Cerca e trova immobili

STATI UNITITrump ora riapre: «Il vertice con Kim potrebbe esserci»

25.05.18 - 20:32
Un ribaltone rispetto ai duri giudizi che 24 ore prima avevano lasciato di stucco il mondo intero e scatenato l'ironia in rete
Trump ora riapre: «Il vertice con Kim potrebbe esserci»
Un ribaltone rispetto ai duri giudizi che 24 ore prima avevano lasciato di stucco il mondo intero e scatenato l'ironia in rete

WASHINGTON - Il presidente americano Donald Trump riapre al summit con il leader nordcoreano Kim Jong-un, cancellato ieri per «l'aperta ostilità» manifestata da Pyongyang, affermando che il vertice in realtà potrebbe anche tenersi.

«Vedremo cosa succede. Potrebbe essere addirittura il 12 giugno», ha replicato il presidente Usa alle domande dei giornalisti prima di lasciare la Casa Bianca con il Marine One. Un ribaltone rispetto ai duri giudizi che 24 ore prima avevano lasciato di stucco il mondo intero e irritato Seul, all'oscuro di tutto, scatenando l'ironia in rete (vedi gallery). «Stiamo parlando con loro adesso. Loro vogliono farlo veramente. Noi anche vorremmo. Vedremo che succede».

Il ripensamento è maturato con la rapida e conciliante risposta del Nord allo stop di Trump al vertice di Singapore: «La parte americana sappia che abbiamo ancora l'intento di sederci con gli Usa per risolvere i problemi in ogni momento», aveva affermato il vice ministro degli Esteri Kim Kye-gwan in mattinata. «Restiamo determinati nel nostro obiettivo e faremo ogni cosa possibile per la pace e la stabilità della penisola coreana e per l'umanità. Tolleranti e aperti in ogni momento, abbiamo il desiderio di offrire agli Usa il tempo e l'opportunità». Una robusta correzione di toni che il tycoon ha apprezzato, dando il via libera alle diplomazie per riannodare i fili del dialogo diretto.

Il ruolo della Cina - Se la contro svolta potrà maturare davvero è presto per dirlo in una vicenda così ricca di sorprese, ma di sicuro da Seul e Pechino è ripartito il pressing per «non sciupare l'allentamento delle tensioni. La denuclearizzazione della penisola coreana e la costituzione di una pace permanente sono sfide storiche che non si possono abbandonare o rinviare», ha incalzato il presidente sudcoreano Moon Jae-in, sgomento per la mossa di Trump che lo aveva spinto a riunire d'emergenza in piena notte i top advisor sulla sicurezza.

Mentre il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lu Kang, in conferenza stampa, ha detto che Pechino «ha sempre incoraggiato e incoraggia le parti a colloqui diretti. Avremo da questo punto di vista un ruolo nel far ripartire il processo. Non abbiamo altre intenzioni», ha replicato alle voci secondo cui l'irritazione di Trump sarebbe dovuta anche all'improvviso miglioramento dei rapporti tra Pechino e Pyongyang. La Cina, secondo questa logica, avrebbe spinto il Nord ad alzare il tiro con gli Usa passando poi all'incasso nel negoziato in corso con Washington sul commercio che, secondo il New York Times, vede l'accordo per rimuovere il bando americano per 7 anni all'acquisto di chip e componenti americani a carico del colosso delle tlc cinese Zte. Lo stesso Trump, ricevendo martedì Moon alla Casa Bianca, aveva rimarcato con fastidio per la seconda volta in pochi giorni «il cambio di attitudine» di Kim proprio dopo il secondo vertice col presidente Xi Jinping del 7-8 maggio a Dalian.

«È da parecchi giorni che non abbiamo risposta dal Nord alle nostre domande», aveva chiarito ieri il segretario di Stato Mike Pompeo parlando al Comitato per gli Affari esteri del Senato contestualmente all'annuncio di Trump. Il presidente americano ha più volte espresso il convincimento che senza grandi accordi è inutile incontrarsi: Kim si ritiene voglia chiedere garanzie sul controllo del Paese eremita, in cambio della denuclearizzazione a fasi e 'sincronizzata' a concessioni da parte Usa.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE