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ITALIAMuore dopo una liposuzione: «Nove mesi di agonia»

12.04.18 - 21:18
Il medico ha operato la donna in un centro di Milano. Sul suo sito parla però anche di «una struttura nel cuore di Lugano»
Keystone - foto simbolica
Muore dopo una liposuzione: «Nove mesi di agonia»
Il medico ha operato la donna in un centro di Milano. Sul suo sito parla però anche di «una struttura nel cuore di Lugano»

MILANO - Sono stati nove mesi «di agonia» quelli che ha vissuto, stando alla denuncia del suo compagno, A. C., romena di 36 anni che lo scorso luglio si è sottoposta ad una liposuzione in un «centro di chirurgia plastica ed estetica» in pieno centro a Milano e poi è morta ieri in un hospice nel Bresciano, dopo una serie di operazioni, anche a Bucarest, a causa di una «infezione devastante» seguita a quell'intervento estetico.

La Procura milanese ha inviato i Nuclei antisofisticazioni e sanità (Nas) dei carabinieri a perquisire lo studio-appartamento di M. C., 32 anni, che sul suo sito si definisce "medico chirurgo" (ma sono in corso verifiche) e che ora è indagato per omicidio colposo.

Quando i militari oggi sono entrati nello studio di M. C. («la clinica nel cuore di Milano», si legge sul sito) il medico stava proprio effettuando una liposuzione e c'erano altri clienti in attesa. Sul web M. C. si descrive come «autorevole esperto in campo di rigenerazione dei tessuti con cellule staminali da tessuto adiposo» e spiega che «esercita presso la struttura SHB Clinic situata nel cuore di Lugano», in Svizzera.

Il 5 luglio 2017, la donna, che viveva in Romania, si è presentata in quello studio «su consiglio di un'amica», come ha precisato il legale del compagno, l'avvocato Laura Gravina, per una liposuzione, ossia l'asportazione di parte del tessuto adiposo, ai fianchi, all'addome e alle gambe, ma appena dimessa, stando alla denuncia, si è sentita male con febbre e convulsioni. È rimasta alcuni giorni in una stanza d'albergo a Milano e poi col compagno è tornata in Romania dove sarebbe arrivata in condizioni già gravi.

È stata operata più volte a Bucarest, sempre stando alla denuncia presentata circa un mese fa alla Procura bresciana e poi trasmessa a Milano, anche per una "fascite necrotizzante". Poi, stando ancora all'esposto, su decisione del compagno, dato che le sue condizioni non miglioravano, è stata trasferita alla Fondazione Poliambulanza di Brescia, dopo vivono amici della coppia, e alcuni giorni fa «in condizioni ormai disperate» è stata ricoverata in un hospice di Orzinuovi, dove è morta ieri. La salma, su disposizione della magistratura, è stata portata agli Spedali civili di Brescia.

«Aveva un'infezione devastante nelle parti basse del corpo», ha chiarito l'avvocato Gravina. A breve, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pubblico ministero (pm) Luisa Baima Bollone, verrà fissata l'autopsia per chiarire le cause della morte (tra i periti saranno nominati anche un chirurgo plastico e un infettivologo). Le indagini dovranno verificare, in particolare, anche se nell'operazione chirurgica siano state rispettate tutte le prescrizioni igienico sanitarie.

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