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GRECIABimba migrante di 4 anni muore in una fogna

19.06.18 - 18:20
Il ritrovamento ha creato forte tensione nel campo di Tebe
Keystone
Bimba migrante di 4 anni muore in una fogna
Il ritrovamento ha creato forte tensione nel campo di Tebe

TEBE - Un'altra tragedia di una bimba migrante scuote le coscienze in Europa. Una piccola di 4 anni di origine irachena è morta dopo essere caduta, per motivi ancora da accertare, in una fogna in un campo profughi a Tebe, in Grecia, a nordovest di Atene.

Le ricerche della bimba, iniziate ieri sera, hanno portato al ritrovamento del corpo sul fondo di un condotto fognario che si trova in una zona recintata accanto al campo, tra l'altro uno dei meglio organizzati nella Grecia continentale.

Secondo i media ellenici, le ambulanze sono accorse al campo, e la bambina è stata estratta dalla caditoia attorno alle 23 di ieri sera, ormai senza vita. Il ritrovamento ha creato forte tensione nel campo, con centinaia di persone che gridavano contro le autorità e si rifiutavano di consegnare il cadavere. È dovuta intervenire la polizia antisommossa, ed il corpo è stato finalmente affidato ai medici che dovranno compiere l'autopsia ed accertare le cause della morte.

Un campo esemplare - Il campo vicino a Tebe, aperto nel giugno 2017 nell'area di un'ex fabbrica tessile, è considerato un modello dalle autorità greche. La struttura ospita circa 700 persone - soprattutto rifugiati e richiedenti asilo vulnerabili, come donne e bambini, o famiglie con persone con disabilità - alloggiate in container e prefabbricati. Qui sono arrivati soprattutto migranti da Iraq, Afghanistan e Bangladesh provenienti dall'ex aeroporto di Atene Elliniko, nel tempo diventato un grande accampamento per migliaia di persone, poi sgomberato. Le autorità greche e le organizzazioni internazionali offrono assistenza psicologica, mediazione culturale ed anche consulenza legale. Con più di qualche problema, si cerca anche di far frequentare scuole locali ai bambini: un pullman porta ogni giorno gli scolari in istituti della zona. Il campo è sostenuto economicamente dall'Unione Europea e dall'Unhcr, l'agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

La vita a Tebe - dove c'è acqua calda ed elettricità e i container sono riscaldati in inverno - è di fatto un altro mondo rispetto all'ormai famigerata struttura di Moria, sull'isola di Lesbo, o altri campi su alcune isole dell'Egeo, dove arriva la maggior parte dei migranti (oltre 12'000 dall'inizio dell'anno), e dove sono ancora bloccate migliaia di persone. A Moria ci sono circa 7'000 migranti, in condizioni difficilissime. Per alleviare la pressione sulle isole, il governo di Atene ha deciso di riaprire campi per migranti che furono usati durante la drammatica crisi del 2015, quando oltre un milione di persone arrivò in Grecia. I migranti verranno trasferiti a Malakasa e Elefsina (area di Atene), Oinofyta (Grecia centrale) e Vagiochori, vicino a Salonicco.

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