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CINAPechino combatte il coronavirus, ma dov'è finito Xi Jinping?

06.02.20 - 13:30
Nel pieno dell'emegenza, il presidente cinese - di solito "onnipresente" - si è mostrato molto poco
keystone-sda.ch (NAOHIKO HATTA / POOL)
Pechino combatte il coronavirus, ma dov'è finito Xi Jinping?
Nel pieno dell'emegenza, il presidente cinese - di solito "onnipresente" - si è mostrato molto poco

PECHINO - L’epidemia di coronavirus ha fatto segnare un nuovo balzo nelle cifre. Nelle ultime ventiquattro ore sono stati confermati oltre 3’700 nuovi casi e altri 73 morti, che portano il totale a 563 vittime. Nella sola Cina i casi hanno superato la soglia dei 28’000 - il totale globale è 28’336, con il 14% dei pazienti in condizioni critiche -, ma anche le guarigioni iniziano a registrare cifre significative (1322). Una sfida senza precedenti per il governo di Xi Jinping, che ieri è ricomparso sulle televisioni nazionali dicendosi «sicuro» della capacità di «contenere l’epidemia».

Ricomparso, perché il leader cinese è stato insolitamente assente nel corso degli ultimi giorni. Un’assenza che non è passata inosservata né in casa, dove la figura del presidente cinese è solita campeggiare sulle copertine di quotidiani e telegiornali, né tantomeno all’estero. Quindi, dov’è finito Xi Jinping? Sui social network cinesi qualcuno ha provato a porsi la domanda, ma i gli addetti alla censura sono rapidissimi nello sfoderare il “bianchetto” per mettere a tacere ogni dubbio scomodo.

Una "mano invisibile" - La domanda però è legittima e - come fa notare l’analista della CNN James Griffiths - in un certo senso inevitabile. Xi è di fatto il leader cinese più potente dai tempi di Mao, ma al contempo il fatto di aver centralizzato su di sé ogni controllo costituisce un fianco scoperto. Il «potere assoluto comporta un’assoluta responsabilità», sottolinea Griffiths.

Come detto, sui social media cinesi le speculazioni sull’assenza di Xi Jinping non sono mancate. Qualcuno ha ipotizzato anche - poco verosimilmente - che il presidente fosse stato messo in quarantena. Decisamente più plausibile è che stia semplicemente gestendo l’emergenza dalle retrovie, come una “mano invisibile”, per ridurre al minimo le ripercussioni su sé qualora le misure intraprese non dovessero portare al risultato sperato.

E in tal senso un occhio va invece tenuto sulla figura del premier Li Keqiang - spiega Griffiths - che, dopo essere stato spogliato di più responsabilità nel corso degli anni, è stato improvvisamente proiettato in prima linea contro la crisi esplosa a Wuhan.

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