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ITALIAVallanzasca, i giudici dicono no alla libertà condizionale

20.04.18 - 14:00
L'uomo di 67 anni, protagonista della mala milanese negli anni '70 e '80, era stato condannato a 4 ergastoli e a 296 anni di carcere
Vallanzasca, i giudici dicono no alla libertà condizionale
L'uomo di 67 anni, protagonista della mala milanese negli anni '70 e '80, era stato condannato a 4 ergastoli e a 296 anni di carcere

MILANO - Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha respinto le richieste di liberazione condizionale e di semilibertà presentate dalla difesa di Renato Vallanzasca, il protagonista, oggi 67enne, della mala milanese negli anni '70 e '80 condannato a 4 ergastoli e a 296 anni di carcere.

Vallanzasca, dunque, dovrà restare in carcere. In particolare, i giudici hanno dichiarato «inammissibile» l'istanza di semilibertà e rigettato la richiesta di liberazione condizionale (scontare la pena fuori dal carcere in regime di libertà vigilata).

Il difensore del "bel René", l'avvocato Davide Steccanella, nella sua istanza aveva valorizzato una relazione del carcere di Bollate, dove Vallanzasca è detenuto, nella quale un'equipe di esperti segnalava che negli ultimi anni aveva avuto un «cambiamento profondo», «intellettuale ed emotivo», e che «non potrebbe progredire» continuando a stare in cella.

Nel 2014 Vallanzasca si era visto revocare la semilibertà, ottenuta qualche anno prima, perché venne arrestato e poi condannato a 10 mesi per una rapina impropria in un supermarket di oggetti di poco valore, tra cui un paio di mutande. Il suo legale nell'istanza per la liberazione condizionale e in subordine per la semilibertà (il detenuto torna in carcere la sera) aveva ricordato che Vallanzasca sta per «compiere 70 anni» e che ha «trascorso, seppur con qualche breve intervallo, l'intera propria esistenza in carcere».

Una detenzione iniziata nel 1972, «con un intervallo complessivo di meno di un anno» fuori «per le due evasioni», e un totale di «mezzo secolo» dietro le sbarre, 45 anni per l'esattezza. «Ci troviamo di fronte - aveva scritto la difesa - ad un detenuto entrato in prigione appena dopo il compimento della maggiore età e che oggi uscirebbe da "vecchio"».

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