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Usa, Regno Unito e Francia attaccano la Siria. «Nessuna alternativa, non è finita»

SIRIAUsa, Regno Unito e Francia attaccano la Siria. «Nessuna alternativa, non è finita»

14.04.18 - 08:08
Presi di mira siti strategici del regime siriano «per distruggere le capacità di lanciare armi chimiche». Non ci sarebbero vittime
Keystone
Usa, Regno Unito e Francia attaccano la Siria. «Nessuna alternativa, non è finita»
Presi di mira siti strategici del regime siriano «per distruggere le capacità di lanciare armi chimiche». Non ci sarebbero vittime

DAMASCO - A una settimana dall'attacco chimico alla città siriana di Duma, nella notte gli Stati Uniti, insieme a Francia e Regno Unito, hanno bombardato la Siria. L’obiettivo dichiarato dal presidente americano Donald Trump è «distruggere le capacità di lanciare armi chimiche del regime siriano», del regime di Bashar al Assad, definito «un mostro che massacra il proprio popolo».

Non è chiaro quanto proseguirà l’attacco, «andremo avanti il tempo necessario». «L’operazione non è finita - è stato spiegato dall'amministrazione Usa - quella che avete visto stanotte non è la fine della risposta degli Stati Uniti, il piano prevede molta flessibilità che permette di procedere a ulteriori bombardamenti sulla base di quello che è stato colpito stanotte».

Gli alleati - La premier Theresa May ha giustificato l'intervento del Regno Unito con l’assenza di altre soluzioni: «Non c'erano alternative all'uso della forza. Ho ordinato alle forze britanniche di condurre attacchi coordinati e mirati per ridurre il potenziale dell'armamento chimico del regime siriano e dissuaderne l'uso. Non vogliamo rovesciare Assad, ma fermare l’uso di armi chimiche»».

In Francia il governo ha pubblicato sui suoi account social immagini che testimoniano le operazioni in Siria. «Non possiamo tollerare la banalizzazione dell'uso di armi chimiche», ha sentenziato il presidente francese Emmanuel Macron.

La Turchia ha giudicato l'attacco «appropriato», Israele «giustificato». Sostegno anche da Canada e Giappone.

Le reazioni - Il ministero degli Esteri siriano ha definito l’attacco «un’aggressione barbara e brutale».

Tirate in causa durante l’annuncio dell’attacco anche Russia e Iran, «partner della Siria». Donald Trump ha domandato: «All’Iran e alla Russia chiedo: quale tipo di nazione vuole essere associata all’omicidio di massa di uomini innocenti, donne e bambini?».

«L’attacco è un inammissibile schiaffo al nostro presidente Putin e non resterà senza conseguenze», ha risposto così l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, spiegando che un buon numero di missili è stato intercettato o abbattuto dai sistemi di difesa siriani.

La Francia ha tenuto a sottolineare che la Russia è stata avvisata prima dell'inizio delle operazioni. L'impressione di molti osservatori è che gli obiettivi da colpire siano stati condivisi con Mosca, non fosse altro che per evitare incidenti e non colpire personale o postazioni russe in Siria. 

La guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha definito Trump, Macron e May «criminali». «L'attacco di stamane sulla Siria è un crimine. Dichiaro fermamente che i presidenti degli Stati Uniti, di Francia e Gran Bretagna hanno commesso un grave crimine. Non otterranno alcun beneficio; proprio come non hanno fatto in Iraq, in Siria e in Afghanistan, negli ultimi anni, commettendo gli stessi atti criminali», si legge nel tweet della guida suprema iraniana.

L'attacco - I bombardamenti hanno preso il via alle 3, ora di Damasco (così in Svizzera), e sono durati poche ore. Dalle informazioni diffuse dai media locali dovrebbero essere stati usati soprattutto missili da crociera - dai 100 ai 120 - lanciati da unità navali oppure da sommergibili.

La difesa antiaerea siriana è entrata in azione contro «l'aggressione americana, britannica e francese». Il regime siriano ha dichiarato che questa operazione militare costituisce una violazione del diritto internazionale ed è «destinata al fallimento».

Gli obiettivi - In una conferenza stampa presso la Casa Bianca sono stati elencati gli obiettivi dei bombardamenti, fra questi un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio e un posto di comando nei pressi di Homs.

Al momento non sono state segnalate vittime, ma ci sarebbero almeno tre civili rimasti feriti nella zona della base di Homs. «I danni sono limitati», ha comunicato Damasco.

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