L'operato del presidente viene approvato solo dal 38% degli americani (contro il 42% del mese scorso). Intanto Assange lo accusa riguardo al Russiagate: «Un gruppo a lui vicino ci contattò»
WASHINGTON - Un nuovo sondaggio condotto da Fox News rivela ancora un calo di consensi per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump: il 38% approva il suo operato, rispetto al 42% dello stesso rilevamento realizzato il mese scorso. Il livello di disapprovazione passa al 57% dal 53%. Il sondaggio è stato condotto fra il 22 e il 24 ottobre.
«È instabile, permaloso e spericolato» - Anche la rivista "Politico" ha fatto un sondaggio sul presidente. E Trump (pure qui) ne esce con le ossa rotta. «Permaloso, instabile, senza compassione e spericolato». Questa è l'opinione della maggioranza degli americani. Secondo il 56% degli intervistati il presidente degli Stati Uniti è spericolato, il 51% dice che non è onesto mentre per il 53% non è affidabile. Ancora un 52% sostiene che è permaloso. Secondo quanto sottolinea "Politico", il sondaggio è stato realizzato nei giorni in cui era al culmine la polemica fra la vedova del sergente ucciso in Niger e il presidente. Ma prima dell'ultima bufera sollevata dalle critiche a Trump da parte dei due senatori repubblicani Bob Corker del Tennessee e Jeff Flake dell'Arizona, che hanno tra l'altro messo in dubbio le capacità del tycoon nella carica di presidente.
Assange: «Un gruppo a lui vicino ci contattò» - Julian Assange ha confermato che una società di raccolta dati impegnata nella campagna per l'elezione di Donald Trump contattò Wikilieaks e che quest'ultima respinse l'approccio. Lo ha scritto lui stesso su Twitter.
I can confirm an approach by Cambridge Analytica [prior to November last year] and can confirm that it was rejected by WikiLeaks.
— Julian Assange ? (@JulianAssange) 25 ottobre 2017
Il fondatore di Wikileaks non ha però specificato i contenuti di tale approccio, dopo che il sito d'informazione The Daily Beast aveva parlato di un contatto del Ceo della società Cambridge Analytica, Alexander Nix, con Assange riguardo alla diffusione delle e-mail di Hillary Clinton.