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STATI UNITIGli Usa escono dal Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu

20.06.18 - 07:09
L'atto è dimostrativo e segno di protesta per l'atteggiamento nei confronti di Israele
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Gli Usa escono dal Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu
L'atto è dimostrativo e segno di protesta per l'atteggiamento nei confronti di Israele

WASHINGTON - Gli Stati Uniti mantengono la promessa ed escono dal Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu in segno di protesta per l'atteggiamento nei confronti di Israele.

È l'ennesimo schiaffo dell'amministrazione di Donald Trump a organizzazioni e accordi internazionali le cui politiche sono giudicate non in linea con gli interessi americani in materia di commercio, difesa, cambiamento climatico e, ora, diritti umani.

Associazione «non degna» - A dare l'annuncio sono l'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley, e il segretario di stato, Mike Pompeo, dal Dipartimento di Stato. È un'organizzazione che «non è degna del suo nome», ha tuonato Haley, sottolineando che l'organo delle Nazioni Unite è diventato «protettore di chi viola i diritti umani e un pozzo nero di pregiudizi politici».

Azioni nella "lista nera" - L'ambasciatrice ha citato tra le azioni del Consiglio da inserire nella "lista nera", oltre il pregiudizio nei confronti di Israele, l'ammissione tra i suoi membri del Congo, così come l'incapacità di affrontare le violazioni dei diritti umani in Venezuela e in Iran. «Quando abbiamo chiarito che avremmo fortemente perseguito la riforma del Consiglio - ha aggiunto - paesi come Russia, Cina, Cuba ed Egitto hanno tentato di minare i nostri sforzi».

«Voglio chiarire che questo passo non significa che ci ritiriamo dai nostri impegni sul fronte dei diritti umani», ha affermato da parte sua Pompeo: «Anzi, facciamo questo passo perché il nostro impegno non ci consente di rimanere parte di un'organizzazione ipocrita e egoista che si fa beffe dei diritti umani».

Nell'ultimo anno Haley ha criticato più volte l'organo Onu per il trattamento riservato ad Israele. «Quando questo organo approva più di 70 risoluzioni contro Israele, un paese con una forte posizione sui diritti umani, e solo sette risoluzioni contro l'Iran, che invece ha una pessima reputazione in materia, sai che qualcosa è profondamente sbagliato», ha detto nei mesi scorsi.

Caso non isolato - Non è la prima volta che gli Stati Uniti boicottano il Consiglio dei Diritti Umani: è avvenuto per 3 anni durante l'amministrazione di George W. Bush, e sono tornati a farne parte con Barack Obama. La decisione di Washington di ritirarsi dall'organo, di cui fanno parte 47 nazioni, è la più definitiva. C'era infatti un'altra alternativa possibile, quella di rimanere osservatori non votanti.

Israele: «Decisione coraggiosa» - Israele ringrazia il presidente Trump «per la coraggiosa decisione contro l'ipocrisia e le bugie del cosiddetto Consiglio dei diritti umani dell'Onu».

Lo ha detto il ministero degli Esteri, retto dal premier Benyamin Netanyahu, dopo la decisione Usa della scorsa notte di lasciare l'organismo. «Invece che occuparsi dei regimi che sistematicamente violano i diritti umani - ha proseguito - quel Consiglio si è ossessivamente fissato con Israele, l'unica vera democrazia del Medio Oriente».

Cina: «C'è rammarico» - La Cina esprime rammarico per la decisione degli Usa di ritirarsi dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Unhrc): lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, ricordando che il Consiglio è l'importante piattaforma per i Paesi che conducono il dialogo, la cooperazione e gli scambi e per promuovere in modo congiunto lo sviluppo della causa dei diritti umani.

La Cina «ha sostenuto con costanza e s'è impegnata a tutelare il multilateralismo oltre che a supportare il lavoro svolto dal Consiglio sulla protezione dei diritti umani nel mondo», ha aggiunto Geng.

Pechino continuerà a collaborare con gli altri Paesi per dare un contributo «allo sviluppo sano della causa internazionale dei diritti umani attraverso il dialogo e la cooperazione costruttivi».

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