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CINAHong Kong, parla la governatrice: «La Cina ha capito il nostro punto di vista»

05.09.19 - 08:23
Secondo Carrie Lam il ritiro della legge è un primo passo importante e il futuro starà tutto nel dialogo
keystone-sda.ch/STF (JEON HEON-KYUN)
Hong Kong, parla la governatrice: «La Cina ha capito il nostro punto di vista»
Secondo Carrie Lam il ritiro della legge è un primo passo importante e il futuro starà tutto nel dialogo

HONG KONG - Sul ritiro formale della contestata legge sulle estradizioni in Cina «non è corretto dire che ci sia stato un ripensamento»: il 15 giugno, ha detto la governatrice di Hong Kong Carrie Lam sulla mossa annunciata ieri, «avevo detto che la proposta era congelata».

Poi «ho ribadito che era morta» per la prossima fine della legislatura. Negli incontri avuti coi gruppi della società «mi è stato consigliato di creare le basi per il dialogo». Ecco spiegato il ritiro: «abbiamo riferito il nostro punto di vista al governo centrale (di Pechino) che ci ha capito e sostenuto».

Il ritiro formale della legge sulle estradizioni in Cina è «un primo passo per rompere lo stallo che si è venuto a creare in questi mesi», con l'auspicio di «trovare una via d'uscita».

Ed è comunque parte di piano di quattro punti lanciato sempre ieri, che include anche l'incontro immediato con le diverse categorie e i numerosi rappresentanti della società.

Lam, tuttavia, non ha fatto aperture sulle altre richieste avanzate dai dimostranti: «È ovvio per molti di noi, che il disappunto della società va oltre la legge», ha osservato, citando questioni politiche, economiche e sociali, inclusa la carenza di abitazioni e di suolo. «Possiamo discutere di tutto nella nostra piattaforma di dialogo che sarà costituita».

La governatrice ha rivendicato la paternità della decisione che non è stata presa in Cina. Ha ricordato prima il suo congelamento e poi la dichiarazione di "morte" per la scadenza prossima della legislatura: per questo, il ritiro formale «non fa molta differenza nella sostanza».

Quanto ai rapporti con Pechino, «ci hanno sostenuto in tutti i modi», ha rilevato, rimarcando che dal governo centrale c'è il «rispetto del principio 'un Paese, due sistemi'», lo schema che regola i rapporti tra la Cina e la ex colonia britannica.

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COMMENTI
 

miba 4 anni fa su tio
Ottimo! Così narcotrafficanti, assassini, evasori fiscali e criminali di ogni sorta che hanno ricevuto una condanna di più di 7 anni potranno continuare a soggiornare ad Hong Kong e non venir estradati sulla terraferma sulla quale ovviamente le possibilità di corruzione nel sistema carcerario sono ridotte all'osso rispetto alle attuali prigioni dorate
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