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SVIZZERALa prima intervista ad Axel Lehmann: «Io un presidente di transizione? Lasciatemi lavorare»

18.01.22 - 08:04
Le parole del nuovo “boss” del Cda di Credit Suisse in un'intervista: «La strategia non cambierà»
keystone-sda.ch
Fonte Ats
La prima intervista ad Axel Lehmann: «Io un presidente di transizione? Lasciatemi lavorare»
Le parole del nuovo “boss” del Cda di Credit Suisse in un'intervista: «La strategia non cambierà»

ZURIGO - Il neo presidente del Consiglio di amministrazione (Cda) di Credit Suisse, Axel Lehmann, vuole orientare la banca verso percorsi più tranquilli. Auspica pure di mantenerla in veste di gruppo indipendente.

In un'intervista rilasciata al quotidiano svizzero-tedesco Tages-Anzeiger, Lehmann annuncia di assumere la carica di presidente con l'obiettivo di riportare Credit Suisse in acque più tranquille.

Si è detto molto fiducioso all'idea che i principali azionisti della banca accetteranno le dimissioni di António Horta-Osório nonché il cambiamento alla testa del Cda.

«Io un presidente di transizione? Lasciatemi lavorare» - Lehmann ha respinto al mittente la domanda se si sente soltanto un presidente di transizione. Fintanto che la banca avrà bisogno di lui e che gli azionisti lo sosterranno, garantirà la presidenza: «Allora per favore, datemi un paio di anni prima di speculare sulla mia partenza».

A suo avviso, ora la banca deve guardare avanti. Per far questo, conta sul marchio Credit Suisse e su quello che rappresenta non soltanto in Svizzera, ma anche in Asia, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.

La filosofia di fondo non cambia - La banca continua a puntare su quanto già deciso, ovvero puntare sulle attività svizzere e la gestione patrimoniale: «Il segnale inviato ai mercati è che vediamo il futuro di Credit Suisse come banca indipendente», ha sottolineato. Nel 2022 l'istituto dovrebbe fornire i risultati trimestre dopo trimestre.

Per quanto riguarda il mantenimento di Thomas Gottstein alla carica di CEO: «Abbiamo bisogno di continuità e di calma», ha ribadito Lehmann, «Durante i colpi bassi di Greensill e d'Archegos, è stato un vantaggio avere quale CEO qualcuno che aveva una profonda conoscenza della banca e delle sue attività».

L'idea, quindi, è di continuare a fare affidamento su questi fattori di successo anche in futuro.

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