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VATICANOPapa: "La Chiesa con le porte chiuse tradisce se stessa"

04.10.15 - 11:37
Il Pontefice ha aperto il sinodo dei vescovi dedicato alla famiglia
Papa: "La Chiesa con le porte chiuse tradisce se stessa"
Il Pontefice ha aperto il sinodo dei vescovi dedicato alla famiglia

CITTÀ DEL VATICANO - È la Chiesa dalle porte aperte, che "non tradisca" se stessa creando "barriere", Chiesa "ospedale da campo", capace come il samaritano di chinarsi sulle "ferite" dell'uomo, di accoglierlo e curarlo, di costruire ponti. È questa la Chiesa che il Papa auspica per sostenere il lavoro del sinodo dei vescovi sulla famiglia: la Chiesa che "insegna e difende i valori", ma sa che il sabato è per l'uomo, non per il sabato. Questa l'esortazione conclusiva della meditazione che papa Francesco ha proposto nella omelia della messa con cui ha aperto la XVI assemblea ordinaria del sinodo dei vescovi, che ha per tema "La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo".

Con 314 concelebranti nella basilica di San Pietro gremitissima, il Pontefice ha celebrato il rito solenne che ha espresso l'universalità della Chiesa anche con le letture e le preghiere in inglese, latino, italiano, francese, spagnolo, arabo, cinese, portoghese e swahili.

Papa Bergoglio, che già ieri nella veglia organizzata dai vescovi italiani, aveva creato un clima di preghiera attorno a questo evento cruciale per la sua Chiesa, e per il suo pontificato, ha dato oggi molto materiale su cui meditare e incanalare il discernimento pastorale che chiede alle assise sinodali, seconde in due anni dedicate alla famiglia, sulle quale ci sono molte aspettative da parte delle diverse anime della Chiesa. La riflessione si è mossa su tre assi principali: la solitudine, l'amore tra uomo e donna e la famiglia.

"Oggi viviamo, - ha osservato - in un certo senso, la stessa esperienza di Adamo: tanta potenza accompagnata da tanta solitudine e vulnerabilità; e la famiglia ne è l'icona. Sempre meno serietà nel portare avanti un rapporto solido e fecondo di amore: nella salute e nella malattia, nella ricchezza e nella povertà, nella buona e nella cattiva sorte. L'amore duraturo, fedele, coscienzioso, stabile, fertile - ha costatato il Pontefice - è sempre più deriso e guardato come se fosse roba dell'antichità. Sembrerebbe che le società più avanzate siano proprio quelle che hanno la percentuale più bassa di natalità e la percentuale più alta di aborto, di divorzio, di suicidi e di inquinamento ambientale e sociale". Viviamo il "paradosso", ha osservato, di tanti grandi grattacieli "ma sempre meno calore della casa e della famiglia", abbiamo tante persone sole, anziani, vedovi, persone abbandonate dal coniuge, vittime di tutte le età della cultura dello scarto, migranti in fuga dalle guerre. Abbiamo, ha commentato, "tanti piaceri, ma poco amore; tanta libertà, ma poca autonomia... Sono sempre più in aumento le persone che si sentono sole, ma anche quelle che si chiudono nell'egoismo, nella malinconia, nella violenza distruttiva e nello schiavismo del piacere e del dio denaro".

Alla solitudine il Papa oppone l'"amore tra uomo e donna", quella "alleanza" per la vita, che è alleanza "non soltanto a vivere insieme per sempre, ma ad amarsi per sempre", con un amore che non è "utopia adolescenziale", ma "sogno senza il quale la creatura è destinata alla solitudine: la paura di aderire a questo progetto paralizza il cuore umano". In "un contesto sociale e matrimoniale assai difficile", osserva il Pontefice, la Chiesa deve vivere la sua missione "nella fedeltà nella verità e nella carità". Con fedeltà deve incoraggiare le tante famiglie che vivono il matrimonio, difendere la sacralità della vita e la indissolubilità del vincolo coniugale"; con verità deve proteggere l'uomo "dalle tentazioni della autoreferenzialità e di trasformare l'amore fecondo in egoismo sterile, l'unione fedele in legami temporanei". Con carità deve "curare le coppie ferite con l'olio dell'accoglienza e della misericordia", "uscire dal proprio recinto verso gli altri, con amore vero, per camminare con l'umanità ferita, per includerla e condurla alla sorgente della salvezza".

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