Un primo semestre da record per la compagnia aera svizzera: «Per noi il clima da sempre importantissimo»
ZURIGO - Niente effetto Greta, nessun indizio di flygskam, parola svedese che indica la vergogna di prendere l'aereo: nei conti di Swiss cercherebbe invano chi volesse trovare i segnali di una minore propensione dei passeggeri a volare per evitare di causare emissioni di CO2.
«Non abbiamo finora rilevato alcun impatto del dibattito relativo al clima sulla domanda», afferma Michael Niggemann, responsabile delle finanze della compagnia aerea elvetica, in un'intervista all'agenzia finanziaria Awp.
«Registriamo anzi un aumento dell'affluenza». Nei primi sei mesi dell'anno sono stati trasportati 8,8 milioni di passeggeri, il 3% in più del corrispondente periodo - già record - del 2018.
Il clima è comunque un tema molto importante per Swiss, sottolinea Niggemann. «Penso che dovrebbe essere una questione essenziale per tutti noi», aggiunge.
A suo avviso Swiss è attiva da anni in questo campo, in primo luogo attraverso investimenti miliardari nella flotta: gli aerei moderni consumano meno cherosene. A questo proposito, nella seconda metà dell'anno saranno messi in servizio due nuovi Boeing 777-300ER.
Swiss vuole inoltre tenere sotto controllo le emissioni di CO2 soprattutto con processi più efficienti a terra e in aria. «Da anni chiediamo una regolamentazione uniforme dello spazio aereo europeo, per avere rotte migliori e, di conseguenza, un minore consumo di carburante», dichiara Niggemann. Swiss sostiene pure l'accordo internazionale Corsia (Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation), che mira a raggiungere una crescita nel settore neutrale, in termini di CO2, a partire dal 2020.
L'aviazione globale è in continua crescita. Secondo i dati dell'organizzazione ambientalista WWF il comparto è responsabile di quasi il 5% dell'effetto climatico provocato dall'uomo a livello mondiale, una quota che in Svizzera sale a oltre il 18%. La Francia intende ora imporre una tassa ambientale sui biglietti aerei a partire dall'inizio del 2020. Anche in Svizzera si parla di un'analoga imposta.
Quest'anno il dibattito sul clima è stato portato avanti in particolare dalle proteste degli studenti e degli attivisti, che hanno avuto origine nell'impegno della studentessa svedese Greta Thunberg.