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BERNAAmbasciatore UE in Svizzera: "UE non bluffa"

12.02.14 - 11:24
Ambasciatore UE in Svizzera: "UE non bluffa"
BERNA - L'ambasciatore dell'Unione Europea (UE) a Berna, Richard Jones, ritiene che l'accesso delle aziende svizzere al mercato comune europeo sia in pericolo dopo il "sì" di domenica all'iniziativa UDC contro l'immigrazione di massa.

La libera circolazione delle persone è un principio fondamentale dell'Ue e contraria ai contingenti dei lavoratori. Bruxelles "non bluffa", non rimarrà con le mani in mano e nuovi negoziati in merito sono esclusi.

Comunque la palla è ora nel campo della Svizzera: è la Confederazione che deve revocare l'accordo di libera circolazione delle persone. Comunque, "se c'è la volontà da parte elvetica di trovare soluzioni compatibili con i nostri accordi, l'UE non si chiuderà a riccio e le prenderà seriamente in considerazione", afferma Jones in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano romando "24 Heures".

"La libera circolazione delle persone è uno dei quattro pilastri del mercato unico (...) e nessuno Stato membro è disposto a rinunciarvi", aggiunge l'ambasciatore. "Ci sono sicuramente discussioni sulla maniera di mettere in opera questo principio, ma nessuno Stato rimette in questione il principio stesso. Nessuno vuole quindi sentir parlare di quote, contingenti o quant'altro non sia compatibile con la libera circolazione delle persone".

Jones non ritiene che la Svizzera possa beneficiare di un'eccezione alla libera circolazione delle persone , come nel caso del Liechtenstein : "I due Paesi non sono comparabili: la Confederazione ha otto milioni di abitanti il Principato ne ha 36'000".

Alla radio svizzerotedesca SRF, Richard Jones ha ricordato che il voto di domenica ha "conseguenze potenzialmente gravi" per la Confederazione, la cui economia e essenzialmente indirizzata verso l'UE. "Il fatto che la Svizzera possa liberamente vendere i propri prodotti sul mercato interno europeo è possibile grazie agli accordi bilaterali. E tutto ciò è ora in sospeso", ha sottolineato. Alludendo alla cosiddetta clausola ghigliottina, egli ha ricordato che annullando l'accordo di libera circolazione anche il resto dei "bilaterali I" verrebbe meno.

Se una delle parti contrattuali non può più rispettare gli impegni presi, bisogna rinegoziare. Ma quando ciò non è più possibile c'è rottura di contratto, ha dichiarato l'ambasciatore al quotidiano "Nordwestschweiz". "Ci aspettiamo che la Svizzera si comporti in modo responsabile e ne tragga le conclusioni che si impongono affinché non si giunga ad una tale situazione", ha aggiunto.

Come immediata reazione al risultato del voto, l'UE ha sospeso i negoziati per un accordo per l'elettricità. Sono minacciati anche quelli sulla partecipazione elvetica ai programmi "Horizon 2020" (ricerca) e "Erasmus+" (formazione).

Malgrado la nuova situazione venutasi a creare, l'ambasciatore pensa che il Consiglio dei ministri dell'UE approverà comunque il mandato di trattativa per un accordo sul quadro istituzionale. "Crediamo che sia logico continuare e adottare il mandato per essere pronti al momento delle discussioni", ha detto alla SRF. Una decisione in merito è attesa nei prossimi giorni.

ATS
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