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MONDOCriptovalute, quando lo "Squid Game" diventa una truffa

04.11.21 - 11:30
Il token ispirato alla serie Netflix era stato lanciato la settimana scorsa. I suoi sviluppatori si sono intascati tutto
Netflix
Criptovalute, quando lo "Squid Game" diventa una truffa
Il token ispirato alla serie Netflix era stato lanciato la settimana scorsa. I suoi sviluppatori si sono intascati tutto

NEW YORK - Truffati da un sedicente calamaro. La popolarità di Squid Game, la serie sudcoreana che sta facendo da settimane le fortune di Netflix, ha pressoché saturato la nostra quotidianità, tanto quella fisica quanto quella digitale. Si va da decine di meme che ci vengono "lanciati" addosso ogni volta che apriamo l'app social di turno sui nostri smartphone, fino ai gettonatissimi costumi da sfoggiare all'ultimo Halloween. Ma la formula vincente del "gioco del calamaro" è stata d'ispirazione anche per quella che sembra a tutti gli effetti una truffa, che si è consumata, nel giro di pochi giorni, nella galassia delle criptovalute.

Andiamo con ordine e torniamo al 26 ottobre scorso, ovvero il giorno in cui il token "Squid" è stato reso disponibile per l'acquisto. I suoi creatori l'hanno pubblicizzato come una criptovaluta "play-to-earn" che avrebbe permesso di prendere parte a un gioco online, pescando quindi a piene mani dall'hype monumentale generato dalla serie sudcoreana. Hype che ha permesso al token di farsi notare nell'oceano delle cripto e lo ha spinto fino a fargli toccare quasi la soglia dei 3'000 dollari.

Un pugno di molluschi nelle mani degli investitori
Il picco è stato raggiunto nella giornata di lunedì scorso, il 1° novembre, quando lo "Squid" è arrivato a valere 2'861 dollari, a fronte di una capitalizzazione di mercato pari a 2.1 milioni di dollari. Una crescita lampo di più del 300mila%. Dopodiché, la criptovaluta si è squagliata nel giro di qualche minuto, proprio come farebbe un calamaro spiaggiato sotto il sole di mezzogiorno, collassando fino a zero dollari e una manciata di centesimi. Cosa è successo? In gergo viene definito un "rug pull", che tradotto in parole commestibili anche per chi mastica poco la materia è ciò che accade quando gli sviluppatori staccano senza preavviso la spina, drenano tutta la liquidità e lasciano gli investitori con un pugno di mosche in mano. O di molluschi, in questo caso.

Una sequenza di campanelli d'allarme
Una truffa in piena regola quindi. I popolari siti Gizmodo e CoinMarketCap avevano sollevato qualche dubbio. Il loro non è stato però l'unico campanello d'allarme. Lo stesso whitepaper dello "Squid", il documento che illustra il background tecnico della criptovaluta, sollevava più di un dubbio in quanto zeppo di errori. Molti trader hanno inoltrato segnalato che fosse impossibile riuscire a vendere i propri token, con gli sviluppatori pronti a correre ai ripari affermando che il motivo fosse legato alla tecnologia "anti-dumping" da loro implementata. I canali social, su Twitter e Telegram, "blindati" per non consentire risposte ai propri post. E lo stesso sito web della criptovaluta, SquidGame.cash - nel frattempo scomparso - che era stato registrato meno di un mese prima.

Stando ai dati riportati da NBC News, dopo il collasso improvviso sono oltre 40'000 le persone che si ritrovate fra le mani degli "Squid" dal valore pressoché azzerato. E questi, con ogni probabilità, non rivedranno mai più i propri soldi. E sembra esserci consapevolezza, leggendo alcune delle testimonianze che il network americano ha raccolto. «È stata una lezione utile», ha commentato una delle vittime della truffa, che definito l'esperienza «scioccante» ma ha altresì detto di essere al corrente del fatto che «nel settore delle criptovalute persiste un grosso rischio, incluso quello di avere a che fare con dei truffatori». E in tal senso, Gizmodo suggerisce che il prezzo non è necessariamente il primo aspetto da prendere in considerazione. La priorità è piuttosto vedere se quel token che si vuole acquistare potrà poi essere rivenduto o meno. Perché in fondo una criptovaluta ha un valore solo se c'è qualcuno che sia disposto a pagare per averla. In caso contrario, come ben dimostra questa vicenda, lo Squid Game rischia invece di trasformarsi in una partita al gioco delle tre carte.

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