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UNIONE EUROPEA«Il rischio di una Brexit no deal è reale»

18.09.19 - 09:46
Lo ha dichiarato Jean-Claude Juncker alla Commissione europea dopo i colloqui con Boris Johnson
keystone-sda.ch/STR (Jean-Francois Badias)
«Il rischio di una Brexit no deal è reale»
Lo ha dichiarato Jean-Claude Juncker alla Commissione europea dopo i colloqui con Boris Johnson

STRASBURGO - Mentre si avvicina la scadenza del 31 ottobre «il rischio di un no deal è reale e permane».

Lo ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, informando il parlamento europeo sul colloquio avuto lunedì scorso con il premier britannico Boris Johnson.

«Magari - ha detto - il no deal alla fine sarà la scelta del governo britannico ma non sarà mai la scelta dell'Ue. Un accordo è sempre auspicabile e possibile».

Il Parlamento europeo ritiene che una Brexit ordinata «sia nell'interesse del Regno Unito e dell'Ue» e continua a ritenere «equo ed equilibrato» l'accordo di recesso, sottolineando che un'uscita no deal «sarebbe interamente responsabilità del governo britannico».

E che in tal caso «gli obblighi finanziari e di altro tipo del Regno Unito» verso l'Ue «continueranno ad esistere». E' quanto si afferma, tra le altre cose, in una risoluzione approvata dall'aula di Strasburgo con 544 voti a favore, 126 contrari e 38 astenuti.

Il premier britannico Boris Johnson aveva messo in chiaro nelle scorse settimane che Londra non avrebbe pagato nulla di quanto dovuto all'Ue con un'uscita senza accordo. In tal caso, recita il testo della risoluzione, il Parlamento europeo «rifiuterà di dare il proprio consenso a qualsiasi accordo tra l'Ue e il Regno Unito» sulle future relazioni, «a meno che e fintantoché il Regno Unito non rispetti i propri impegni».

Il documento votato dall'aula indica ancora che il Parlamento europeo sosterrebbe una proroga della Brexit oltre il 31 ottobre, «in presenza di motivi e finalità per una tale estensione (ad esempio evitare un'uscita senza accordo, svolgere elezioni generali o un referendum, revocare l'articolo 50 o approvare un accordo di recesso) e sempre che i lavori e il funzionamento delle istituzioni dell'Unione non siano pregiudicati».

Quanto al contestato nodo del backstop, la clausola di salvaguardia a tutela dell'Irlanda del Nord, l'aula di Strasburgo «ritiene spetti al Regno Unito presentare per iscritto proposte di soluzioni alternative pienamente funzionali».

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