafico delle connessioni e puoi capire se un dipendente passa la giornata in Facebook, nel deepweb o altro ancora.
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