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SUDANIl Sudan volta pagina, ecco il primo governo post-Bashir

05.09.19 - 21:43
A quasi cinque mesi dalla deposizione dell'ex dittatore il neo premier Abdalla Hamdok ha annunciato la squadra che condurrà il Paese
Keystone
Il Sudan volta pagina, ecco il primo governo post-Bashir
A quasi cinque mesi dalla deposizione dell'ex dittatore il neo premier Abdalla Hamdok ha annunciato la squadra che condurrà il Paese

KHARTUM - In Sudan nasce il primo governo del dopo-Bashir. A quasi cinque mesi dalla deposizione dell'ex dittatore, dopo 30 anni al potere, il Paese si è avviato con determinazione alla transizione democratica che l'ha portato al primo governo civile della sua storia.

Dopo giorni di rinvii il neo premier, l'economista di lunga data Abdalla Hamdok, al quale è stata affidato il compito di traghettare il Paese verso le elezioni del 2022, ha finalmente annunciato in una conferenza stampa a Khartoum la sua squadra di governo di cui fanno parte anche quattro donne. A una di loro, Asmaa Mohamed Abdallah, è stata affidata una delle cariche più importanti, quella del ministero degli Esteri, la prima volta per una donna nella storia del Paese. A capo del ministero delle Finanze il premier ha scelto Ibrahim Elbadawi, ex economista della Banca mondiale. In base all'accordo di condivisione del potere firmato con i militari, il governo di Hamdok è composto da 18 ministri mentre i militari hanno nominato i responsabili della Difesa e degli Interni. Le cariche sono state affidate rispettivamente al generale Gamal Omar e a Idriss al-Traifi.

Il Sudan ha un Consiglio sovrano (composto da 6 civili e 5 militari) nato dopo la firma, il 17 agosto, di un accordo storico tra il Consiglio militare di transizione, che è subentrato a Bashir, e i leader delle 'Forze per la libertà e il cambiamento' a capo del movimento di protesta che ha portato alla dimissioni dell'ex presidente. L'accordo delinea un periodo di transizione che durerà poco più di tre anni e traghetterà il Paese alle sue prime elezioni democratiche. Una delle prime sfide del governo sarà quella di risollevare l'economia di un Paese che ha subito due decenni di sanzioni statunitensi. Nei giorni scorsi, lo stesso premier aveva chiesto a Washington di togliere il Sudan dalla lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo.

Nel decidere la lista dei ministri proposti dal movimento di protesta, Hamdok ha subito detto che avrebbe scelto i tecnocrati in base alla loro "competenza" per guidare il Sudan attraverso diverse sfide che includono anche la fine dei conflitti interni. Gruppi ribelli provenienti dalle regioni emarginate, tra cui il Darfur, il Nilo azzurro e lo stato del Kordofan meridionale, hanno condotto lunghe guerre contro le forze di Bashir. L'accordo di condivisione del potere mira a raggiungere la pace con i gruppi armati.
 
 

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