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Il presidente Rohani si è espresso dopo la bocciatura di oltre due terzi dei candidati
TEHERAN - «Se il sistema sostituisce le elezioni con le nomine, e le elezioni diventano solo una formalità, sarà il pericolo più grande per la democrazia e la sovranità nazionale» in Iran.
Lo ha detto il suo presidente Hassan Rohani, dopo che il Consiglio dei Guardiani ha bocciato oltre due terzi dei circa 14.500 aspiranti candidati alle elezioni parlamentari del prossimo 21 febbraio nella Repubblica islamica, in gran parte moderati sostenitori dello stesso Rohani e riformisti, compresi 92 deputati uscenti del Majlis.
«La nostra legittimità proviene dalla Costituzione come dalle urne. Dovremmo salvaguardare entrambe le dimensioni del sistema della Repubblica islamica, quella repubblicana e quella islamica, ma temo che un giorno la parola 'repubblica' verrà considerata un crimine», ha aggiunto Rohani.
«Dovremmo ottenere la fiducia del popolo e garantire che non c'è un regime del partito unico come nel comunismo. Oggi invece - ha proseguito il capo del governo di Teheran - è come se si andasse al negozio per comprare qualcosa, ma fosse poi permesso di scegliere solo una marca».
