Il servizio interessa poco e costa molto, assicura la Ceo Susanne Ruoff
BERNA - La Posta spenderà 20 milioni di franchi per attivare il servizio di pagamento in contanti ai postini nelle località discoste che non dispongono di un ufficio postale. Ad indicarlo è l’ex regia federale stessa che, per bocca della sua Ceo Susanne Ruoff, precisa tuttavia che il servizio sarà sostenibile solo fin tanto che gli utili della Posta non diminuiranno troppo.
Nei prossimi anni la Posta chiuderà altri 600 uffici postali. Per ammortizzare questo cambiamento, i clienti delle regioni colpite dovrebbero poter pagare le fatture direttamente al postino. Tale pratica esiste già oggi nelle regioni con servizio a domicilio. «L’esperienza dimostra che solo un piccolo numero di persone è interessato a questo servizio», afferma Ruoff in un’intervista con la NZZ am Sonntag. Avere il giusto riguardo per le minoranze appartiene però alla cultura svizzera, aggiunge la Ceo della Posta.
I costi, precisa, sono elevati. Ruoff stima che quelli di innovazione legati alla chiusura degli uffici postali ammontino a «ben più di 20 milioni di franchi». Finché ci sarà margine d’azione la Posta potrà sostenere questo compromesso. «Se l’utile si riducesse ulteriormente, però, non potremmo più investire», mette in guardia Ruoff.
L'ex regia lo scorso anno ha realizzato un utile di 558 milioni di franchi, in calo di 87 milioni su base annua. Ruoff è preoccupata per il fatto che PostFinance, che più degli altri comparti è responsabile del risultato positivo, quest'anno nuovamente non dovrebbe raggiungere gli obiettivi fissati.
Le informazioni su quali uffici saranno chiusi o trasformati in agenzie saranno note in estate. Le discussioni con i Cantoni proseguono, afferma, aggiungendo che la Posta non vuole comportarsi da "dittatore", ma cerca il dialogo, anche se la decisione finale è di sua competenza.
Per rimanere redditizia, PostFinance deve trovare «nuovi ricavi indipendenti dai tassi». A lungo termine ciò comprende «la partecipazione in imprese innovative attive nella fintech».