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STATI UNITILa telefonata storica Usa-Iran: Barack Obama chiama Hassan Rohani

28.09.13 - 09:49
Il primo contatto diretto tra un presidente americano e uno iraniano dal lontano 1979
Keystone
La telefonata storica Usa-Iran: Barack Obama chiama Hassan Rohani
Il primo contatto diretto tra un presidente americano e uno iraniano dal lontano 1979

NEW YORK - Storica telefonata ieri tra Barack Obama e Hassan Rohani, il primo contatto diretto tra un presidente americano e uno iraniano dal lontano 1979. A chiamare è stato l'inquilino della Casa Bianca, nel giorno in cui il nuovo leader di Teheran - al suo ultimo giorno a New York - ha impresso un'ulteriore accelerazione al dialogo.

Nella conferenza stampa che ha concluso la sua missione "trionfale" per l'Assemblea generale dell'Onu, Rohani ha infatti pronunciato una promessa: "presenteremo un primo piano sul nucleare già a Ginevra". L'appuntamento è fissato per il 15 e 16 ottobre, quando nella città sul Lemano si ritroveranno seduti attorno allo stesso tavolo i paesi del cosiddetto "5+1" (Usa, Francia, Gb, Russia, Cina e Germania) e i rappresentanti di Teheran. Un tavolo al quale, ha assicurato il presidente iraniano, "parteciperemo senza porre alcuna precondizione".

Obama ci crede: "la strada che porta all'accordo è irta di ostacoli, ma penso che superare le differenze per una soluzione complessiva sul nucleare iraniano sia possibile", ha affermato, rendendo noto oggi il suo colloquio di 15 minuti con Rohani durante una dichiarazione tv dalla Casa Bianca. Ma Obama si spinge oltre, fino a ipotizzare "un alleggerimento delle sanzioni" verso l'Iran, in cambio di "azioni significative, verificabili e trasparenti" proprio sul nucleare. Davvero impensabile fino a poche settimane fa.

Il disgelo è nelle stesse parole che i due leader si sono scambiati da un capo all'altro del telefono: "Have a nice day", e stato il saluto in inglese di Rohani, che l'ha poi rilanciato su Twitter. "Grazie, Dio sia il tuo custode" ("Khodahfez"), la risposta, in farsi, del capo della Casa Bianca. La chiamata, a quanto si è appreso da fonti americane, è stata di Obama, ma dopo che dal presidente iraniano era giunto "un segnale" di disponibilità. Una fonte vicina a Rohani interpellata dalla Reuters ha invece dichiarato che la telefonata è giunta "del tutto inattesa".

Resta il fatto che l'ultimo precedente risale a prima della Rivoluzione islamica del 1979, quando Jimmy Carter telefonò all'allora scià di Persia - storico alleato degli Stati Uniti nella regione - poco prima che la furia popolare lo costringesse a fuggire dal paese.

Davanti alla stampa internazionale Rohani era apparso poco prima sciolto, disponibile a rispondere a ogni domanda. E ha trovato il modo anche per una battuta a proposito del suo predecessore: "davvero sono diverso da Ahmadinejad?". Poi, più serio: "ogni differenza che vedete in me rispetto a chi mi ha preceduto è quella che ha voluto il popolo iraniano".

Il nuovo leader di Teheran ha quindi ribadito con forza le sue aperture verso la comunità internazionale, e la volontà di fare sul serio. "Sentendo il discorso del presidente Obama all'Onu ho notato che l'atteggiamento dell'Occidente nei confronti dell'Iran è cambiato". E un segno che il clima non sia più quello teso del passato è anche l'albergo dove Rohani ha tenuto l'incontro con i giornalisti: il Millennium, a due passi dal Palazzo di Vetro, che lo scorso anno rifiutò di concedere la sala per la conferenza stampa a Mahmud Ahmadinejad.

I paletti che pone Teheran sulla strada del dialogo sono chiari: al tavolo dei colloqui "dovremo innanzitutto essere d'accordo sugli stessi principi. E solo allora potremo sviluppare una vera e propria road map", sottolinea Rohani.

L'obiettivo - ha detto il capo della diplomazia iraniana Javad Zarif dopo l'inedito incontro col segretario di Stato americano John Kerry - è quello di un accordo entro un anno. E in questi giorni, ha aggiunto, "sono stati fatti passi in avanti concreti". Ma per far sì che l'operazione abbia successo, Zarif non ha mancato di evidenziare come le sanzioni verso l'Iran siano un ostacolo: "sono controproducenti - ha detto - e, nel momento in cui si guarda avanti, devono essere rimosse".

Anche a questo ha puntato l'offensiva diplomatica che le delegazione iraniana ha portato avanti in occasione dell'Assemblea dell'Onu, con un presenzialismo esasperato di Rohani - incluso sui media Usa - e una girandola di incontri ad altissimo livello. Quanto al mancato incontro con Obama a margine dell'Assemblea dell'Onu, il presidente iraniano era stato rassicurante ancor prima della telefonata: "non c'è alcun problema, è solo che vogliamo un incontro di sicuro successo". Del resto "dobbiamo ricostruire le relazioni tra Iran e Usa passo dopo passo".

Intanto a Vienna è ripartito il negoziato sul nucleare anche all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), con l'organizzazione che ha definito i colloqui avuti con i responsabili di Teheran "costruttivi".

  ATS

 

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