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ITALIALetta fa pressing e Mastrapasqua si dimette

01.02.14 - 22:22
Stretto tra l'inchiesta giudiziaria e la polemica sulle molteplici poltrone occupate e dopo il pressing del premier Enrico Letta, Antonio Mastrapasqua si è dimesso da presidente dell'Inps
Foto d'archivio (Keystone)
Letta fa pressing e Mastrapasqua si dimette
Stretto tra l'inchiesta giudiziaria e la polemica sulle molteplici poltrone occupate e dopo il pressing del premier Enrico Letta, Antonio Mastrapasqua si è dimesso da presidente dell'Inps

ROMA - Stretto tra l'inchiesta giudiziaria e la polemica sulle molteplici poltrone occupate e dopo il pressing del premier Enrico Letta, Antonio Mastrapasqua si è dimesso da presidente dell'Inps, che guidava da luglio del 2008. Ora per l'Istituto nazionale di previdenza sociale si apre una fase di commissariamento.

"Una scelta saggia", afferma Letta commentando le dimissioni e sottolineando che Mastrapasqua "ha colto l'iniziativa del governo: non si possono assumere incarichi così rilevanti senza esclusività". Un ente come l'Inps, aveva detto anche ieri al termine del Consiglio dei ministri, "deve essere guidato in esclusiva, così come io esercito il mio ruolo in esclusiva".

La decisione di Mastrapasqua arriva dopo le indagini avviate dalla Procura di Roma per presunte cartelle cliniche truccate e fatture gonfiate dell'Ospedale Israelitico, di cui è direttore generale, che ha riportato alla ribalta il caso dei diversi incarichi ricoperti.

E, soprattutto, arriva dopo le decisioni assunte ieri dal Consiglio dei ministri: il governo ha infatti deciso di accelerare la riforma della governance dell'Inps ed ha approvato un disegno di legge (che verrà trasmesso al Parlamento con procedura d'urgenza) sulla incompatibilità per i vertici degli enti pubblici nazionali con altre poltrone, prevedendo un regime di esclusività per prevenire conflitti di interesse.

Mastrapasqua stamattina si è recato dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Enrico Giovannini, per rassegnare le proprie dimissioni. Il ministro gli ha espresso "anche a nome del Governo, apprezzamento per la sensibilità dimostrata" e lo ha ringraziato per il lavoro svolto in questi anni.

L'ex numero uno dell'Inps (il cui incarico sarebbe scaduto a fine 2014) ha presentato le dimissioni con decorrenza immediata (a parte l'eventuale necessità di sbrigare per qualche giorno ancora l'ordinaria amministrazione).

Ora, tecnicamente, il passo successivo è rappresentato dal commissariamento dell'Inps: il governo già la prossima settimana, nella prima riunione utile del Consiglio dei ministri, potrebbe decidere di commissariare l'ente e quindi indicare il commissario straordinario (tra i nomi che circolano quelli degli ex ministri del Lavoro Cesare Damiano e Tiziano Treu, quest'ultimo è da molti indicato come il più accreditato).

Una persona, dunque, che guiderà l'Istituto in attesa che si completi la lunga procedura di nomina del presidente (con l'indicazione del ministro del Lavoro, sentito il ministro dell'Economia, e ottenuti i pareri delle commissioni Lavoro di Senato e Camera, il passaggio in Cdm e quindi il decreto del presidente della Repubblica) e soprattutto che si concluda l'iter per l'ok alla nuova governance (su cui Letta è tornato ad auspicare che "ci sia un'accelerazione dei tempi") e alle nuove regole del ddl per l'esclusività dell'incarico e lo stop a conflitti di interesse. Su questi punti, già dalla prossima settimana Giovannini convocherà anche le parti sociali.

I partiti, a cominciare dal Pd, apprezzano la volontà di mettere fine agli incarichi multipli negli enti pubblici nazionali e di riformare in tempi stretti la governance dell'Inps. Anche i sindacati da tempo ne sollecitano la revisione.

ats

 

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