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CINAEvergrande, la Tesla cinese da 87 miliardi che non ha venduto nemmeno un'auto

19.04.21 - 11:04
Vale più di Bmw e Ford ma non è chiaro se sia in grado di produrre in serie, gli addetti ai lavori: «Una compagnia strana»
Reuters
Evergrande, la Tesla cinese da 87 miliardi che non ha venduto nemmeno un'auto
Vale più di Bmw e Ford ma non è chiaro se sia in grado di produrre in serie, gli addetti ai lavori: «Una compagnia strana»

SHANGHAI - Una concessionaria sfavillante nel centro di Shanghai, una massiccia presenza al Salone Cinese dell'auto di questo 2021, e un catalogo con ben 9 modelli. Evergrande o Hengchi, la risposta cinese a Tesla, ha anche convinto gli investitori ed è valuta a 87 miliardi di dollari, più di Ford, Bmw, Renault e General Motors.

Questo, malgrado non abbia ancora venduto una singola automobile. Già perché, come spiega Bloomberg, il produttore cinese ha più volte ritardato la data di produzione di massa e messa in commercio. Una mossa che, per molti ricorda la strategia di Elon Musk per l'avvicinamento alla serie S, ma per molti altri sarebbe un palese sintomo di bolla.

Al di là delle difficoltà produttive, infatti, è indubbio che il settore dei veicoli elettrici in Cina è particolarmente competitivo con circa 400 marchi, tra i quali anche Tesla che nella Repubblica Popolare produce e vende, a contendersi il mercato.

Per ora Evergrande non ha ancora iniziato nemmeno la produzione di un lotto di prova. La data prevista di settembre 2020 è stata abbandonata per un indicativo "termine del 2021". Ci si aspetta quindi una consegna ipotetica per il 2022, ma i dubbi restano.

Secondo Bloomberg, pur avendo almeno tre centri di produzione in diverse parti del paese, l'azienda non ha nemmeno una catena produttiva per le sue auto: «È una compagnia decisamente strana», spiega al portale Bill Russo dell'azienda di consulenza Automobility di Shanghai, «hanno investito un sacco di soldi, ma non hanno niente per le mani... Sono entrati a testa bassa in un settore che sembrano non conoscere nemmeno un po', dubito che potranno essere all'altezza della concorrenza».

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