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BERNAIl Pil svizzero ha rallentato nel secondo trimestre

05.09.19 - 07:57
Dello 0,1% rispetto ai primi tre mesi del 2019, la causa un terziario altalenante, meno investimenti e costruzioni
keystone (archivio)
Il Pil svizzero ha rallentato nel secondo trimestre
Dello 0,1% rispetto ai primi tre mesi del 2019, la causa un terziario altalenante, meno investimenti e costruzioni

BERNA - La crescita economica svizzera è rallentata nel secondo trimestre del 2019, con una progressione del prodotto interno lordo (Pil) pari allo 0,3% - dopo lo 0,4 % (rivisto) del periodo gennaio-marzo. Lo indica una nota odierna della Segreteria di Stato dell'economia (SECO). Come in altri Paesi europei la domanda domestica ed estera si è sviluppata debolmente. Ne hanno risentito in particolare i rami del terziario.

Gli analisti consultati dall'agenzia AWP prevedevano uno stallo del Pil (0,0%) o una crescita dello 0,4%.

Tornando ai dati resi noti dalla SECO e scendendo nei dettagli, nel periodo in rassegna i consumi privati sono aumentati dello 0,3%, seppur un po' al di sotto della media, complici le spese per la sanità, l'abitazione e l'energia. Deboli invece i consumi dello Stato (+0,1%), mentre sono mancati stimoli sul fronte degli investimenti nelle costruzioni (-0,1%). Di rimando, la creazione di valore nel ramo edilizio ha praticamente marciato sul posto (+0,1%), precisa la SECO.

Sviluppo negativo anche per gli investimenti nei beni di equipaggiamento, che hanno dovuto accusare il colpo (-1,0%). Gli investimenti in macchinari, in particolare, sono nuovamente diminuiti: un clima di incertezza pesa infatti sulle attività di investimento delle imprese.

Frenati dalla domanda interna generalmente debole e dal leggero calo delle esportazioni di servizi (-0,2%), nel secondo trimestre alcuni rami importanti del terziario hanno perso dinamicità. Dopo un inizio anno positivo la creazione di valore nel commercio è di nuovo rallentata (-0,3%), come del resto nel ramo dei servizi alle imprese (-0,1%). Dal canto loro, il settore alberghiero e della ristorazione (+2,6%) e il ramo finanziario (+0,7%) hanno guadagnato terreno.

A differenza di altri Paesi europei, da aprile a giugno il settore industriale ha apportato un contributo significativo alla crescita del Pil. Nel settore manifatturiero (+1,3%) la creazione di valore è quasi riuscita a ritrovare la crescita dinamica del trimestre precedente, sottolinea ancora la SECO.

Sono aumentati, in particolare, i fatturati e le esportazioni del settore chimico-farmaceutico. Viceversa altri rami industriali, come quelli dei macchinari o dei metalli, hanno subìto un contraccolpo, in linea con i più recenti sviluppi a livello internazionale. Complessivamente le esportazioni di beni (esclusi oro non monetario e oggetti di valore) sono leggermente calate (-0,8%). Nello stesso tempo sono diminuite anche le importazioni di beni e servizi (-0,6%).

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