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STATI UNITITrump: «Un attacco perfetto, missione compiuta»

14.04.18 - 14:57
Il presidente americano ha commentato con soddisfazione i raid in Siria. Diversi i siti colpiti
Keystone
Trump: «Un attacco perfetto, missione compiuta»
Il presidente americano ha commentato con soddisfazione i raid in Siria. Diversi i siti colpiti

WASHINGTON - «L'attacco è stato eseguito perfettamente. Missione compiuta». Così il presidente americano Donald Trump esprime soddisfazione su Twitter per i raid in Siria.

«Un attacco perfettamente eseguito la notte scorsa. Grazie alla Francia e alla Gran Bretagna per la loro saggezza e le capacità dei loro eserciti», ha scritto Trump su Twitter. «Non ci poteva essere risultato migliore. Missione compiuta!», ha concluso il presidente americano, che sotto il tweet pubblica il video del suo annuncio alla nazione dei raid in Siria.

«Sono così orgoglioso delle nostre forze armate che, presto, dopo aver speso miliardi di dollari totalmente approvati, saranno le migliori di sempre», prosegue Trump su Twitter. «Non ci sarà nulla o nessuno lontanamente vicino alle forze armate americane», ha aggiunto.

I siti colpiti dagli attacchi occidentali - Laboratori di produzione di armi chimiche e depositi di armi non convenzionali nelle regioni di Damasco e Homs sono, secondo fonti militari occidentali, i tre siti colpiti dall'attacco americano, francese e britannico nella notte in Siria. Fonti siriane ostili al governo di Damasco riferiscono di altri depositi e centri di ricerca colpiti, mentre il regime siriano conferma che si tratta di obiettivi nei pressi di Homs e Damasco ma solo in un caso, quello nella capitale siriana, mostrano immagini di un sito colpito.

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I primi due obiettivi, secondo fonti occidentali, sono stati un presunto centro di sviluppo di gas tossici e un magazzino di armi chimiche vicino Homs, nella Siria centrale, nei pressi del confine con il Libano, in un'area sotto pieno controllo delle milizie filo-iraniane libanesi Hezbollah. Testimoni oculari hanno riferito di forti esplosioni udite poco prima dell'alba anche nel distretto vicino di Qalamun, a sud della cittadina di Qusayr, vicina al confine libanese e in mano agli Hezbollah.

Gli altri siti colpiti sono a Damasco. Secondo fonti occidentali, è stato preso di mira un laboratorio di ricerca clandestino a Barze, quartiere periferico nella parte nord della città. La tv di Stato siriana ha mostrato immagini di un edificio a Barze, affermando che era un "centro educativo". L'Osservatorio nazionale per i diritti umani afferma che oltre a Barze sono stati colpiti altri siti vicino a Damasco: il centro di ricerche di Jamraya, più volte preso di mira di recente da raid aerei attributi a Israele; depositi di armi della Guardia repubblicana siriana nell'aeroporto militare di Mezze; e altri depositi nella base di Kiswa, a sud-ovest di Damasco e verso il Golan controllato da Israele.

Pentagono: «Tutti gli obiettivi colpiti con successo» - «Ogni obiettivo scelto è stato colpito son successo»: lo affermano i vertici delle forze armate americane durante un briefing al Pentagono per descrivere i risultati dell'intervento in Siria.

L'attacco di stanotte in Siria «ha azzoppato il programma di armi chimiche» di Damasco e indebolito la possibilità di futuri attacchi chimici da parte del regime di Assad, sostiene il Dipartimento della difesa, sottolineando come i bombardamenti porteranno il programma di armi chimiche siriano indietro di anni.

I canali per prevenire ed evitare in Siria conflitti ed incidenti con la Russia sono sempre aperti, già da diversi mesi, affermano inoltre i vertici del Pentagono rispondendo a chi chiedeva se Mosca fosse stata avvisata prima dell'attacco di Usa, Francia e Regno Unito della scorsa notte.

65 missili intercettati - L'Osservatorio siriano per i diritti umani, ong vicina all'opposizione con base in Gran Bretagna, ha confermato oggi che un'elevata percentuale di missili lanciati stanotte da Usa, Regno Unito e Francia su obiettivi in Siria è stata intercettata: almeno 65, secondo le stime dell'ong, sono stati quelli distrutti dalla contraerea di Damasco. Mosca in precedenza ne aveva contati 71.

Erdogan: «Serve una soluzione politica» - Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ritiene importante evitare un'escalation delle tensioni in Siria e che l'unica via per porre fine agli attacchi del regime con armi chimiche e convenzionali e di trovare una pace duratura sia attraverso una soluzione politica.

Lo scrive l'agenzia turca Anadolu riferendo di una telefonata tra Erdogan e la premier britannica Theresa May che gli ha illustrato l'azione di stanotte in risposta all'uso di armi chimiche da parte del regime di Assad.

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